Inaspettata, incomprensibile impennata teologica di papa Francesco, probabilmente imposta dal gotha della Cei per compensare il suo sempre più esemplare laicismo spirituale: nel messaggio di fine anno, prezioso il riferimento all’accoglienza, alla vicinanza ai deboli, ai migranti, a chi ha sbagliato, perché errare è della natura umana. E’ il solito Francesco fin qui. Poi, nella giornata mondiale per la pace, l’attribuzione alla Madonna di “madre di Dio” e non di Cristo. Nell’impossibilità di dialogare con il pontefice, ecco le domande che vorremmo rivolgergli e che resteranno senza risposta. Per cominciare: si può definire madre la donna che il mondo cattolico venera per aver generato senza aver partorito, perché “vergine”? Secondo quesito: quando avrebbe generato il padreterno se Dio è un’entità con un passato infinito, secondo uno dei misteri gloriosi, come sostiene il cattolicesimo? C’è poi un quesito che i cattolici evitano di affrontare. Perché dare origine al genere umano partendo da una sola coppia uomo-donna, scelta che ha costretto Eva a rapporti incestuosi per la proliferazione della specie? Ma poi, se la scienza non riesce a risalire compiutamente il percorso miliardario che ha preceduto la presenza sulla terra dell’umanità come si può dar credito alla leggenda di Adamo ed Eva? Un ultimo dubbio: la definizione di “miracolo” per guarigioni attribuite alla Madonna di Lourdes e ai santi per celebrarli come tali; come mai non hanno mai operato il miracolo di restituire a un amputato l’arto perduto, o sanato un portatore di handicap motorio, guarito un malato di “Sla”?
So che questa nota susciterà indignazione nel mondo dei cattolici con incrollabile fede nei dogmi e nell’aneddotica sui miracoli, ma giuro di farlo con rispetto laico per le convinzioni altrui. Nel clima della giornata per la pace auguro che il 2018 protegga questo fondamentale della coesistenza tra i popoli e faccia rinsavire Corea del Nord e Usa trumpista, perché mandino in archivio le reciproche minacce di guerra.
Questa è bella. Una maestra di Pordenone è protagonista di una singolare e gratuita prova di sensibilità a favore dei alunni musulmani. Per non creare loro imbarazzo e disagio religioso ha insegnato una versione corretta del Minuetto di Natale. Laddove era presente la parola Gesù, l’ha mutata in Perù. Viene ovvio chiederle se non vi fossero alternative. Per esempio, la più semplice: scegliere un canto natalizio non religioso, come ha commentato la dirigente scolastica.
Luciano Scateni
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