Articolo pubblicato il: 06/11/2019 10:38:24
Improvviso, non completamente inaspettato, irrompe nella storia della stagione 2019-2020 il castigo del padre padrone del Napoli calcio. Il rude De Laurentiis, in veste di solitario fustigatore spedisce la squadra in ritiro. S’incavola Ancelotti, all’oscuro della decisione, la prendono molto male i giocatori. Stasera, nel retour match con il Salisburgo, vedremo se il ‘castigo’ darà una scossa alla squadra, che in un amen è decaduta in settima posizione, a undici punti in meno della Juve. A De Laurentiis si addebita una gestione aziendalistica sui generis, nel senso che i finanziatori “a fondo perduto” dei maggiori club, investono senza pretendere il pareggio di bilancio tra dare avere. In Italia, per intenderci, è quanto avviene per la Juventus di Agnelli, l’Inter, il Milan, la Roma. Nel Napoli la tendenza va in tutt’altra direzione. Come giudicare altrimenti l’esodo dei due registi Jorginho e Diawara, del possente Zapata, le manfrine propagandistiche di mercato, gli innumerevoli annunci di ‘colpi’ solo verbali (Icardi, solo per fare un nome) sfumati nel nulla, la trattativa non andata a buon fine, ma a un passo dalla conclusione Allan-Psg? E soprattutto, è una maliziosa supposizione il patto con Ancelotti per valorizzare tutto l’organico in funzione di future vendite che fa registrare il record di quattordici formazioni mandate in campo in altrettante gare? Un esempio? Le apparizioni di Ospina in alternativa con Meret, titolare di diritto e riconosciuta garanzia, gli inserimenti a corrente alterna di Younes, Elmas, Lozano, Llorente. Senza clamore, perché non si vuole minare anzitempo la credibilità del Napoli calcio, trapela però la critica al celeberrimo tecnico degli azzurri di assecondare la linea “editoriale” del presidente, con il risultato di impedire alla squadra l’amalgama, che forse con qualche esagerazione, aveva ottenuto Sarri dai suoi undici ‘titolarissimi’. Il Napoli-Salisburgo di stasera può risolvere i rebus proposti dal rendimento modesto degli azzurri, può chiarire se è giustificato il rilievo di una squadra in grado di esprimersi al meglio solo per un tempo, le baruffe con Insigne, il mistero di un difensore straordinario qual è Ghoulam, che Ancelotti tiene in panchina “perché non si allena come dovrebbe”. È in sciopero ‘’bianco’ il franco-algerino, per favorire l’esodo? Vincere stasera con gli austriaci del Salisburgo darebbe al Napoli la certezza di accedere agli ottavi della Champions League e di mettere in cassaforte un bel gruzzolo di milioni. La rabbiosa reazione di De Laurentiis al settimo posto in classifica degli azzurri, ha una sua ragione nel rischio di perde i 60/70 milioni di euro che garantisce la partecipazione alla Champions alle prime quattro del campionato.
Arbitra il polacco Marciniak di fronte ai 40mila del San Paolo, in buon numero considerato il giorno feriale e nonostante la vigilia travagliata degli azzurri. Due piccoli in avanti è la scelta Ancelotti (e Milik?), in difesa Maximovic preferito a Manolas. Manca Allan, infortunato e non è assenza di poco rilievo per l’efficacia della diga difensiva a centrocampo. Dopo un pomeriggio di bombe d’acqua, non piove sul San Paolo.
