SCATENI. Pari, o meglio mancata vittoria. Napoli 1, Barcellona 1


Articolo pubblicato il: 26/02/2020 10:43:50

Colleziona palloni d’oro, quando punta la porta avversaria in dribling è calcio spettacolo, talento puro, intelligenza e tecnica fuse in un mix esplosivo: si chiama Leo, Leo Messi  e stasera al San Paolo fermarlo sarà un quota fondamentale della partita perfetta che il Napoli deve dimostrare di aver preparato nei minimi dettagli. Il sorteggio dell’antagonista gli ottavi di finale della Champions League certo non è stato favorevole per gli azzurri, che devono raddoppiare e forse moltiplicare per tre energie fisiche, concentrazione, auto stima, se vogliono regalare a Napoli una vittoria prestigiosa, con ricaduta positiva anche sul campionato, che Gattuso ha raddrizzato dopo il deludente percorso a guida Ancelotti. Nell’immaginario collettivo dei tifosi azzurri ‘el pibe de oro’ è una specie di dio del pallone, santificato con i racconti giornalistici, docufilm, poster, grafiti, ‘edicole votive’. Nel tempio dove ha vissuto le sue stagioni più esaltanti è inevitabile il confronto a distanza con il genio di Messi, spettacolo nello spettacolo per un pubblico appassionato quanto competente.  Il match di stasera propone un altissimo coefficiente di emozioni. Il Barca, con la guida di Quique Setien sembra aver ritrovato la migliore condizione di regina del calcio europeo e il suo leader arriva all’impegno di Champions con il credito di quattro gol messi  a segno nell’ultima partita del campionato spagnolo. Gattuso, consapevole dell’assoluta qualità dei blugrana, oppone un  Napoli super ‘prudente’ e  la marcatura aggressiva, a uomo su Messi, l’estro e la velocità dei suoi ‘piccoli’, le invenzioni di Mertens, il prezioso contributo di Callejon e Insigne nel tarpare le ali agli attacchi del Barca sulle fasce. Evidente la responsabilità di Demme a centro campo, dove Setien può contare su giocatori creativi e di peso. In difesa, en attendant Kuolibaly, dovranno erigere una diga impenetrabile Mnaolas, Maksimovic, Di Lorenzo e Mario Rui, a protezione di Ospina, che gode della fiducia d Gattuso e può far tesoro dell’esperienza in campo internazionale. In sottofondo un nuovo motivo di polemica della tifoseria delle curve, che in parte diserterà per protestare con il caro biglietti di questo match molto speciale. Ad arbitrare è stato designato l’esperto e autorevole tedesco Brych,
 
Voci attendibili raccontano che il tutto esaurito, prevedibile per il massimo evento di stasera non ci sarà, per la protesta dei tifosi giustamente indignati per i prezzi stratosferici di Napoli-Barcellona. Eccoli: Tribuna Posillipo 250euro, tribuna Nisida 190, tribuna family 120. Distinti 130, Curve 70.  Ma siamo matti? Alta notizia, meno choccante, ma significativa: il costo del biglietto non sarà rimborsato a chi vorrebbe rinunciare per timore di contrare il coronavirus. Che dire, De Laurentiis fa poco o niente per piacere ai napoletani fedeli tifosi degli azzurri e ai giocatori. Lo conferma la testardaggine con cui continua a perseguitare i ‘ribelli’ con la minaccia di multe stratosferiche, perché accusati di scarso rendimento, ma nella realtà demotivati per la ‘strana’ gestione della squadra a guida Ancelotti e incavolati per la ‘punizione’ del ritiro di una settimana. Roba da rimpiangere il comandante Lauro e Ferlaino.
 
Comunque, è tempo del via di Napoli-Barcellona. Pronti…via
 
Ha piedi buonissimi Ter Stegen, in pratica un centrocampista aggiunto. Subito avanti il Barca, che si riversa nella metà campo degli azzurri e pressa a tutto campo. Con calma,  il Napoli non forza i ritmi di gioco. Gira bene la palla la squadra spagnola e l’inerzia del gioco è tutta sua. Ripartono a fatica gli azzurri. Primo tiro di Messi al nono, pallone molto alto oltre la traversa. Primo tiro di Mertens, ma in fuori gioco e comunque debole. Para facilmente Stegen, al decimo. Napoli prudentissimo, ma  quando riparti in velocità è temibile. Fasi di studio delle due squadre e  sembra di rivedere il Barcellona di Guardiola: grande possesso palla, infiniti passaggi laterali prima di affondare. Napoli in avanti al 15esimo. Meno intraprendente del solito Fabian Ruiz e Demme non riesce a cucire difesa e attacco. Callejon al 17esimo, crossa e il tiro  impatta in un difensore. Brych non fischia un fallo nettissimo su Insigne in ripartenza veloce ed è un fallo da giallo perché interrompe un possibile contropiede. Dieci azzurri nella propria metà campo. Il Napoli è costretto spesso a retropassaggi per il pressing degli spagnoli, gran lavoro di Ospina. Si riparte sempre da lui. Gli azzurri concedono un po’ di spazio sulle fasce per poter chiudere soprattutto centralmente. Si arriva al 30esimo senza emozioni, ma, perfezione magica del Napoli, è la partenza fulminea di Zielinski. Assist, cioè pallone d’oro per Mertens. Interno collo, grande gol, uno a zero e rete numero 121 del belga che eguaglia il  record di Hamsik. Fantastico. Napoli come il gatto che gioca con il topo. Doccia fredda sul Barca. Il dopo gol è il replay della prima mezz’ora con gli azzurri a contrastare il gioco degli spagnoli, che comunque sono sempre in attacco e tessono con pazienza le loro trame offensive. Messi è ben controllato e  la domanda è: reggerà il bunker difensivo del Napoli per novanta minuti? Arriva il minuto e Ospina non è mai stato impegnato. Buon segno. Il portiere del Napoli rischia com’è accaduto altre volte con i rinvii corti. Punizione per fallo su Mario Rui e il Napoli respira,
 
