Nevica. Governi ladri?
Dannata Siberia. Il regime stalinista, intollerante del dissenso come ogni dittatura, spediva al gelo i contestatori della degenerazione del marxismo, perché scontassero a vita la condanna all’esilio. In questo Febbraio da brividi le sferzate di vento polare, che “Burian” spedisce dalle nostra parti, inducono gli scienziati del meteo a svelare che neve, temperature glaciali e venti di intensità pari e superiore alla bora triestina sono causati dal luogo più freddo del mondo, ovvero dalla Siberia. Il danno collaterale della gelata era imprevedibile? La scienza lo smentisce. I cicli di freddo e caldo abnormi, sono gemelli della nota teoria filosofica di Gian Battista Vico su “corsi e ricorsi storici”. Per esserne certi è utile attingere alle testimonianze del passato remoto per scoprire che l’alternanza di letali siccità e cataclismi climatici come quello in corso si è verificata più volte nel corso dei secoli. Una copiosa nevicata, intense folate di vento e pioggia battente, quando si presentano periodicamente, qua e là nel mondo, creano caos, disagi, vittime, ma esistesse la società dei saggi, sarebbe pronta a rispondere con efficaci strategie, in grado di declassare le emergenze a eventi di normalità. Non va così, anche per altri attentati della natura all’umanità. Gran parte del mondo accetta l’ineluttabilità dei disastri provocati dal terremoto, continua a edificare nelle aree a maggior rischio sismico e ignora le strategie anti-simiche messe in essere dal Giappone, uno dei Paesi del mondo più frequentati dai terremoti.
L’Italia e “Burian”: sistema ferroviario e aeroportuale in tilt, e così la circolazione stradale. Città impreparate, sorde agli allerta della protezione civile, mezzi inadeguati di contrasto alla neve e al ghiaccio, dettagli scandalosi sulle responsabilità dei sindaci, del complesso sistema ferroviario, immagini irricevibili: esemplare della negligenza è il caos di auto affastellate una a ridosso dell’altra, in testa–coda, sulla tangenziale di Napoli che periodicamente aumenta il costo del pedaggio, ma non prevede che nevichi sulla città.
Sarebbe interessante indagare sulla risposta di luoghi del mondo, come la Russia, i Paesi del Nord Europa, il Canada, che ogni inverno affrontano il gelo. Decretano forse la chiusura di scuole e uffici come succede da noi, per disposizione di sindaci “sorpresi” dalla nevicata? Aspettano l’aumento della temperatura, perché sciolga neve e ghiaccio o li rimuovono con mezzi idonei e in numero sufficiente?
A Napoli l’animo poetico dei suoi figli ha trovato ispirazione nella coperta bianca che ha ricoperto case e strade. “Meraviglia della natura”. “Il Vesuvio, così incappucciato è un’immagine da immortalare”. “Che meraviglia, ricordi la nevicata del ’56?”. Così poetando, ci si dimentica dei gap sociali enfatizzati da “Burian” e, della funicolare di Mergellina chiusa ufficialmente per motivi tecnici, ma nei fatti per malattia collettiva del personale, in concomitanza con Cagliari- Napoli in Tv.
Con monotona e colpevole reiterazione, si accende la solidarietà di enti e di singoli che provano a tenere in vita i senza tetto con posti letto e pasti caldi. Sono interventi umanitari apprezzabili, ma pongono una domanda senza risposta. Tra i primati di Napoli c’è anche il famoso e famigerato Albergo dei Poveri, ovvero il più grande edificio pubblico d’Europa, probante esempio di negligenza istituzionale della città. Da tempo immemorabile si discetta sulla sua destinazione d’uso, da tempo senza decidere. E se fosse attrezzato per ospitare dignitosamente i senza tetto, non solo loro, in coincidenza con il “Burian” di turno?
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