Pronti, via…
Grade parata di Coronel su deviazione pericolosa di Onguene, rischio autogol, poi legnata di Zielinksi di poco alta. Secondo angolo per il Salisburgo al settimo, testa di Onguene, quasi gol e quasi gol di Zielinski all’ottavo dalla distanza. Tragedia: al decimo Koulibaly atterra Hwang, rigore. Che ingenuità. Batte Halland, capocannoniere della Champions, 1 a 0. Gelo sul San Paolo. Errore non da Koulibaly, che continua a non somigliare al centrale perfetto di un anno fa. Al 13 schiaccia di testa Callejon su cross di Insigne, palo interno. Continua la iella dei pali colpiti dagli azzurri. Reagisce il Napoli, buon segno. Il Napoli difende male sui calci d’angolo battuti da Junuzovic, che serve largo, ai limiti dell’area di rigore a compagni senza marcatura. 19esimo, Insigne, molto alto sulla traversa. Il Napoli fa la partita, ma gli austriaci sono in vantaggio. Fiato sospeso per i 40mila del San Poalo e tifo in sordina, di delusione. 23esimo azione perfetta, Insigne salta due difensori, serve Callejon. Cross teso, Insigne per un niente non devia in porta. Bello spunto di Lozano pochi secondi dopo e grande respinta del portiere austriaco. Il Salisburgo è pericoloso in contropiede con il velocissimo, imprendibile sudcoreano Hwang. Koulibaly è assatanato. Quando supera la metà campo diventa un attaccante aggiunto, quasi a farsi perdonare la colpa del rigore che ha dato il vantaggio al Salisburgo. Se ne va la metà del primo tempo. 33esimo: Mertens per Fabian, assist per Insigne che da posizione simile al calcio di rigore manda alle stelle. Non si può sprecare un’occasione così. Testa di Koulibaly su calcio d’angolo, poco alto sulla traversa. Insigne deve migliorare la mira. Niente male finalmente Lozano. Il gigante senegalese gioca a tutto campo, è dovunque. Ammirevole. Sei minuti al riposo. Al minuto 42 Insigne-Fabian, alto. 44esimo, ripartenza velocissima, Insigne avanza, assist per Lozano, gran botta nell’angolo alla destra di Coronel, 1 a 1 strameritato. Il var conferma. Tre minuti di recupero. Nuovo pericolo per il Napoli che lascia sempre libero un austriaco di concludere. In troppe circostanze distrazioni del pacchetto difensivo degli azzurri. Spogliatoi per tutti e compito per Ancelotti di registrare il reparto che ha rischiato non poco sui capovolgimenti di fronte. A proposito, 13 pali del Napoli fra campionato e Champions. Pagelle parziali: Meret senza voto, disoccupato, insufficienza per il pacchetto difensivo, Fabian qualche errore di troppo, ma sufficienza, come per Zielinski. 6 e mezzo per Insigne. Sarebbe un sette pieno senza tre o quattro errori di tiro. Sei e mezzo abbondante per Lozano, sei e mezzo per Callejon. Maro Rui non è al meglio per problemi fisici, entra Luperto e la difesa degli azzurri non trova pace, per infortuni (Manolas, Rui, Maximovic) e uomini fuori forma (Ghoulam, Hysaj). Alla ripresa partenza aggressiva del Salisburgo, il Napoli riprende l’inerzia della partita. Quanta birra nei piedi e quanto fiato nei polmoni degli austriaci che compensano incertezze difensive con atteggiamenti decisamente offensivi. Al minuto 58 imbucata di Zielinski per Lozano, missile che sfiora la traversa. Ci prova Mertens dopo due minuti tiro da posizione troppo angolata, para Coronel. Ventuno i tiri degli azzurri, un solo gol. Riscaldamento a bordo campo di Milik. Preme il Napoli, ma il Salisburgo resiste. Rallenta la squadra di Marsch, ma anche quella degli azzurri e si spiega, i ritmi della partita sono stati sfiancanti. Pronto ad entrare Arkadius Milik per Mertens. Passano i minuti. Due angoli per il Napoli consecutivi e traversa di Insigne. Quattordicesimo palo. Incredibile. 15 al novantesimo. Nuova conclusione di Insigne nuova occasione mancata, pallone di nuovo in curva. Dieci al 90esimo. Angolo per il Salisburgo. Non trovano soluzioni vincenti gli azzurri, i red controllano. Ennesimo tiro altissimo di Insigne al minuto 83. La stanchezza si fa sentire, squadre allungate. Llorente per Lozano a 5 minuti dal 90esimo, francamente tardi. Queste scelte sanno tanto di sos in extremis. Angolo per il Napoli a 2 minuti dal fischio finale. Batte Callejon, Llorente di testa fuori di poco. Cross d Callejon testa di Llorente fuori non di molto. Confermo: cambi in ritardo, errore dalla regia di Ancelotti. Ultimo tentativo di Milik a lato e Ancelotti raccomanda di non prendere gol. Mesto pari al San Paolo secondo posto nel girone a sette punti contro gli otto del Liverpool che ha battuto i belgi del Genk per due a uno.