STORIE IN BIANCO E NERO/GLI EROI DI WLOCLAWEK (a cura di Camillo Anzoini)






Articolo pubblicato il: 28/11/2017 09:29:53

Il giorno del sorteggio dei gironi di Eurocup, moltissimi casertani invasero i vari siti di voli lowcoast per prenotare almeno una trasferta del trittico uscito dall’urna. Esclusa Samara per ovvi motivi, praticamente tutti optarono per il viaggio a Berlino: un oceano bianconero invase la capitale tedesca e la O2 Arena. La Juve perse ma poco cambiò, era bello esserci. Fummo otto (cinque tifosi più tre cronisti), invece, ad avventurarci a Wloclawek. La Juvecaserta era già qualificata al turno successivo, la scomoda trasferta polacca arrivò a pochissimi giorni dal Natale, perché andare? Eppure andammo io, Fabio e Ornella in qualità di cronisti, Peppe, Enzo, Marco, Giovanni e Simone come tifosi. Arrivammo il giorno prima a Varsavia; la prima notte la passai coi cinque tifosi. Ostello Oki Doki (consigliatissimo), rapida selezione delle camere (due triple) e poi via alla conquista di Varsavia con Enzo a farci da Cicerone. Quella notte conoscemmo dei tifosi del Legia, ridemmo e scherzammo, finimmo in un locale dove la maglia di Giovanni (dedicata al portiere polacco Boruc) fece sfracelli e venne ammirata. Passammo una serata meravigliosa sotto una tormenta di neve. Il giorno dopo, in treno, verso Wloclawek. Ricordo ancora lo sguardo attonito dei giocatori bianconeri e dei tifosi polacchi quando entrarono nel settore ospiti. Cantarono, ballarono, fecero tanto baccano che, a volte, mi sembrava di stare al Palamaggiò. La Juve perse, macchisene… quella di Wloclawek resta una trasferta memorabile che conservò per sempre nel cuore e consacrò cinque pazzi ragazzi alla storia bianconera. Ps. Quella notte a Wloclawek finì la serata in una sorta di autogrill locale in mezzo a brutti ceffi alla ricerca di cibo e bevanda. Ma questa è un’altra storia.

Camillo Anzoini