Questa la nota giunta in redazione da parte del partito Speranza per Caserta.
"Sabato 3 febbraio u.s. si è riunito il Comitato dei Garanti per valutare, in considerazione dello Statuto e del Codice Etico, condiviso e sottoscritto, la correttezza delle scelte compiute dai rappresentanti istituzionali iscritti al Movimento politico Speranza per Caserta.
Con sconcerto - si legge nella nota - ha appreso dalla stampa che l’Avv. Antonello Fabrocile, iscritto al Movimento e consigliere comunale di Speranza per Caserta, in prossimità delle elezioni nazionali, ha ritenuto di accettare la candidatura in un nuovo partito e annunciato – nel corso dello svolgimento dell’ultimo Consiglio comunale – di abbandonare il Gruppo consiliare Speranza per Caserta per approdare ad un fantomatico gruppo misto comunale.
Decisioni “personali” dell’Avv. Antonello Fabrocile compiute senza dare comunicazione alcuna agli organismi politici e di garanzia del Movimento come almeno la buona educazione avrebbe imposto.
Con ciò contravvenendo al combinato disposto al comma 1 degli art. 8 e 12 dello Statuto che rispettivamente dispongono che:
È il caso, a tale proposito, di evidenziare - continua la nota - che lo stesso si sia sottratto dal partecipare alle riunioni del Movimento regolarmente convocate e svoltesi per discutere e decidere in merito!
Infine il Codice Etico al punto 2. lettera f) del Capo III – Responsabilità personale – recita: “Le donne e gli uomini eletti nelle liste del Movimento Speranza per Caserta si impegnano, tra l’altro, a: dare le dimissioni da consigliere nel caso in cui non si riconosca più nella strategia del Movimento o nelle sue linee di azione politica previste dal Programma elettorale” e decise in Assemblea.
Da ciò ne è derivata la immediata e conseguente espulsione da Speranza per Caserta annunciata dal Coordinatore stesso del Movimento.
È bene ribadire che il Movimento politico “Speranza per Caserta” non si scioglie in nessun partito e manterrà la sua identità anche considerata l’attualità del contenuto costituente dell’Appello “C’è speranza!” di Sergio Tanzarella il 31 dicembre 2009, esplicitamente richiamato nell’articolo 5 dello Statuto, con lo scopo di dare vita alla costruzione di “un’alternativa a tutti i partiti politici, alle loro clientele e alla logica aberrante del potere concepito come dominio delle coscienze e possesso di privilegi e benefici, alla politica ridotta ancora una volta come ricerca del compromesso e della cura di affari privati e familiari.
Non si tratta, perciò, di sostituire una classe dirigente con un’altra ma di restituire al popolo sovrano il diritto alla partecipazione diretta e responsabile.”
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