Da troppo tempo l’azzurro della nazionale non somiglia al colore-cielo delle maglie con il lo scudetto tricolore all’altezza del cuore indossate da Riva, Paolo Rossi, Del Piero.... Sono un bel ricordo e poco più il “campioni del mondo, campioni del mondo...” di Bruno Pizzul, l’entusiasmo orgoglioso di Pertini, quel sentirsi italiani in ogni luogo della Terra. Tanti alibi per giustificare il deficit di prestigio internazionale dell’Italia del bel calcio, l’arretramento nel ranking della Fifa, l’inedito timore di confrontarci anche con nazionali che in tempi purtroppo andati avremmo affrontato con la calma dei forti. Un tempo braccia dei nostri lavoratori emigrati, a ringraziare la benevolenza del cielo per aver offerto l’opportunità di riscatto sociale. Da troppi anni in qua vana ricerca delle qualità perdute, responsabile, ma non solo, la pacifica e sempre più invasiva tendenza alla promiscuità nelle squadre dei nostri campionati di calciatori stranieri in netta e crescente prevalenza sugli italiani. C’è anche questo che acuisce il timore di fallire l’impresa della nazionale di Spalletti, in campo nello stadio Signal Iduna Park di Dortmund contro i coriacei tedeschi che a Milano hanno sconfitto un’Italia di non eccelse virtù. In palio la promozione alle semifinali della Uefa Nations League girone di accesso ai mondiali. Arbitra il polacco Marciniak. Dita incrociate, forza azzurri. Commovente la passione non solo sportiva degli italiani che sono qui per sostenere la nostra nazionale. Tedeschi subito aggressivi. Pericoloso Goretzka al secondo minuto, ma pericolosissimo Di Lorenzo al quinto: il suo cross è deviato miracolosamente in angolo da Tah. Velocità di gioco quasi doppia della Germania, pressing altissimo e ripartenze problematiche per l’Italia. Tedeschi arrembanti, azzurri in difficoltà sulle palle inattive per la maggiore prestanza atletica dei tedeschi. Solo Germania nel primo quarto d’ora e Italia prigioniera nella propria metà campo. La ragnatela di passaggi dei nostri avversari è vicina alla perfezione. Problema: è l’Italia che deve ribaltare l’uno a due di San Siro, ma non lo racconta il difensivismo degli azzurri. Minuto fatale il 29esimo: Buongiorno strattona e manda gambe all’aria Kleindienst. Rigore e giallo per il difensore del Napoli. Kimmich non sbaglia, 1 a 0 per la Germania e ora l’Italia per andare oltre questi quarti di finale dovrebbe vincere con due gol di vantaggio sui tedeschi, impresa che per quel che si è visto finora appare quasi impossibile. Infatti arriva il due a zero ancora una volta su calcio piazzato. Grande parata di Donnarumma che toglie dal sette della sua porta un colpo di testa micidiale di Kleindienst. Corner, lo batte il solito Kimmich, Musiala non marcato e a porta vuota mette alle spalle di Donnarumma. 2 a 0 per la Germania su un’evanescente Italia. La difesa degli azzurri si disinteressa del calcio d’angolo, discute sulle responsabilità dell’azione precedente e sguarnisce completamente la zona a rischio dell’area di rigore. Dramma o tragica farsa? Chissà cosa frulla nella testa di Spalletti. Terzo gol dei tedeschi, è la Caporetto di un’Italia da rifondare. A punirci è di nuovo il gigante Kleindienst, Il cross da destra? Indovinate di chi, ma di Kimmich, certo. Figuraccia? Sì. Second time, dentro Politano-Frattesi, fuori Gatti, Maldini. Alleluia barca gente in azzurro. Kean profitta di un grossolano errore d’impostazione della Germania, di Sané, che offre un pallone invitante al nostro centravanti. Kean s’invola sulla sinistra e spedisce nell’angolo alla destra di Baumann la conclusione dell’uno a tre. Punteggio complessivo 5/2. Minuto 49, Italia più offensiva. Spalletti deve aver brontolato parecchio nell’intervallo, azzurri più determinati, tedeschi meno dominanti. Nagelsmann è scontento e opera tre cambi: Stiller per Gross, Amiri per Goretzka, Adeyemi per Sané e per l'Italia Raspadori per Tonali. Si ripete Kean al minuto 69: si libera di Tah e con un gran destro a giro manda il pallone alle spalle di Baumann. 3 a 2, totale 5 a 3. E l’Italia potrebbe pareggiare il conto dei rigori. Di Lorenzo atterrato in area al minuto 73 da Schlotterbeck. Interviene il Var e annulla perché il difensore ha toccato il pallone con il piede prima di fare il fallo. Ma è un’altra partita. Bisseck per Rudiger e sfiora il palo di testa su calcio d’angolo. Cambi della disperazione per Spalletti. Dentro Zaccagni e Lucca per Ricci e Kean, e mancano solo 5 minuti al 90esimo. Boh? Avrà ragione lui. Che dire, almeno con un secondo tempo non male abbiamo attenuato la vergogna per i primi indecenti 45 minuti. 360 secondi di over time. Dai azzurri, arriva il rigore per la nostra nazionale e possibilità di pareggio. Raspadori sul dischetto, non sbaglia ed è 3 a 3, totale 5 a 4. Solo Italia in campo, supremazia completamente ribaltata, ma primo tempo da dimenticare e per sempre.
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