Articolo pubblicato il: 14/05/2017 18:29:29
Non è tempo di raccolto, ma per il Napoli è tempo di mietitura, non è tempo di vendemmia, ma il Napoli coglie frutti copiosi in questo mese di magie, in una giornata di grazia dell’intero collettivo che mette kappa i granata con uno squillante 5 a 0, esito di perfezione tecnica e agonistica firmata dal genio di Sarri, artefice del calcio più spettacolare del Vecchio Continente. Suona davvero stonato il “ricatto” di De Laurentiis al tecnico. Pari, pari, gli dice che prenderà in considerazione un aumento del suo contratto dopo la conquista di due scudetti. E allora si sappia quanto guadagna e quanto intascano all’anno colleghi più o meno illustri: cinque milioni Allegri, 3 Spalletti, 2,2 Montella, Mihajanovic 1,5 Paul Sosa 1,5. E Sarri? Meno di tutti loro (1,4 milioni). Quanto a vincere scudetti, dell’obiettivo è parzialmente responsabile il tecnico. Conta quanto il padrone del Napoli pensa di investire, in qualità per la squadra oltre per i suoi cinepanettoni. Nel pomeriggio del momentaneo sorpasso della Roma, al più bel Napoli di sempre riesce quanto era stato possibile solo alla Juventus ma con una partita da antologia che fa impallidire la vittoria bianconera in casa del “toro”. Non basta il famoso dizionario Devoto e Oli per elencare gli aggettivi con cui sottolineare l’impresa degli azzurri. In sintesi, partita perfetta, dominio assoluto, costante, autorevole, altamente dinamico, funambolico, schiacciante, esemplificativo di un calcio spettacolarmente concreto. E zero ombre su questa meraviglia. Difesa inappuntabile (un gradino più su Hyusaj), strepitoso il centrocampo con la regia da nazionale di Jorginho, la condizione stratosferica di Allan e la matura saggezza di Hamsik, micidiale il triangolo offensivo, vera macchina da gol e da spettacolo (alla pari Insigne, Mertens, Callejon). Povero Torino. Comincia presto a soffrire e al minuto sette è già ko. Slalom inarrestabile di Allan, assist per Callejon, diagonale alle spalle di Hart. Uno a zero, 12° gol dello spagnolo che al 19 sbaglia un raddoppio facile, facile. Un minuto dopo è Mertens a fallire una ghiotta opportunità. Sul belga fallo di rigore ignorato dall’arbitro Irrati. Nella ripresa l’orchestra degli azzurri suona la carica e al quindicesimo un’azione fulminea di contropiede è finalizzata da Insigne con freddezza nordica e precisione da scugnizzo di talento. Due a zero, rete numero sedici. Il Torino è annichilito, il Napoli non perdona e al 27° Mertens non spreca un’occasione d’oro. Il tre a zero e gol numero venticinque del belga al minuto 27. Fame appagata? Nemmeno a pensarci. Cinque minuti dopo un esempio di efficienza offensiva, consente a Callejon di ribattere in rete un cross da sinistra. 4 a 0, tredicesimo dello spagnolo. Cambi: Zielinski per Allan, Rog per Hamsik, Milik per Callejon. Ed è Zielinski a rendere vistosa la vittoria degli azzurri. Minuto trentasei: batti e ribatti tra attacco napoletano e difesa granata. Irrompe al centro dell’area torinese Zielinski, missile imprendibile, 5 a 0. Ci si chiede se questo Napoli, esente da inspiegabili distrazioni di qualche tempo fa non avrebbe conteso lo scudetto, punto a punto alla Juventus. Per lecito ottimismo, futuro in rosa degli azzurri, che Sarri ha reso belli a vedersi e avidi di vittorie.
Luciano Scateni