SCATENI. Nostra, vostra %u2018culpa%u2019 se rispunta la malapianta del fascismo






Articolo pubblicato il: 24/03/2019 15:19:09

Democrazia bendata, sorda, disattenta, frastornata da più e forse meno fonti di preoccupazione. L’anima fascista dell’Italia, sopita, mai sradicata alla radice, ha ripreso fiato, assoldato vecchi e nuovi teorici, ha messo su strutture, movimenti, perfino partiti, bande armate, teste calde, violenti, antisemiti, razzisti, nostalgici dell’uomo forte al potere, dell’olio di ricino e delle manganellate, di epurazioni, autarchia. Hanno trovato tolleranza e impunità le braccia alzate del saluto fascista, le manifestazioni di piazza inneggianti a Mussolini, l’omofobia, luoghi di culto della destra eversiva, le aggressioni a migranti, la nascita e la crescente adesione a partiti di esplicita ispirazione nazifascista, l’odio per i diversi, gli ebrei.

I benpensanti, choccati dall’incedere tumultuoso del leghismo, di Salvini e del suo brutale autoritarismo (“Comando io”, “Me ne frego”) si sono ingarbugliati in motivazioni qualunquiste sul qualunquismo, del tipo “italiani ignoranti, opportunisti, pecoroni, preda di suggestioni dell’autoritarismo, ‘coglioni’”. Salvini, che ebete non è, ha preso la testa di questa massa informe, di quanti ripetono mentalmente e a voce alta: “Con Mussolini potevi lasciare la porta di casa spalancata, i treni partivano e arrivavano in perfetto orario, i neri d’Africa erano nostri sudditi”. A dargli una mano, poi tutte e due, ha contribuito in grande misura la degenerazione sociale della convivenza e la dissolta percezione della sicurezza: rapine, scippi, aggressioni, omicidi, violenze di ogni genere, hanno aumentato esponenzialmente la psicosi della paura. E’ così che hanno avuto buon gioco il giustizialismo del tracotante ministro dell’Interno, il suo ‘prima gli italiani’, l’equazione ‘ migranti ladri del lavoro dei nostri disoccupati’, ‘delinquenti spediti dalle nostre parti, espulsi dai Paesi d’origine’, la libertà di sparare a vista a ladri e rapinatori, le alleanze con partener europei governati dalla destra, l’ammirazione per despoti come Putin, la sistematica demolizione del poco di sinistra rimasto nel Movimento 5Stelle, dopo aver apprezzato il sapore del potere.

E’ inutile, improduttivo, irreale, per chi l’ha vissuti in prima persona, trarre dalla memoria i giorni degli anni cinquanta e sessanta, quando si contrastavano a cazzotti i conati residuali di fascismo, ma contare sul potenziale delle giovani generazioni, per lottare contro il neofascismo e chi lo assume per gestire il potere, è una delle strade possibili. Segnali di rinsavimento del Paese si avvertono, per esempio la previsione di un lucido Veltroni, che preconizza l’avvio di una prossima, rinnovata competizione tra sinistra e destra. Il processo è ai suoi albori. Come restituirlo alla democrazia non è ancora un progetto operativo. Può essere Zingaretti l’architetto del work in progress?

Salvini, ecco un’altra delle sue. Questa volta supera ogni limite della decenza. Rami ha tredicenni anni è di famiglia egiziana, è nato in Italia, a Crema. Lo conosce, l’ammira, lo ama tutta l’Italia, fatta eccezione per il ministro razzista dell’Interno. Si deve a Rami, al suo coraggio, alla sua straordinaria intraprendenza, il miracolo di aver salvato 53 vite da morte sicura. Ha nascosto il cellulare, ha telefonato ai carabinieri, mentre l’autista del pullman minacciava lui e tutti i suoi compagni con un coltello e versava liquido infiammabile. La richiesta di questo eroico ragazzo è che si riconosca finalmente lo ius soli, il diritto alla cittadinanza per chi è nato in Italia.

La proposta minimalista di Di Maio è di concedere a Rami la cittadinanza onoraria. E Salvini?” Osa sbeffeggiarlo. “Rivendica lo ius soli anche per i ragazzi come lui? Si faccia eleggere e lo proponga quando sarà parlamentare”. Stasera Rami con il compagno di scuola Adam, marocchino, come lui nato in Italia, sarà ospite di Fazio a “Che tempo che fa””. Da non perdere. E da incorniciare è lo scambio di messaggi con il campione argentino Dybala. “Caro Rami, sono Paulo Dybala. Sei veramente un eroe. Ti invito allo Stadium per assistere a una mia partita. Un forte abbraccio”. “Caro Paulo il mio sogno e vederti presto e trascorrere una bella giornata con te. Sei il mio giocatore preferito al mondo”