Articolo pubblicato il: 30/10/2016 10:08:20
In ordine di negatività: una più che modesta Juve batte un Napoli in evidente complesso d’inferiorità, bloccato da timidezza, molto probabilmente messo in campo per non prenderle sperando nel pari che avrebbe lasciato la distanza con la capolista inalterata; al secondo posto l’accertata impossibilità di competere con difese attrezzate come quella bianconera senza un attaccante centrale di stazza; in terzo luogo il limite di Sarri nel leggere le esigenze tattiche della partita. Il culmine della mancata gestione degli azzurri è la sostituzione di Insigne che dopo un primo tempo senza meriti aveva ritrovato verve e lucidità, confermata dalla magia del cross a tagliare tutta la difesa juventina per servire Callejon e consentirgli di mettere alle spalle di Buffon il suo settimo gol. Interpretazione perfetta di uno schema vincente in altre occasioni. La mediocrità della Juve è stata mascherata da due clamorosi errori difensivi del Napoli, dopo un primo tempo che animato da un solo tiro in porta, quello di Allan, centrale e non abbastanza potente. Reina disoccupato per tutti i 45 minuti. Nel Napoli svogliato di questa sfida determinante per la classica sono molti motivi di perplessità. Aggravante della brutta copia di Hamsik, in serata no, l’impaccio di Diawara, ancora non abbastanza autorevole per la regia di centrocampo, l’improponibile ruolo di centravanti di Mertens, sovrastato fisicamente da giganti come Bonucci, Barzagli e Chiellini, le mancate incursioni sulle fasce di Hysaj e Ghoulam, completamente assorbiti da compiti difensivi. Nonostante tutto questo la Juve non avrebbe vinto senza due clamorosi infortuni difensivi degli azzurri. Del primo è responsabile Ghoulam che in piena area di rigore colpisce malamente un pallone da rinvio facile e lo consegna a Bonucci che segna il più facile dei gol. Al 5° della ripresa Juve 1, Napoli 0. Lo sconforto dei tifosi azzurri dura poco. Al 9°, Insigne, che sembra rigenerato dall’intervallo, ripropone la magia con uno dei suoi cross calibratissimi che planano sui piedi di Callejon. Settimo gol dello spagnolo e niente da fare per Buffon. E’ l’uno a uno con cui si dovrebbe concludere una partita colorata di grigio dalle due squadre ma non va così. Al minuto 21, in corso di azione d’attacco della Juve il pallone finisce a Higuain, lasciato totalmente solo. Per l’ “odiatissimo” ex segnare è uno scherzo. 2 a 1 per la Juve. E veniamo alle sostituzioni. Detto dell’ingresso di Giaccherini per Insigne, che a ragione s’arrabbia di brutto, il dubbio sulla scelta di un altro giocatore “leggero”. Sarebbe stato più logico mandare in campo un giocatore di maggior peso atletico come El Kaddouri, spedito inutilmente nella mischia al 37°. Idem per la sostituzione incongruente di Allan con Zielinskik al minuto 31. Il bilancio di una partita persa banalmente dice con crudeltà che il distacco dalla prima della classe sale a sette punti e che De Laurentiis avrebbe fatto bene a rimediare tempestivamente all’assenza prolungata di Milik, aggravata dalla squalifica di Gabbiadini che in ogni caso non convince come alter ego di Higuain.
Luciano Scateni