Se il calcio fosse solo divertimento, più Sassuolo che Napoli nei primi 45 minuti al Mapei Stadium di Reggio Emilia, con una delle curve stracolma di tifosi napoletani. Complimenti a De Zerbi, giovane e creativo tecnico dei neroverdi. A tratti, il suo Sassuolo è sembrato il Napoli di Sarri. Un dato significativo nello score del primo tempo: ben oltre il 50 percento il possesso palla degli emiliani. E gli azzurri? In campo r la brutta copia della squadra che con Sarri stupì il mondo del pallone e che con Ancelotti ha alternato buone e brutte prestazioni. Obiettivamente? La squadra di De Zerbi avrebbe ampiamente meritato di vincere. E ha vinto ai punti. Aggettivi per questa versione di un Napoli dimesso, rinunciatario? Eccoli: distratto, svogliato, lento, impreciso, senz’anima. Le pagelle? Escluso Ospina, poco impegnato e nessuna responsabilità sul gol di Berardi, Malcuit in chiara difficoltà nel contenere la vivacità di Boga, Chiriches senza infamia e senza lode, Koulibaly, star in una compagnia di mediocri, Diawara come al solito, immaturo e privo dei fondamentali che fanno di un centrocampista la mente che illumina il gioco, Verdi un pesce fuor d’acqua e con lui il peggiore Ounas del campionato, Allan eccessivamente dedito al contenimento, Mertens spaesato, vagante senza costrutto a destra e sinistra, Insigne costretto a un grande lavoro di ricucitura difesa-attacco e perciò avulso dalle fasi conclusive. Dove sono finite l’autorevolezza di Ghoulam, le sue preziose percussioni sulla fascia mancina? Di contro un Sassuolo con personalità, tonico, idee chiare, buon pressing e ripartenze incisive, le eccellenze di Berardi, Boga. Diuric, la diga difensiva impenetrabile guidata con piglio e sicurezza da Magnanelli. Un bel vedere e per contrasto la delusione di un Napoli che si è proposto in versione dimessa, palesemente disinteressato a un campionato senza più stimoli, snobbato a vantaggio dell’Europa League. La scelta di Ancelotti non lascia dubbi. Tiene in panchina Milik, Callejon, Fabian Ruiz, Zielinski: troppa grazia per De Zerbi a cui non sembra vero di uscire dal match a testa altissima dopo l’a tu per tu delle panchine con il “maestro” Ancelotti. Si chiude sullo zero a zero la prima frazione di gioco e l’inizio della ripresa conferma l’andamento di un partita che proprio non sembra la contesa tra la seconda della classifica con 56 punti e un’avversaria che ne ha 25 in meno. Arriva anche la testimonianza concreta dei meriti degli emiliani al minuto 52.Vola in contropiede il Sassuolo, pressione multipla in area di rigore del Napoli, mischia a due passi da Ospina, zampata vincente d Berardi, uno a zero. Reazione furiosa del Napoli? Niente del genere. De Zerbi adotta un assetto prudente, gli azzurri non trovano mai un varco per andare in percussione, colpa di una squadra acefala. Luperto rileva Chiriches, disavvezzo ai 90 minuti dopo tanti mesi di assenza dalle competizioni e Ancelotti, per disperazione decide di interrompere il riposo di Milik, che subentra con il redivivo Yunes agli inconsistenti Verdi e Ounas. Cambia poco e la scelta del tedesco, a sua volta lontano dal gioco da mesi testimonia il disinteresse per il campionato. Callejon continua a riposare in panchina. La Caporetto del Napoli è dimezzata dal genio di Insigne, che in pochi centimetri di spazio inventa una delle sue magie. All’86° destro a rientrare nel sette della porta di Pegolo. Uno a uno, nono gol del capitano. Serve a poco in termini di qualità della partita degli azzurri, ma almeno accresce di un punto la distanza dal Milan, terzo in classifica. Chiaro perché il San Paolo non è più lo stadio del tutto esaurito? Giovedì retour match con il Salisburgo e l’emergenza dei difensori centrali. Squalificati Koulibaly a Maxsimovic, toccherà a Luperto e Chiriches non farli rimpiangere e facile non sarà.
Luciano Scateni
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