Sono già odiosi i poligoni di tiro, dove anche camorristi e giustizieri della notte perfezionano la mira con pistole e fucili e non ci va a genio il tiro al piccione, perfino all’innocuo piattello. Insomma aborriamo l’uso delle armi che nell’esempio più tragico uccidono centinaia di innocenti nell’America di Trump. Ci indigna l’omicidio di un ragazzo della periferia napoletana ucciso da un “tutore dell’ordine” con colpi di pistola alla schiena mentre si allontanava su un motorino. Condanniamo anche gli uomini che ammazzano ladri chiaramente disarmati e più di tutti i fanatici plagiati dall’Idis, autori di massacri di innocenti. Il culmine di questa ignobile piaga delle società d’ogni tempo è stata la strage subita dal popolo ebreo dal nazismo.
Da questo punto irrinunciabile di denuncia prende il via la considerazione di quanto avviene ai confini della striscia di Gaza dove Israele ha “imprigionato” il popolo palestinese.
Alcuni anni addietro trapelò la notizia, oggi si direbbe “vera o fake news” su cecchini israeliani che armati di fucili di precisione colpivano ragazzi, profittando del riflesso del sole sui secchi d’acqua che portavano sulla testa, dopo averli riempiti compiendo chilometri a piedi per raggiungere fonti del vitale elemento. Vero, fake news? Quanto accade in questi giorni al confine tra Israele e Gaza fa prevalere la prima ipotesi e cioè che quella notizia rispondesse alla realtà.
Lo scenario, occasionalmente filmato, è un’ampia area deserta al di là della recinzione entro cui è confinato il popolo palestinese. In lontananza, solitario, un giovane palestinese. Cade ferito da un cecchino israeliano. La “bravura” nel colpirlo rende euforico lo sparatore che si elogia per la precisone di tiro. “Che colpo!” esclama ridendo. Festeggia questo disgraziato assassino.
A chi ha elementi di conoscenza della destra israeliana e del suo leader Netanyau, che Tel Aviv non ha il coraggio di dimettere, benché sia responsabile di corruzione accertata, immagina che il cecchino in questione sarà censurato e forse smistato a servizi meno ignobili, ma per poco. Troppi israeliani la pensano come lui, complici i governi del mondo che non sanno o non vogliono garantire il diritto dei due Stati alla propria sovranità.
Luciano Scateni
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