Articolo pubblicato il: 24/11/2016 15:31:56
Che dire, se non con parole di apprezzamento, di un’insegnante di italiano che assegna agli studenti di terza media il tema “Guardati in giro”. Traccia insolita, stimolante, onnicomprensiva di quanto accade sotto gli occhi esperti degli adulti, ma dei ragazzi di tredici anni? Come Lorenzo, che smanetta sullo smartphone e pone quesiti a Internet. Lo interroga su questioni dibattute in casa dai genitori e dalla sorella, di cinque anni più grande. Il tour informatico è però ricerca inconsapevole, vaga, estemporanea, priva di un progetto razionale . Restituisce poco e male. Livia, sorella saggia e informata in ampiezza di interessi, gli propone un nucleo articolato di accadimenti e analisi sociologiche e politiche da esplorare: grandi ricchezze, povertà crescenti; accoglienza dei migranti e xenofobia; i muri di respingimento dei Paesi membri della comunità europea; la libertà di espressione negata (Erdogan); il terrorismo jihadista; l’economia dei Paesi emergenti, Cina e India; la rivoluzione di papa Francesco; il calcio milionario; corrotti e corruttori; le infiltrazioni delle mafie nel tessuto economico dell’Italia; l’esodo dei giovani in cerca di lavoro qualificato; il gap del Sud nell’Italia divisa; il made in Italy e l’invasione di cineserie; l’offerta televisiva; la smartphone mania; il futuro climatico del mondo e l’energia pulita; la democrazia imperfetta che avvelena il clima politico, a scapito della di problemi storici del Paese. La lista non si ferma qui ma è sufficiente a mandare in tilt il povero Lorenzo che rinuncia a esplorarla, per pigrizia e consapevolezza delle dimensioni dei guai del mondo. Nel tentativo di azzerare lo sconforto per un’impresa impossibile, si ritrova a sfogliare la Repubblica, a caccia di uno spunto che gli consenta di esaurire con il minimo sforzo il compito assegnato. Sceglie di soffermarsi sull’attualità di due episodi politicamente di segno opposto, ma analoghi per colpevoli trasgressioni dell’etica. E scrive di De Luca, presidente della giunta regionale campana, che in un “fuori onda”, cioè a telecamere spente, si è vendicato dell’inclusione nella lista di impresentabili stilata da Rosy Bindi due giorni prima di un’importante tornata elettorale, con riferimento a un presunto reato da cui l’uomo politico del Pd è stato poi assolto. De Luca definisce la Bindi “infame, da uccidere” e solleva un mare di contestazioni. Il governatore , qualche giorno dopo, è nel pieno della bufera per le pressioni che avrebbe esercitato su amministratori locai, invitati a votare e far votare SI al referendum costituzionale del 4 dicembre con qualunque mezzo. L’iniziativa diventa un esposto del Movimento 5 Stelle alla magistratura. Sfogliata un’altra pagina Lorenzo legge perplesso delle inchieste su irregolarità di grillini nella presentazione delle liste presentate elettorali in Sicilia e in Emilia, di firme copiate e falsificate, di elettori non idonei. E’ sbigottito. Anche se superficialmente interessato dalla politica e smarito nei suoi meandri, non ha nascosto la simpatia per il movimento 5 Stelle, scanzonato, giovane e dissacratore, cioè vicino alle aspettative di un ragazzo qual è. Ha condiviso l’anticonformismo del Movimento, le novità del guru Casaleggio. La notizia delle firme false lo sconvolgono e non meno la contiguità con l’altro episodio di grillini presunti responsabili delle irregolarità a Bologna. il coinvolgimento nella vicenda, tutto da dimostrare, dell’erede di Casaleggio, il figlio chiamato a prenderne il posto. La parola fine, in calce al tema, è liberatoria ma non fa i conti con il giudizio della prof. “Potevi fare meglio, la tua visuale è limitata, azzarda giudizi, 6 meno”.
Luciano Scateni