C’è un capitolo inesplorato nel pianeta multiforme degli scandali e sarebbe rimasto in sordina se non fosse deflagrato il caso Oxfam. In verità l’ignobile verità sui fondi europei concessi all’Organizzazione non governativa britannica è tanto eclatante da da sommergere magagne di pari genere. Da non dimenticare le numerose di cui è costellata la storia del nostro Paese. Le truffe degli appalti per le opere pubbliche, la tangentopoli delle ricostruzioni post terremoti, le speculazioni sugli aiuti umanitari.
Lo sconcio del denaro destinato a far rivivere Haiti, devastata dal terremoto (300mila morti), speso in orge negli alberghi pagati con i finanziamenti umanitari per fare sesso con giovani prostitute, squarcia il velo di omertà che impedisce di accertare altri numerosi episodi di uso illecito di ingenti risorse. Certo, il caso Oxfam è di inaudita gravità in assoluto, ma rivela un suo aspetto specifico, inqualificabile: i vertici dell’organizzazione e l’intero staff, al corrente di quanto avveniva, si sono cuciti la bocca e sono diventati complici omertosi. L’Ong si difende: “Abbiamo mandato via alcuni dipendenti”. L’inchiesta del Times denuncia che l’Oxfam ha coperto i suoi operatori e ha insabbiato ogni cosa. Un particolare sconcertante è stato rivelato dal Times. Durante i festini sessuali le giovani prostitute (alcune probabilmente minorenni) indossavano magliette con la scritta Oxfam prima di spogliarsi.
Si è dimesso van Hauwermeiren, capo missione di Haiti, per aver ammesso di avere ingaggiato le prostitute, ma, incredibile a dirsi, è poi diventato capo missione per Action Against Hunger in Bangladesh. Il direttore italiano Barbieri di Oxfam ha dichiarato che l’azione umanitaria non è mai stata interrotta e le sue parole, che destano seria perplessità, sollecitano la domanda: “Ma che razza di controllo ha esercitato il vertice dell’organizzazione se i dipendenti potevano accedere ai fondi per pagarsi le orge?” Assume i caratteri dell’inverosimile la notizia che Mark Goldring, massino esponente di Oxfam era al corrente di quanto avveniva ad Haiti. Avvertito Helen Evans, responsabile delle tutele sulle norme di comportamento, l’ha ignorata e ha disatteso a un incontro per affrontare lo scabroso argomento degli abusi.
Il turpe episodio di Haiti non è il solo accertato. E’ stato preceduto da un caso simile avvenuto nel Ciad il 2006. Si è dimessa anche Penny Lawrence, seconda carica dell’Oxfam, consapevole di non aver adottato misure adeguate, comportamento giudicato dalla ministra inglese Mordaunt come in fallimento morale.
Dal Times numeri impressionanti. Per l’Ong (32 milioni sterline incassati dal governo inglese) lavorano cinquemila persone dello staff e ventitremila volontari. Solo nel 2017, lo rivela il quotidiano, si sono verificati ottantasette casi di abusi sessuali e davvero non si capisce perché Theresa May e il suo governo non abbiano reciso alle radici questo bubbone che induce a indagare sull’intero comparto degli aiuti umanitari. In Italia, perché no, partendo dall’assassinio di Ilaria Alpi e dalle sue inchieste, zittite a colpi di mitra.
Luciano Scateni
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