Articolo pubblicato il: 15/05/2017 15:24:05
Fosse un incubo. nel sonno dei meridionalisti in bilico tra campanilismo e realtà, ne saremmo profondamente lieti. Così non è. Anche lo sport di questo nostro Paese diviso a metà per storiche discriminanti, è secessionista, nel senso di ritenere il Nord la terra promessa e il Sud il purgatorio dantesco, sempre in attesa di un molto futuro parallelismo. Sullo sfondo di questo amaro commento a un match del campionato (Roma-Juventus) c’è da ricordare il proposito in fieri di scorporare dal calcio italico il quadrilatero dei suoi poteri forti, finanziati da Fiat, Cinesi, Coreani e zio Sam (Torino, Milan, Inter, Roma), potenziali soci del club europeo con altre big (Barcellona, Madrid, Psg, Bayern Monaco, Chelsea, ecc.) che parteciperebbe a un torneo esclusivo, clou della spettacolarità televisiva. Mai parlato del Napoli per includerlo in questa casta milionaria. E allora il sospetto di una “sciatteria” consapevole di Allegri e della sua Juventus non è voglia di dietrologia, né di polemica per la polemica. Chi segue il calcio sa che se si vuole perdere una partita, la “tecnica” è pane per i denti di chi deve favorirla. Il primo passo è il cosiddetto turn over, cioè la sostituzione di titolari con le riserve e Allegri ci ha dato dentro, ha tenuto fuori squadra sei atleti della formazione tipo. Il resto è farina del sacco della squadra che, guarda caso, ha disputato la peggiore partita dell’intero campionato. La Roma, in fase di regressione tecnico-atletica ha maramaldeggiato e la vittoria (quali erano le quote del calcio scommesse su Juve-Torino?) le ha permesso di non farsi scavalcare dal Napoli, reduce dallo strepitoso 5 a 0 sui granata In gioco ci sono il prestigio dell’accesso diretto alla Champions League e una barca di euro. Allegri ha fatto bene i suoi conti, consapevole che i quattro punti di vantaggio sulla Roma sono ampia garanzia di vittoria finale del campionato, con due sole partite ancora da disputare. Per il Napoli ancora un paio di chance per sorpassare la Roma, ammesso che i giallorossi non ricevano altri favori e che gli azzurri mettano a segno i sei punti ancora in palio.
Luciano Scateni