La fortuna non aiuta solo gli audaci come dimostra lo 0 a 0 tra Juventus e Inter che regala la finale di Coppa Italia ai bianconeri grazie alla vittoria nel match di andata. Dà una mano anche ai potenti del calcio. La premessa introduce l’idea non esaltante di un possibile doppio confronto degli azzurri, il prossimo sabato prossimo, un altro per la finale di Coppa se il Napoli avesse la meglio nella sfida di stasera a Bergamo, il terzo per recuperare la partita di Torino non disputata. Non è il miglior Napoli quello che Gattuso può mandare in campo e soprattutto in difesa, orfana di Koulibaly, positivo al Covid, come Ghoulam e di Manolas, in infermeria per la distorsione alla caviglia (fuori almeno un mese), ma anche di Mertens reduce non completamente ristabilito di un brutto infortunio: già nel corso della sconfitta al Maradona con il Genoa, gli azzurri hanno denunciato seri problemi di tenuta nel contenimento dei veloci contropiedi dei liguri. Al Gewiss Stadium genovese Gattuso deve sperare che non sia un handicap l’inedito e scarso affiatamento Maksimovic-Rrhamani. Ma Gattuso non ha pensato alla possibilità di spostare Di Lorenzo centrale, a fianco di Maksimovic, come è già accaduto, e utilizzare Mario Rui oltre a Hysaj per completare il pacchetto difensivo? La sfida di Coppa contro una delle formazioni che interpretano il miglior calcio in Italia ha in sé significati che esulano dal prestigioso obiettivo di accedere alla finale. A Gattuso si propone un nuovo esame di qualità della squadra, la verifica di una personalità finora assente, la dimensione di tecnico di una squadra costruita per competere con le big del campionato e in Europa. Una quota cospicua di chance per superare il test è affidata al desaparecido Osimhen, out per tre lunghi mesi. Su di lui contano gli azzurri per superare l’handicap della scarsa concretezza offensiva. Alla sua destra la garanzia di Lozano, il più in forma degli azzurri e Insigne sinistra, capace di eccezionali imprese balistiche. È di nuovo disponibile Fabian Ruiz, ma forse non è ancora rodato per un match così impegnativo. Gasperini non dispone di Hateboer, al 50 percento di Maehle e di Romero, squalificato. La migliore ipotesi per un possibile riscatto di Gattuso sarebbe la vittoria sull’Atalanta e per accedere alla finale basterebbe anche il pareggio con almeno un gol all’attivo. Arbitra il romano La Penna, fischietto abbonato alle partite degli azzurri, pronti…via. Di Insigne il primo tentativo, pallone a lato al quarto minuto dopo un buon lancio di Di Lorenzo in profondità per Osimhen. Il primo tiro dell’Atalanta è di Muriel. Nessun pericolo per Ospina. Lozano guadagna una punizione al settimo. Batte Zielinski respinge la difesa, ma sui piedi di Insigne. Tiro al volo, di poco a lato. Un fallo netto su Osimhen è ignorato da La Penna e chissà perché. Al settimo guadagna campo l’Atalanta. Nessuno controlla Zapata, che ha tutto il tempo per posizionarsi al meglio. Grande conclusione, 1 a 0 per l’Atalanta. Ma chi doveva marcare Duvan? Boh? Ahi, ahi, ci sono tutte le premesse per una Caporetto azzurra. Lozano, come sempre, è vittima di falli, anche cattivi. Guadagna punizioni, ma non gli consentono di proiettarsi a rete. Fallosetti questi bergamaschi e forse La Penna tollera troppo. Anche Osimhen riceve attenzioni non proprio garbate degli orobici. Al minuto sedici triangolazione in totale libertà dei bergamaschi, Pessina riceve in area senza marcature e battere Ospina è un gioco da ragazzi. Due a zero. Maximovic e Rrhamani? Assenti. Non è una novità. Il Napoli sembra non aver un progetto di gioco, di quelli che si interpretano a memoria. Poca personalità e rete di passaggi sterile. Al contrario, la squadra di Gasperini sembra eseguire uno spartito provato e riprovato mille volte. Questo Napoli è un collettivo di smarriti, senza bussola e dunque senza rotta. Il maggior