Chi in piena convinzione e per scelta consolidata sta dalla parte dei lavoratori, porta pazienza se il telefono squilla perfino più volte nel corso di una giornata e una garbata, giovanile voce al femminile chiede di ascoltare la proposta della compagnia telefonica di riferimento per aderire alla promozione ics, ipsilon. [Usque tandem abutere patientia nostra?]
Succede anche a chi per evitare noie non ha consentito alle pagine gialle di pubblicare il proprio numero del “fisso”. Quel numero a cui dovrebbero accedere solo amici e parenti, si scopre che gira vorticosamente nel circuito vendite di Telecom, Vodafon, Fasteweb, Inwind, Tre, Tiscali e mette a rischio la generosa tolleranza dell’utente, aggredito dai rispettivi call center. Indispettito per la gestione scorretta del proprio gestore, l’utente medio si rivolge alla concorrenza, che gli sembra offrire condizioni favorevoli al risparmio. Di qui il via al calvario telefonico. Nel negozio della compagnia X la proposta Ipsilon sembra allettante ma l’offerta nasconde la solita insidia. Al costo tutto compreso, mettiamo di 25 euro al mese, per spese di allacciamento si devono aggiungere quattro euro per 48 mesi, pari a 192 euro (“Signorina, non le sembra un surplus esagerato?”). Per meglio valutare l’offerta, si chiede che sia inviata copia del contratto. Nelle righe, leggibili con la lente d’ingrandimento, le avvertenze di innumerevoli doveri dell’utente. Manca invece quanto gli interessa accertare e cioè se l’azienda s’impegna per iscritto a non modificare il costo dell’offerta nel tempo. Non ve n’è traccia e la gentile signorina del call center conferma: la garanzia del “prezzo fisso per sempre” non è prevista. “Scusi, ma dove abito è previsto il collegamento “fibra” che propagandate?” “Non proprio, ma nelle vicinanze c’è una cabina che consente di attivarla” “Al cento per cento?” “Eh no, ma…quasi”. Visto che è riuscito faticosamente a contattare le propria compagnia telefonica, l’utente trasferisce l’a tu per tu sui problemi del cellulare, che scopre gravato di promozioni a costi variabili di euro. “Signorina non ho mai accettato proposte promozionali, le elimini tutte e per sempre”. Non succede. Il display, nei giorni successivi avverte che la compagnia preleverà dal credito tot euro per servizi mai chiesti.
Bei tipi i signori della telefonia. Hanno tolto euro dalle tasche di milioni di utenti con la truffa della fatturazione anticipata, per profitti illeciti dell’8,6 percento e colti con le mani nel sacco sono costretti a riportarla alla scadenza mensile. Vulnus sanato? Neanche a dirlo. I gestori, con un accordo neppure tanto segreto hanno annunciato, guarda che combinazione, che aumenteranno le tariffe esattamente dell’8, 6 percento. Fatta la legge…trovato l’inganno.
La scure del Garante si abbatte senza far toppo danno sulla testa delle società di telecomunicazione e nei fatti diventa una presa per i fondelli degli utenti. Per ogni dieci euro ricevuti illecitamente con la fatturazione a 28 giorni le compagnie dovranno restituire la miseria di 57 centesimi, ammesso che il Tar confermi il diritto al rimborso.
“Questa vince, questa perde”, ovvero ecco uno fra tanti esempi di gioco delle tre carte in questo Paese dell’illecito.
Luciano Scateni
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