Non è il solo, ma Davide Massa, che ha fischiato a Genova Samp-Napoli, unica sconfitta degli azzurri fino alla con la Roma, ha supposti precedenti di affinità elettive con la Juventus. Ne sanno qualcosa i tifosi del Milan a proposito di un rigore concesso ai bianconeri quando il risultato era sull’1 a 1. Ma ne sa qualcosa il Napoli. Con Massa arbitro, che i “maligni” ritengono simpatizzante juventino, ha perso in passato al San Paolo proprio con la Roma per 2 a 4 e in questo campionato ha subito l’unica sconfitta, con la Sampdoria.
L’invito è a firmare una petizione, da recapitare al designatore degli arbitri, perchè impedisca a Massa di fischiare se in campo ci sono gli azzurri.
La Roma di Di Francesco è scesa in campo con l’imperativo categorico di non prenderle, per non aggravare la propria instabilità sulla panchina giallorossa. De Rossi e compagni hanno preso alla lettera l’invito del mister e hanno organizzato un solido muro difensivo, perfino con Dzeco, tornante nei momenti di difficoltà. Ci si messa poi la fortuna dei capitolini, nell’ assecondare il progetto dei giallorossi. Dopo un quarto d’ora dal fischio d’inizio, una parziale disattenzione difensiva degli azzurri ha consentito a Dzeco di crossare nell’area di rigore malmessa del Napoli. Il pallone è finito tra i piedi di El Sharaawy a due metri da Ospina. Roma1, Napoli 0.
Nel rispetto dei valori tecnici in campo, rimediare sarebbe stata una praticata da sbrigare in fretta, ma non era la serata giusta per Insigne, che ha fallito due o tre occasioni allettanti per pareggiare e per Milik. In una sola circostanza gli è stato concesso di tentare il gol. Tiro dalla distanza facile la parata di Olsen. Sono servite a poco, anzi a niente, un paio di illusioni di aver pareggiato, ovvero i due gol annullati per fuori gioco.
Rimane da capire come mai un’impressionante mole di gioco a senso unico non sia stato ottimizzato e se il Napoli di Ancelotti soffrirà come quello di Sarri contro squadre che erigono barriere difensive ad oltranza. Con l’umiltà dovuta a chi si rivolge a un grande tecnico qual è Ancelotti, una domanda è d’obbligo: quando è stato chiaro che l’assalto al forte giallorosso avrebbe proposto tentativi continui di sfondamento al centro dello schieramento difensivo romanista, richiamare in panchina Milik, unico attaccante di peso e di altezza, si è rivelato un errore. Considerato l’andamento della partita e le difficoltà di perfezionare la straripante mole di lavoro offensivo, è sembrato che Ancelotti non abbia osato abbastanza, affiancando Mertens a Milk e rinunciando a un Allan, che dopo un’impressionate sequenza di partite da pallone d’oro è incappato in una serata non eccelsa. Il punto è: pressione costante degli azzurri; non poche opportunità di segnare sprecate; sterilità miracolosamente infranta al minuto 90 da Mertens, falco piombato su un pallone che ha danzato pericolosamente per la Roma nella sua area di rigore prima di finire in rete con una zampata acrobatica del belga, non nuovo a queste imprese in extremis. Un cross miracolo di Insigne da fondo campo colpisce lo stinco di Callejon e finirebbe oltre la linea di fondo se non irrompesse come una furia Mertens che con una zampata in elevazione spedisce alle spalle di Olsen. E’ il meno peggio, una vittoria mancata, certo, ma anche il danno di un altro paio di punti di vantaggio in classifica, concessi alla Juve che di suo non ne ha purtroppo bisogno.
C’è di fondo, si avverte, in questo Napoli che Ancelotti sta provando a far suo, il peso di un doppio deficit. Mancano un Jorginho, regista di eccelsa intelligenza calcistica e una punta perforante, un Cavani bomber. Il mezzo passo falso del pari con la Roma va a pennello solo per la Juve (a proposito il signor Massa non ha pensato neppure per un istante di verificare con la tecnologia del Var se un una spinta in area della Roma su Milik lanciato a rete fosse punibile con un rigore) e chissà che in attesa di news dal versante De Laurentiis non si debba dedicare la massima attenzione alla Coppa dei Campioni, alle imprese degli azzurri contro regine europee quali sono il Liverpool e il Psg.
Il pari contro una Roma di non eccelse qualità strappato in extremis non dà per ora consistenza al pronostico di Ancelotti che ha detto di puntare su un Napoli da scudetto.
Luciano Scateni
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