Seconda palla gol per gli azzurri con Manolas, che da posizione favorevolissima tira in porta al volo, ma a lato. Un minuto e dieci al 45 esimo. 60 secondi di recupero, ma perché? Nessuna interruzione. 40 secondi all’intervallo, ultima opportunità per gli spagnoli, tutti negli spogliatoi. Che dire? Per metà partita, il possesso palla del Barca è stato neutralizzato alla perfezione dal Napoli messo in campo con intelligenza da Gattuso. Messi nullo e non è poco, ma tutta la squadra di Setien non ha trovato il bandolo della matassa e si milita a gestire il pallone con una serie infinita di passaggi. Nel Napoli, fantastico gol a parte di Metens, merita il dieci e lode Callejon per il preziosissimo lavoro in copertura sulla sua fascia destra. In blocco, tutti gli azzurri straordinari per concentrazione, grinta, determinazione. Certo, se il Napoli riuscisse a replicare la magia di Mertens, il passaggio ai quarti di finale non sarebbe una chimera. A proposito del gol: prodezza di Zielinski che dribla il diretto avversario, vola sulla destra in solitudine e spedisce un cross invitante che Insigne lascia sfilare alle sue spalle, per aver valutato migliore la posizione dle belga e gli offre tutto il tempo per aggiustarsi il pallone, mirare e spedirlo nel sette alla sinistra dell’incolpevole Stegen.
 
Second time, da vivere in apnea. Il via è del Napoli, il Barca è subito aggressivo e solito possesso palla, ma con maggiore accelerazione. Napoli ancora più difensivo, forse troppo. In gran forma Di Lorenzo che alleggerisce con un tentativo di profondità sulla destra. Giallo per Bousquet per una fallo  con pericolosissimo piede a martello, il secondo e questa volta su Mertens che zoppica vistosamente. Rientra,  incoraggiato dal coro “Ciro, Ciro” dei tifosi. Spagnoli avanti tutta. Mertens purtroppo chiede il cambio. Non ce la fa, colpa di Bousquet. Che peccato. Entra Arkadius Milik e viene  a mancare il contributo del belga in fase difensiva, ma anche le possibilità di veloci contropiede. Nel Barca Arthur per Rakitic al minuto 55. Continua il tambureggiare del Barca al minuto 57 e riesce ad andare in rete con Griezmann. Il Var conferma, 1 a 1 per colpa della prima distrazione difensiva degli azzurri. E però: si può giocare per novanta minuti con il catenaccio, se di fronte hai il Barcellona? Grande azione di Insigne al 17esimo. Dribla tre difensori e da posizione angolatissima spara su Stegen, che risponde alla grande. Al 63esimo Callejon servito in area alla perfezione da Milik, solo a tu per tu con Stegen gli tira addosso. Occasione incredibile, impossibile da sbagliare. Costretto dal pari il Napoli abbandona il difensivismo esasperato e trova due opportunità per andare in gol. E il Barca? Nessun pericolo per Ospina ed è merito degli azzurri.  Messi commette un brutto fallo su Ospina, cartellino giallo. È un’altra partita, con il Napoli a tutto campo, ma tardi. Gattuso tenta la carta Politano, esce Callejon al minuto 74. L’ex interista è uomo da incursioni sulla fascia destra, vediamo. Messi pericoloso, ora ha più spazio di manovra  al 75esimo e angolo per il Barca. Buonissima partita di Vidal che crea le situazioni  più pericolose per i suoi. Il Napoli sembra stanco e gli spagnoli ne approfittano. Allan per Demme, mossa giusta? Politano ci prova ma è contrato. Se imposti la partita sul ‘tutti dietro a spezzare il gioco dell’avversario è arduo trasformarla in offensivismo puro. Al minuto 84, Insigne prova con un tiro, ma la mira non è perfetta e la partita si avvia a conclusione. Angolo per gli azzurri due minuti dopo. Batte Insigne, respinge la difesa degli spagnoli. Esce Griezmann entra Fati. Tre minuti al 90esimo. Espulso Vidal. fischiatissimo per doppio  giallo: brutto fallo su Mario Rui. Uomo in più per gli azzurri e 5 minuti di recupero. Piquet s’infortuna alla caviglia, distorsione. Lo sostituisce Lenglet. Il Barca tiene palla per far scorrere i secondi il Napoli spinge per gli ultimi assalti. Angolo per gli azzurri, batte Insigne, fallo in attacco di Manolas. Napoli avanti tutta, ma è tardi. Che dire: avesse retto il bunker degli azzurri chapeau per Gattuso, ma il Barca è il Barca ed era quasi scontato che una distrazione, l’unica di Manolas e Maximovic,  potesse costare il pari del Barcellona. Di catenacci fu mago vincente solo il mitico Helenio Herrera e il rammarico è di non aver osato di più contro una squadra che non è certo la bella copia della regina d’Europa. Comunque, il pari non è da buttar via e non pregiudica in dimensione assoluta le chance per il retour match in Spagna. 
 
Luciano Scateni