Quel mattacchione di Carlo Conti cosa non tira fuori dal cappello a cilindro del Festival per toccare la vetta di audience record. Esiliata la prassi delle vallette, pesca nella cronaca del gossip con intuito da stagionato uomo Tv. Così. Da Meteo al calcio. Le carriere televisive delle maggiorate fisiche con la testa pensante conquistano il visto per luminose carriere nel mondo del pallone. Con programmi sportivi hanno decollato Simona Ventura, la Rai Paola Ferrari, la Sky Ilaria D’Amico e in tempi recenti Diletta Leotta che ha spiccato il volo dai cieli bassi di Meteo, raccontato con un accattivante sorriso e curve da capogiro, per approdare nello staff del giornalismo sportivo di Murdoch. Al centro di un furto informatico di sue immagini hard, la deliziosa fanciulla replica con la denuncia di chi le ha pubblicate sui social. Non si capirebbe il perché della sua comparsata di ieri sera sul palco del Festival se non con l’evidente interesse del programma a catturare ascolti (e pubblicità), stimolati dalla pruderie maschile e dalla fame di gossip femminile attratte dalle immagini molto osé, alla portata di tutti i cybernauti. La giovane telesportiva è discesa con grazia dalla scalinata retrattile dell’Ariston e una volta approdata ha esibito uno spacco vertiginoso dell’abito, concluso in prossimità dell’inguine. L’eccitante visione ha riproposto la disinvoltura della Belen che sempre in corso di Festival mostrò il tatuaggio di una farfallina (allegoria esplicita) in posizione molto alta, dove lo stacco delle gambe si conclude. La Leotta ha evocato con accorta e contrita espressione la vicenda delle foto on line e a detto ciao, non prima di aver raccomandato alle vittime di rapine telematiche di denunciare i ladri. Non ha spiegato l’obiettivo che l’ha spinta a esibirsi in immagini da Playboy,. foto incriminate che avrebbe fatto bene a tenere per sé e neppure l’ardito spacco dell’abito festivaliero in fase di recupero della privacy.
Sanremo: vengo anch’io, sì tu sì
Dice la Rai e con lei gli esegeti della kermesse canora sanremese che è vero, i cachet dei protagonisti sono molo alti, ma che il programma è una fabbrica di euro per gli introiti incassati con la lauta invasione di spot pubblicitari. E la Rai, considerata così semplicisticamente, avrebbe ragione non quando sceglie il gioco del silenzio sulla mancata oculatezza economica del Festival. Se strappasse contratti più vantaggiosi, possibili perché Sanremo è Sanremo e chiunque accetterebbe compensi più equi pur di esserci, milioni di euro contribuirebbero a sanare il bilancio in rosso dell’azienda. Per capirci: un resoconto attendibile dice che negli anni i cachet più alti li hanno intascati Paolo Bonolis e la Hutzsinger (un milione a testa), Morandi (800mila), Celentano ( 750miila), Hilary Blasi (500mla)…Crozza, in chiusura del suo intervento ha citato la partecipazione gratuita di Maria De Filippi e ha concluso “Io?, Ma siamo matti, sono genovese e col c…o lo faccio gratis”, frase emblematica accompagnata dal gesto dell’ombrello. Viva il festival.
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