Quanto si dice nel confessionale è segreto, come la diagnosi del medico o il dialogo cliente-avvocato. Fosse noto sarebbe interessante conoscere quanti napoletani dopo il quarto gol degli azzurri hanno generosamente tifato per i cugini giallorossi. Ipotesi condivisa dagli azzurri che con alle spalle un reboante 4 a 0, nella seconda parte del match hanno ridimensionato velocità, grinta e ricerca aggressiva del gol. Gli ultimi due gol non contraddicono l’atteggiamento rilassato del Napoli, perché conseguenza di due intemperanze difensive nell’area di rigore beneventana. Giustiziere dagli undici metri Dries Mertens, evidentemente interessato a non perdere colpi nella classifica dei marcatori, per il momento dominata dal mitico Dybala, che anche oggi ne ha messi a segno tre contro il Sassuolo.
Uno spiritoso prologo del derby campano ha fatto sorridere il San Paolo. Uno striscione di tifosi sanniti si raccomandava così al protettore celeste di Partenope: “San Gennaro, ricordati, sei nato a Benevento”. Appello inascoltato, perché il santo è parte indissolubile della città che lo ha adottato ed eletto a protettore.
Confronto impari al San Paolo e punteggio da tennis. Un sei a zero pari a quello che il super Nadal rifilerebbe a uno sconosciuto avversario, numero trecento nella classifica ATP. Oltre il punteggio, dicono tutto i numeri, espressione inequivocabile di questa non partita: la squadra di Baroni non ha fatto un tiro in porta nei novanta minuti, azzurri sempre primi su ogni pallone, possesso palla imparagonabile, gol sfiorati potenzialmente in grado di arrotondare la goleada e di molto.
Sarri sorprende gli addetti ai lavori, certi di assistere a un consistente turn over, in vista dell’impegnativo mercoledì romano in casa della Lazio. In campo c’è invece la formazione tipo. Partenza con il turbo, Benevento smarrito, come un pugile dopo aver subito un diretto al mento, irretito dalla perfezione da una macchina da gol irresistibile e se il primo uppercut arriva dopo appena tre minuti è subito chiaro il futuro del derby. L’opacità di inizio campionato di Hamsik svanita di colpo, come il brutto ricordo di Insigne della parentesi con la nazionale e sulla pagella degli azzurri un meritato 8 affianca la squadra al completo (con l’ovvia esclusione di Reina, disoccupato di lusso): difesa impeccabile, centrocampo autorevole, ispirato, attacco incontenibile.
La cronaca: Allan, in forma strepitosa, si proietta nella metà campo beneventana. Assist per Mertens, gran botta del belga, Belec respinge come può. Irrompe Allan e quasi sfonda la rete con una bordata potente. Minuto tre, uno a zero, reazione nulla dei giallorossi, annichiliti. Potrebbe raddoppiare Callejon all’ottavo. Conclusione di testa sul solito cross da sinistra, palo sfiorato. Al minuto quindici Insigne compie una magia. Riceve il pallone spalle alla porta, gira su stesso alla velocità della luce, tiro da fermo, pallone nel sette, alle spalle dell’incolpevole Belec. Due a zero.
Solo Napoli in campo, un Napoli che incanta e le magie non sono finite. Il genio di Insigne inventa un assist che con andamento parabolico raggiunge Mertens. Il belga con una gesto atletico da acrobata devia il pallone alle spalle di Belec. Napoli sazio? Mai. A conclusione di una delle tante imprendibili triangolazioni degli azzurri il pallone finisce alla portata dei piedi buoni di Callejon. Quattro a zero.
I fantastici tifosi beneventani al seguito della squadra non smettono di incoraggiare i giallorossi e si spiega. Essere al San Paolo, in serie A, contro il mitico Napoli, è un buon motivo per far festa e festa è.
Poco da dire sulla seconda parte della gara. Il Napoli si acquieta, forse per non infierire sui cugini campani, forse per risparmiare fiato e muscoli per la trasferta romana di mercoledì. Il Benevento non crea problemi, rassegnato e stanco. Sarri invita al riposo Insigne (dentro Giaccherini) e Callejon (dentro un interessante Ounas). La difesa beneventana fiaccata dal lavoro intenso, per contrastare lo strapotere degli azzurri, commette due falli da rigore, su Giaccherini e Ounas. Due volte sul dischetto Mertens, due volte il pallone alle spalle di Belec. Sei a zero, a riposo anche il belga e al suo posto Rog. Un Napoli a questa dimensione mercoledì non avrà nulla da tenere dalla Lazio e tantomeno dal retour match San Paolo con gli ucraini dello Shakhtar.
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