Accecato da idolatria per la Juventus - a proposito il capo degli ultra è in manette per reati di non poco conto, legati al bagarinaggio e a spaccio di droga - tale Masimo Gritti, direttore sportivo della Remer, squadra di basket di Treviglio ha manifestato tutta lo squallore di razzista pubblicando su facebook la nota in che completa il titolo di questa riflessione. Scrive il tizio in questione che a Milano Koulibaly è stato fischiato (è successo molto peggio, ndr) e a Napoli ha rifilato un calcio a Dybala. “Che cosa pretendono di ricevere ‘sti napoletani di merda in giro per l’Italia?”. Tra i “mi piace” ricevuti da questo becero razzista anche quello di Marco Tajana, un altro animale della stessa specie, presidente del Legnano. Sono questi personaggi i più accaniti pretendenti dell’autonomia di Regioni del Nord.
Da incorniciare l’atteggiamento della Lega Nazionale Pallacanestro: ha chiesto alla società di cui è direttore sportivo Gritti “un’attenta valutazione su quanto è accaduto!” Gritti, per evitare grane si è scusato in un secondo post, ma il dietro front ha l’inequivocabile sapore di una riparazione non convinta, a cui quasi certamente lo ha indotto la società nel timore di perdere il direttore sportivo.
L’auspicio, per la serenità dei telespettatori è che il tormentatone su Tav sì, Tav no, Tav giunga rapidamente al traguardo di una decisione e che liberi il sistema dei media da questo argomento. La fine di un incubo, che non ha neppure il merito di spaccare definitivamente in due il governo gialloverde, segnerebbe anche la fine di uno svarione a cui si sono assoggettati passivamente giornalisti, politici, persone comuni influenzate da “lo dice la tv”, che perseguono nell’errore di citare il Treno ad alta Velocità, con l’articolo al femminile, quindi la Tav , anziché il Tav, riferito a Treno (maschile). L’alibi, per proseguire nell’errore: “Sì, treno è maschile, ma si può intendere anche la sigla acronimo di Linea ferroviaria ad alta Velocità”. Fosse così la sigla dovrebbe essere L(linea), f (ferroviaria), a (alta), v (velocità), ovvero Lfva e non Tav. Sullo sfondo si profila il compromesso Di Maio-Salvini. Niente processo per il ministro del Carroccio e Tav ridimensionata.
Luciano Scateni
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