OI VITA, OI VITA MIA”
Canta il Maradona, brillano le luci dei cellulari a celebrare questo straordinario esempio di energia positiva, di determinazione, di sinergia di gruppo. 2 a 1, prima sconfitta in campionato dei bianconeri di Thiago Motta e lo firma il Napoli senza prime donne, con problemi di organico per infortuni, m a con protagonisti esplosivi come il possente Vesuvio che domina il golfo più bello del mondo. Ma meritate citazioni ad personam per il leonino Anguissa, polmoni da maratoneta e un vigore fisico superiore, per Politano, prezioso a tutto campo. Solo un timido dubbio: è una scelta ponderata di Conte l’alternanza di un tempo perfetto (stasera il secondo) e uno ‘so, so’ (il primo), come dicono gli inglesi? Fosse così, se e quando il Napoli giocherà tutti e 90 minuti al massimo, i tifosi napoletani potranno vivere sogni d’oro. In sintesi: parte a mille la Juve e al settimo san Meret nega con un vero prodigio che Yildiz trovi l’1 a 0. Thuram, velo di Muani e l’attaccante bianconero a colpo sicuro grida al gol, ma la risposta del numero uno azzurro è un vero grande capolavoro. E però la Juve punisce il Napoli di un primo tempo imperfetto. Al 45 esimo, cross da destra, Anguissa devia il pallone senza volerlop, Muani a volo spedisce alle spalle di Meret. Rientra in campo un altro Napoli, la Juve s’illude di arrivare al the end con il gol di vantaggio. Di Gregorio imita Meret e ferma il pallone sulla linea di porta il colpo di testa ‘imparabile di Lukaku, ma nulla può per evitare che Anguissa volando come un falco colpisca a sua volta di testa un cross morbido di Politano:1 a 1 e non finisce qui. Domina il Napoli, esorcizza perfino l’arbitraggio da sei in condotta di Chiffi che non punisce falli gravi dei bianconeri con il ‘giallo’. Fatale, per Motta e i suoi il minuto 69, quando Lukaku dal dischetto degli 11 metri beffa Di Gregorio. Portiere a sinistra, pallone al centro e 2 a 1. Il fallo in area di Locatelli di McTominay. Gli azzurri controllano il gioco autorevolmente fino al 95esimo. Tripudio del Maradona, Napoli saldamente in vetta alla serie A e per dirlo in napoletano “Battere la Juve, che sfizio.
IL PROLOGO DELLA SFIDA. I “forza Napoli sempre’ di antica fede ricordano con nostalgia gli exploit di Achille Lauro, sindaco e manager del calcio, che hanno indotto Napoli a confermarsi empatica con la monarchia quando l’Italia intraprendeva il percorso democratico della nascente Repubblica. Il mito del ‘comandante’ ha toccato il suo massimo con l’ingaggio del bomber Jeppson (follia per quel tempo i 105 milioni versati) e a seguire di Amadei, Vinicio. Di pari eccezionalità il colpo di napoletanizzare Maradona messo a segno da Ferlaino e non meno eclatante l’approdo di Osimhen nel golfo di Partenope. In antitesi con questi regali di lusso alla Napoli del pallone i numerosi flop di acquisti e vendite, di arrivi e partenze. Koulibaly via, Kim napoletano, ma via anche lui, Osimhen in azzurro, lora turco, l’esodo del ‘traditore Kvaratskhelia, il mistero di Natan alter ego fallimentare dei due centrali emigrati anzitempo, dell’evanescente Cajuste, eccetera. Conte, finora, ottiene il massimo da quel che l’erede di Giuntoli gli ha offerto, ovvero Mc Tominay e Buongiorno. Chiede ben altro il tecnico leccese e come molte altre volte si assiste al vortice di annunci di trattative entusiasmanti, quanto effimere. Il quasi del Napoli Danilo rifiuta l’offerta azzurra e torna sudamericano, il Psg ha la meglio sul Napoli e oltre a far suo il georgiano, è a un passo dal vincere la competizione per l’acquisto di Garnacho, Per non alimentare il malumore dei tifosi il successore di Giuntoli dichiara cosa quasi fatta vicino l’arrivo del tedesco Adeyemi. L’ipotesi Chiesa compare e scompare a giorni alterni. Conte si adegua: si adatta a sostituire l’infortunato Buongiorno con il modesto Juan Jesus e Olivera, a sua volta out con la staffetta Spinazzola-Mazzocchi rimedia all’out dell’ultim’ora di Olivera. Commenti? Racconta tutto il proverbio “Lupus pilum mutat, non mentem (Svetonio), The wolf loses its ur but not its vice, ovvero “Il lupo perde il pelo, non il vizio”, ovvero, è molto difficile eliminare in modo definitivo le cattive abitudini. Ma consoliamoci, in casa altrui i problemi non mancano e ad esempio Thiago Motta che dice di voler fermare la corsa al quarto scudetto degli azzurri, scopre che il talentuoso Vlahovic non è un campione in continuità. La differenza con gli inciampi del Napoli: la squadra degli Agnelli boccia il serbo e in un amen rimedia con l’acquisto del nazionale rancese Kolo Muani. Pronostico della sfida che conferma l’ormai consolidato sold out del Maradona Stadio? Se Lobotka e compagni replicano la convincente incursione nella ‘tana’ atalantina, c’è accaduto a Bergamo neanche per la signora Juve c’era da stare allegra e il capo lo ha certificato.
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