Articolo pubblicato il: 15/10/2016 18:23:04
Chapeau, tanto di cappello alla Roma che ha meritato di vincere e con autorità, messa bene in campo, dotata di un binomio d’attacco di tutto rispetto, registrata a dovere in difesa e scesa in campo con la giusta determinazione. Il Napoli è mancato soprattutto in fase offensiva ma è colpevole di un paio di “leggerezze” del pacchetto difensivo equivalenti ad altrettanti gol facili di Dzeco. E’ finita con un pesante 1 a 3. Il mancato successo allontana gli azzurri dalla vetta della classifica e concede ai giallorossi di candidarsi a squadra anti Juve. Che sia una partita difficile per Sarri è statosubito chiaro. A Hysaj e Ghoulam per troppo tempo sono state negate da Spalletti le incursioni sulle rispettive fasce, Jorginho non ha riempito di contenuti il ruolo di regista e Gabbiadini, in verità poco cercato, non è ne Higuain e neppure Milik. Non basta il calore del tifo azzurro a spingere la squadra, il caldo afoso taglia le gambe e frena l’abituale dinamismo del Napoli. Nonostante tutto la partita a tratti è piacevole, intensa. Al Napoli manca l’intraprendenza di Albiol che spesso dà il via a schemi offensivi efficaci. Quando ci si rassegna al fischio dei primi 45 minuti senza reti, Koulibaly combina un vero pasticcio. Palla tra i piedi, avrebbe tutto il tempo per spedire il pallone lontano dalla zona a rischio dove si muove come un felino l’egiziano Salah o per smistarlo a Reina. Il difensore azzurro cincischia, mantiene il pallone tra i piedi e se lo lascia strappare dall’attaccante egiziano. L’occasione è ghiotta, l’esito dello svarione è letale. Cross breve al centro dell’area azzurra dove Dzeco, indisturbato, manda in rete il più facile dei gol. Roma-Napoli 1 a 0. Il gol non riceve applausi. Per motivi di sicurezza parte della curva riservata ai tifosi romani rimane vuota. Il San Paolo spera nella ripresa ma sarà deluso. Qualche accenno di grinta dura troppo poco, giusto il tempo perché Spalletti intuisca le opportunità di colpire ancora in contropiede. Chi pensa di capirne di tattica si chiede perché Sarri non attui la variante di gioco che, escluso Gabbiadini, indurrebbe a provare lo schema con Callejon finto centravanti. La Roma raddoppia e anche questa volta con Dzeco che di testa, senza fare i conti con il dovuto contrasto, su angolo elude la guardia dei difensori. 2 a 0. In soccorso del Napoli arriva quattro minuti più tardi, al 13°, il perdono per Koulibaly. Su angolo da destra il gigante d’ebano s’arrampica in cielo e colpisce alla perfezione di testa. Palo interno e gol. 2 1 per la Roma. Suggeritore Spalletti, i giallorossi arretrano al di qua della linea di centro campo, contengono senza correre grandi pericoli la reazione napoletana e sornioni aspettano l’occasione per colpire in contropiede. Succede quando mancano quattro minuti al 90°. In piena fase offensiva del Napoli, Salah è destinatario di un pallone che porta avanti a velocità supersonica: tocco e mira nell’angolo destro della porta difesa da Reina. 3 a 1, game over. Il ritorno di De Laurentiis in tribuna non è stato di buon auspico, Sarri conferma di non essere uno specialista dei cambi. I due azzurri più in forma, a giudicare dalle ultime partite, sono senza ombra dii dubbio Mertens a Zielinski. Il belga entra al decimo del secondo tempo, il forte centrocampista al 36° in sostituzione di uno stremato Hamsik, solito generoso cursone e regista a tutto campo. In contemporanea Sarri manda in campo El Kaddouri e ripete il solito errore di chiedere l’impossibile a giocatori che non hanno neppure il tempo di prendere confidenza con una partita agli sgoccioli. Squilla forte il campanello d’allarme per due sconfitte consecutive e De Laurentiis persevera nel dichiarare che ha dato al Napoli un signor organico, che di un sostituto di Milik non c’è nessun bisogno.
Luciano Scateni