Il mondo della prepotenza detiene le leve del potere politico, finanziario e perfino culturale se si osserva con la dovuta indipendenza di giudizio il colossale imbroglio delle cosiddette installazioni, inventate e sostenute da spregiudicati mercanti d’arte che hanno promosso a capolavoro la famigerata “merda d’artista”.
Le sorti dell’intera umanità sono nelle mani avide di burattinai che muovono a loro piacimento gli uomini marionette. L’avidità sembra condannare la Terra all’estinzione, per non intervenire sul riscaldamento che arricchisce petrolieri e altri detentori di energia sporca. Una cinquantina di guerre e la corsa sfrenata a riempire gli arsenali di armi sostengono la turpe produzione di missili, kalashnikov, carrarmati, bombardieri, elicotteri offensivi. Le multinazionali alimentari, farmaceutiche, di tecnologie avanzate condizionano la vita dei popoli. Ricchi sempre più ricchi, povertà in drammatico crescendo: le dinamiche della diseguaglianza assumono ritmi devastanti.
Non c’è angolo del pianeta esente dalla tracotante prepotenza delle mafie. Gli episodi della periferie romane, pur così marginali rispetto alla complessità del fenomeno, esemplificano lucidamente le caratteristiche della loro diffusione, di là dalla stagione sanguinarie degli attentati e delle faide, abbandonata per pianificare la penetrazione nell’intero tessuto sociale, della finanza, delle imprese, dei servizi. Il delinquente del clan Spada, che ha usato violenza su una troupe televisiva, ha marcato il principio mafioso del “qui comando io” e identica motivazione è alla base del pestaggio di appartenenti alla gang Casamonica di una disabile e del gestore di un bar che ha osato opporsi alla tracotanza dei due malviventi, l’aggressione dei Casamonica a un’altra troupe Rai.
Il faticoso lavoro diplomatico della presidenza Obama, per mettere in mora il rischio di inasprimento delle tensioni in Medio Oriente, è stato vanificato dal guerrafondaio Trump che in combutta con Netanyhau ha stracciato platealmente l’accordo sulla riduzione del boicottaggio anti Iran, Paese responsabile, secondo il corrotto presidente israeliano di preparare bombe atomiche potenti quanto quelle sganciate dagli americani sul Giappone. Ammesso sia vero, quale logica internazionale ammetterebbe la pericolosità degli arsenali nucleari detenuti da Stati Uniti, Russia e da molti altri Paesi, Israele incluso e la vieterebbe ad altri, per esempio all’Iran? Nel pieno del complicità Washington-Tel Aviv, con corollario di solidarietà europee, i cecchini continuano a uccidere e ferire palestinesi al confine con il territorio di Gaza ed è di oggi la notizia di una pioggia di missili israeliani sulla Palestina. Tel Aviv avvia un pericoloso quanto sospetto riarmo, si affaccia in Siria con raid militari e richiama i riservisti, chiaro segnale di mire espansionistiche in un’area che in un disastroso dopoguerra proporrà allettanti affari per la ricostruzione. In Italia, se non bastasse l’incomprensibile e sicuramente prepotente decisione di esportare la partenza del Giro d’Italia a Gerusalemme, le forze dell’ordine caricano chi manifesta contro, in margine alle prime tape italiane del Giro.
Nel Bel Paese, l’ormai bimensile vacanza di governo diventa pericolosa per l’economia e la politica, non solo nazionale. Esempi di prepotenza? Il rude Salvini, rivolto al presidente della Repubblica dice testualmente “L’incarico lo deve dare a me”. Di Maio delegittima Berlusconi e non spetta certamente a lui, ma al sistema giudiziario-istituzionale e prova a bypassare la legge elettorale in vigore, con la pretesa di accelerare l’eventuale nuovo turno a Luglio, in piena estate, a rischio di una clamorosa astensione dal voto. E anche questa è l’Italia.
Luciano Scateni
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