Altri tempi, certo. Nessun timore di omologarci a Paesi razzisti e confortava la consapevolezza di poter vantare il principio della tolleranza, dell’accoglienza: sentivamo con orgoglio il ruolo dell’Italia erede di un immenso patrimonio culturale, forgiato storicamente dalla fertile promiscuità con invasioni multietniche, prologo dell’indipendenza, della riunificazione celebrata nel 1861. Altri tempi, quando residui di nostalgia del Ventennio, per non incorrere nel divieto costituzionale, si rifugiarono nella sigla Msi, movimento sociale italiano, quando nessuno osava salutare con il braccio teso, inneggiare a Mussolini, pronunciare impunemente “Me ne frego, boia chi molla”. Altri tempi, quando il maestro napoletano Piacqueadio, fece innamorare i suoi scolari di uno di loro, affetto da una grave disabilità, circondato di affetto, adottato dall’intera classe. Altri tempi, quando a Napoli i figli della guerra con la pelle scura non erano i diversi. Il grande esodo dall’Africa martoriata, depredata, , drammatico evento del terzo millennio, ha dato la stura a un’inversione di tendenza, che piaccia o no al disconoscimento politicamente strumentale dei 5Stelle, nei fatti complici di razzismo, xenofobia e disgregazione della saldezza democratica del Paese. Il percorso a ritroso è avvenuto in tempi e modi subdoli. Casi sporadici di intolleranza razzista, contemporanea a rigurgiti neo fascisti si sono moltiplicati, impuniti, alimentati dal disagio della povertà diffusa, di governi protervamente distanti dai bisogni di giustizia sociale, dalla tutela dei diritti fondamentali e solidali con il sistema della politica autoreferenziale, progressivamente preda della corruzione, di interessi personali e di partito. Inevitabile il consenso egoistico a chi ha cavalcato l’autarchia del “prima gli italiani” e ha cancellato dalla memoria collettiva i precedenti dell’esodo di massa di milioni di italiani costretti all’emigrazione. E allora, respingimenti, migliaia di migranti vittime del mare, innumerevoli casi di violenza teppistica contro esseri umani sopravvissuti alle tragiche traversate del Mediterraneo, sequestri di profughi sulle navi dei soccorsi, chiusura dei centri di accoglienza e quello di Riace grida vendetta, discriminazioni, atti di inciviltà nelle scuole. La cronaca ha raccontati con frequenza crescente il fenomeno di pari gravità del bullismo, di clochard vittime di pestaggi e perfino di omicidi, di docenti ingiuriati e malmenati, di stolking in danno di ragazzi gay, ragazze obese, diversamente abili.
Ora, occupano pagine di quotidiani e ampi spazi dell’informazione televisiva alcuni episodi inqualificabili di cui si è reso protagonista tale Mauro Bocci, maestro elementare di Foligno . Il tizio in questione, rivolto agli scolari, ha chiesto di guardare il loro compagno di colore e ha chiesto: E’ brutto, vero? Anche voi pensate che è brutto?” Sembra che sia andato oltre, per involvere in razzismo becero. Bocci è accusato di aver impedito ai bambini di andare in bagno e qualcuno se l’è fatta addosso, con la conseguenza di essere umiliato. Il Maestro in altra circostanza: “Questa bambina è brutta come suo fratello, è così brutta che possiamo chiamarla scimmia”. L’ha riferito ai genitori la bimba, figlia di emigranti che racconta: “Il maestro ha assegnato alla classe un compito, da svolgere in 50 minuti, ma solo in 20 per me”.
Chiamparino, governatore dem del Piemonte, dà una mano a Salvi con l’ipotesi di un referendum sul Tav, a prescindere se sia obiettivamente più conveniente boicottare l’opera o proseguire nella costruzione della Lione-Torino. I 5Stelle fingono di opporsi all’idea della consultazione popolare per non sputtanarsi. Infatti, se gli italiani votassero per il sì, Di Maio e compagni direbbero che completare i lavori è colpa della volontà popolare e Salvini metterebbe a segno un altro colpo sulla vacillante credibilità dell’alleato di governo. Questa nuova vicenda di conflittualità e immediate riappacificazioni, top dell’ipocrisia gialloverde, contribuisce, al pari del caso si o no del processo di Salvini, a silenziare errori ed omissioni di chi ci s-governa. E’ buio l’orizzonte economico del Paese. L’agenzia di rating Fitch ci grazia, ma ci lascia fermi alla valutazione per nulla rassicurante BBB e prevede elezioni anticipate. Sono negative le previsioni dell’Ocse, e della Commissione europea, cresce il debito pubblico, risultano inadeguate le politiche fiscali. Fitch prevede : crisi di governo ed elezioni politiche anticipate. Si salvi chi può.
Luciano Scateni.
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