SCATENI. Rocchi 'batte' il Napoli e 2 a 1 per una Juve tutt'altro che grande


Articolo pubblicato il: 04/03/2019 12:05:43

E’ quasi il canovaccio per un giallo inedito, firmato da Agatha Christie, di dove riposa in pace. In ordine: la grande Juventus? Nemmeno un tiro nello specchio della porta del Napoli e due gol nati da altrettanti momenti di defaillance della difesa azzurra. Malcuit, cancellando in un attimo di follia quanto di buono ha fatto in questa lunga fase del campionato, si è macchiato di un peccato mortale. Ha violato il primo del comandamenti contenuti nel decalogo del bravo difensore e cioè “Mai passaggi laterali con un avversario in agguato”. Su un pallone così maldiretto, si è avventato Ronaldo. Meret si è tuffato per impedirgli il facile tiro, ma non lo ha nemmeno sfiorato. Cr7 si è tuffato, come se fosse stato colpito, l’arbitro Rocchi si è rifiutato di consultare il Var, Meret espulso, Napoli in dieci. Materia per un inedito della regina dei gialli. Rocchi è giudicato come un numero uno degli arbitri italiani, ma nella circostanza è sembrata fama usurpata. Punizione affidata a Pjanic, barriera del Napoli immobile anziché saltare per intercettare il tiro, sorpreso Ospina, appena subentrato a Meret. Uno a zero Juve, vantaggio immeritatissimo e la “grande Juve” non sa gestire nemmeno il vantaggio della superiorità numerica. Due minuti dopo Zielinski colpisce il palo a Szczesny battuto. E’ il diciannovesimo in questo campionato. La “grande” Juventus, fa melina, ma niente di più e al minuto 39 la difesa del Napoli pecca di nuovo. Su angolo dei bianconeri, Emre Can non ha marcatori. Solo in area di rigore può colpire di testa e mettere alle spalle di Ospina. 2 a 0 senza il minimo merito. L’aggettivo eroico non è usurpato dal Napoli. In campo nei secondi quarantacinque c’è solo la squadra di un monumentale Koulibaly, il vigore e la tecnica di Zielinski, il genio di Insigne, la diga umana di Allan, la sicurezza di Maxsimovic, l’autorevolezza di Fabian Ruiz, il generoso, commovente contributo di Callejon. Nel Napoli, scompaginato dalla superficialità di Rocchi, che costringe Ancelotti a richiamare in panchina Milik, si delinea il miracolo di un collettivo in grado di ovviare all’inferiorità numerica con le qualità di un cuore grande così e di una condizione atletica superlativa. I 45 mila del San Paolo si chiedono, a giusta ragione, se è solo un caso la strana decisione di Rocchi di non affidarsi al Var per giudicare l’episodio dell’espulsione di Meret. L’assurdo è che a motivare la decisione ci sarebbe una sfumatura incredibile del regolamento che può punire “l’intenzione di commettere il fallo”. Come dire che Rocchi in quel momento ha deciso immaginando le cattive intenzioni di Meret. Viste le immagini al ralentì si direbbe che semmai andava punita la recita di Ronaldo, che si è tuffato senza motivo per simulare di aver subito il fallo. Ancelotti, cuor di leone, non si rassegna, motivato dalla grinta degli azzurri, che moltiplicano le energie e si appropriano dell’inerzia della partita. Quando Pjanic colpisce il pallone con il braccio, intenzionalmente, Rocchi, che lo aveva già ammonito, è “costretto” ad espellerlo e la “grande” Juve scompare in parità numerica. Il Napoli assedia una squadra che somiglia molto alle provinciali votate al catenaccio, a distruggere il gioco, al difensivismo a oltranza. L’assalto al forte degli azzurri è spettacolare. I bianconeri non escono più dalla loro metà campo, Ronaldo vaga spaesato in improduttiva solitudine e talvolta arretra per dar man forte a Bonucci e Chiellini. Il premio per lo show del Napoli arriva puntualmente. Al minuto 61, Insigne cerca e trova la magia che ha reso celebri i duetti vincenti con Callejon. Il cross millimetrico, scavalca l’intero pacchetto difensivo della Juve. Irrompe a cento all’ora lo spagnolo, gol da antologia, 1 a 2. La “grande” Juventus è sotto choc, e la rimonta sarebbe cosa fatta senza la iella di una traversa colpita da Zielinski. Il bombardamento degli azzurri spaventa la “grande” Juve e diventa paura vera. Al 78° Ancelotti richiama in panchina Callejon per Ounas e lo spagnolo non gradisce. Considerata la generosità del Napoli, che ha ridotto la “grande Juve” a balbettare, tutta chiusa a riccio, giustizia potrebbe essere fatta quando mancano sette minuti al novantesimo. Un affondo sulla sinistra della difesa bianconera, si conclude con un cross che Alex Sandro interrompe con in braccio, largo rispetto al corpo. Questa volta Rocchi ricorre al Var ed è rigore. Va sul dischetto capitan Insigne. Il tiro è potente e molto angolato. Troppo. Ventesimo palo del Napoli e la “grande” Juve si salva. La parola furto non è inappropriata e si consiglia a Rocchi di recarsi dal prete di fiducia e di confessare il peccato dell’espulsione di Mertet che ha falsato la partita. Se De Laurentiis facesse per una volta la voce grossa in federazione? Non sarebbe male.

Luciano Scateni