L’anno sabatico consente ad alcune categorie di lavoratori di sospendere l’attività quotidiana per dedicarsi ad approfondimenti o comunque ad altri interessi. Le nefandezze del pianeta calcio, violenze di ultra, corruzione e risultati falsati da chi sta dietro alle scommesse, enormità nella valutazione di giocatori del cosiddetto calcio mercato, inducono al pio desiderio di un anno sabatico, mondiale, anche per il gioco del pallone, per azzerarlo e ricominciare con una verginità che lo ristrutturi strutturalmente. Ingenua utopia? Ovviamente sì, ma sognarla è gratis. In questa stagione di stop vacanziero dei campionati tiene banco la deplorevole “compravendita” di calciatori, il cosiddetto mercato. Protagonista, parzialmente consapevole, di una caccia all’uomo, è il giovanissimo Donnarumma, che i soliti ignoti hanno ribattezzato Dollarumma con esplicita allusione all’esodo del talentuoso dal Milan per altri lidi. Il giovanotto, accusato di libido per milioni di euro è difeso dal suo agente, tale Raiola, che lo libera di ogni responsabilità dell’addio al Milan: “Dipende solo da me”, dichiara pubblicamente e dice la verità. Il ragazzo di Castellammare di Stabia non è più padrone di se tesso da quando imberbe è diventato un assistito del talent scout e non c’è calciatore che non ambisca a un futuro alla Donnarumma, che appena diciottenne è corteggiato dai più blasonati e ricchi club europei, predestinato a ricevere l’eredità di Buffon come numero uno della nazionale. L’incredibile conato di odio dei tifosi milanisti, lo racconta Raiola, investe il suo assistito con insulti, striscioni ingiuriosi e perfino con minacce di morte alla famiglia. I ben informati sostengono che il portierone sia destinato a rendere ancora più forte gli spagnoli del Real Madrid, che sembra debbano rinunciare al super asso Ronaldo. Per Donnarumma, il club campione d’Europa sarebbe pronto a sborsare, una cifra a sei zero, molti di più dell’offerta Milan (50 milioni lordi). Nessuna sorpresa ma un moto di ripulsa sì, sostenuto dalle follie dei ricconi cinesi che “comprano” giocatori e allenatori italiani a vagonate di euro, anche per giocatori a fine carriera e non proprio all’apice della forma. Agli uomini di buona volontà, liberi dalla letale dipendenza dalla droga calcio, dunque con testa raziocinante, andrebbe rivolto l’invito a firmare l’appello virtuale per una pausa di riflessione (di un anno?), utile a liberare il mondo del calcio delle tossine accumulate e a ridargli la “leggerezza” del gioco, tra i più belli, ma inquinati del mondo.
Luciano Scateni
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