La strada dei segnali rampanti: secondo appuntamento con la rubrica Strano e casertano
Non è giusto ridurli a semplici pezzi di metallo fissati in cima a un palo. Sono ben più di questo: dischi, rettangoli, quadrati colorati di vernici variopinte. Fulgidi e splendenti alla luce del sole, capaci di carpire e riflettere quella notturna di fari e lampioni. Sentinelle di sicurezza della circolazione veicolare, guida degli automobilisti, i segnali stradali sono nobili manufatti al servizio della cittadinanza. Alcuni di questi splendidi derivati dell'ingegno umano, nella nostra città, hanno deciso di vivere tra gli alberi. Ispirando la loro esistenza, forse, al 'Barone rampante' di Italo Calvino, probabilmente per protesta verso chi dovrebbe assicurare la giusta visibilità ai loro sgargianti colori, come Cosimo Piovasco in quel meraviglioso romanzo per protesta verso i nobili genitori che gli avevano negato un piatto di lumache, alcuni di loro hanno scelto in pudica mestizia di ritirarsi tra i rami. In Viale degli Aranci e viale degli Ulivi, in zona parco degli Aranci, affaticati gli automobilisti li cercano tra la vegetazione, anelanti le loro preziose indicazioni. "Fermati, c'è un incrocio" sussurra lo stop nascosto tra i rami; "Occhio devi svoltare per forza a destra" dice la freccia bianca in campo blu parlando dalle cime di un arbusto; "Bada che qui non puoi parcheggiare" gli fa eco il divieto di sosta abbarbicato ad un alberello. Ma da dentro le frasche la loro voce arriva troppo flebile e c'è pure il rischio che qualcuno alla guida, nel cercare di carpire da dove provenga, si distragga commettendo qualche infrazione o peggio. Cosimo Piovasco, 'Il barone rampante', su quegli alberi ci visse tutta la sua esistenza, salvo aggrapparsi al tramonto della sua vita all'ancora di una mongolfiera per poi lanciarsi in mare. I 'Segnali rampanti' di parco degli Aranci, sperano di non dover adottare una si drastica soluzione. Basterebbe un pio giardiniere a cancellare la loro insoddisfazione ed a restituirli ad antico splendore. I casertani, ben consci di quanto preziosi siano i loro amici segnali, incrociano le dita e sperano di rivederli presto liberi dalla loro verde prigione.
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