volume del suo gioco è fatto di passaggi all’indietro e nessuno schema, nessuna invenzione per proiettarsi a rete. Muriel un passo del 3 a 0, ancora una volta libero di tirare senza opposizione. Finora neppure un tiro degli azzurri nello specchio della porta difesa da Gollini. Angolo per i nerazzurri al 40esimo, senza esito. Al via delle partite i telecronisti promettono di raccontare un match spettacolare ed è quasi sempre una promessa di marinai. Come stasera. Mario Rui per Hysaj acciaccato, a un niente dal riposo. Quasi zero Napoli per i primi 45 minuti. Si chiude con un corner per gli orobici, lo batte Muriel, Zapata manda a lato. Tutti negli spogliatoi e il Napoli, o trova l’elisir per cambiare segno all’incontro o si deve ammettere che il periodo buio in cui si muovono gli azzurri non vede ancora la luce. Non un solo pallone giocabile per Osimhen, Incredibile, ma vero. Sembrerà un azzardo pensare e dire che questo Napoli sta in campo quasi ‘contro’ Gattuso, ma è mai possibile che sia così demotivato, approssimativo, senza nerbo, se non per un motivo recondito? Second time, prevedibili cambi di Gattuso, ma non è certo questo il problema di una squadra priva di navigatore satellitare. Comunque Politano per Elmas per dare sprint all’attacco degli azzurri, anche se la scelta di Gattuso induce Insigne ad arretrare. È subito angolo per gli azzurri e lo procura proprio Politano. Come si poteva immaginare gli azzurri sono aggressivi e si potrebbe forse assistere a un’altra puntata di ‘un tempo no, uno sì’ del Napoli. Per un niente Lozano, proiettato in area di rigore, non riesce a deviare in rete un lancio perfetto di Bakayok. Peccato davvero. Solo Napoli nei primi sei minuti. Un altro fallo su Insigne in proiezione offensiva è ignorato da La Penna. Dai e dai gli azzurri trovano la rete al minuto 53. Azione pressante di Bakayoko, respinta di Gollini, ribatte due volte Lozano e la seconda è gol. 1 a 2 e il Napoli continua a premere. La Penna tollera spinte e spintoni dei bergamaschi senza sanzionarli. L’Atalanta ora si preoccupa soprattutto di tenere palla e far trascorrere i minuti. Poi di nuovo in avanti Zapata e compagni, anche grazie al gioco illuminato di Ilicic. Lobotka e Demme dentro, Bakayoko e Zielinski sotto la doccia. Osimhen è vittima di falli duri e La Penna tiene il cartellino stretto in tasca. Palomino, già ammonito, sarebbe stato espulso. Gran tiro di Ilicic al minuto 68, Ospina alza oltre la traversa. Corner senza conseguenze. La sfuriata degli azzurri si placa e l’Atalanta torna a essere pericolosa. Altra legnata di Pessina, si oppone di nuovo il portiere napoletano. Cambio di Gasperini: Caldara per Palomino. Petagna per Osimhen? Per il momento Gattuso non ci pensa. Al minuto 75 Osimhen sfiora il gol e Gollini compie un miracolo. Con una deviazione in extremis salva l’Atalanta. Attaccano gli azzurri, gli orobici non dominano più, anzi, ma un improvvido caso di smarrimento generale consente a Ilicic di offrire un pallone filtrante a Pessina, che con un perfetto, piccolo lob, a un niente da Ospina segna il gol del 3 a 1, nel momento migliore degli azzurri. Ora ci pensa Gattuso e manda in campo Petagna. Due corner consecutivi per gli azzurri al minuto 82, nessun esito. Mario Rui impegna Gollini ed è angolo. Ci prova Politano con una delle solite conversioni al centro dalla destra, pallone in curva. Cinque minuti al 90esimo. Corre il cronometro e Gattuso deve iniziare a chiedersi il perché di un primo tempo scellerato, rinunziatario, passivo. Lozano, sgroppata di trenta metri, tiro teso, ma prevedibile. Pasalic per Pessina e tre minuti di extra time. Insigne segna, ma dopo essersi portato il pallone in avanti con un braccio. Pochi secondi al fischio finale e come diceva Bartali, forse per il Napoli è tutto, o quasi tutto ‘da rifare’.
Luciano Scateni
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