SCATENI/Napoli 2, Lipsia 0, ma il 3 a 3 complessivo non basta


Articolo pubblicato il: 23/02/2018 10:09:57

Scuse accettate. Sarri, cervello fino, si fa perdonare per la debacle del San Paolo, per la partita sciatta del Napoli anti Lipsia e la negligenza degli azzurri in campo, probabilmente suggerita dalla sottovalutazione dell’Europa League e la sopravalutazione dell’obiettivo scudetto. Nel Red Bull Arena i tedeschi subiscono gli azzurri per i novanta minuti di un match che fosse durato poco di più avrebbe regalato al Napoli il passaggio del turno e con pieno merito. I rossi del Lipsia sono entrati sul terreno di gioco convinti di governare agevolmente la squadra sconfitta nettamente all’andata del doppio confronto. Sorpresa: questo Napoli è il team che l’Europa stima al top dell’hit parade del calcio e il rammarico dei tifosi azzurri, per alcuni perfino la rabbia per non aver superato il turno sono più che giustificati. Tornando allo sconsiderato match del San Paolo e considerato il 2 a 0 inflitto stasera al Lipsia, sarebbe bastato evitare la “distrazione” collettiva del San Paolo a tempo scaduto per evitare il terzo gol dei rossi e far tesoro del due a zero in terra germanica siglato da Zielinski e Insigne con due reti strepitose. Il Lipsia? Neppure un’occasione da gol e Reina mai in difficoltà. Ingiusto stilare la graduatoria dei più bravi tra gli azzurri. Allora un otto collettivo, come il trenta “politico” degli universitari nel ’68 e lode particolare per Maio Riu che di partita in partita non fa rimpiangere Ghoulam. Appena sotto al di sotto della media del voto eccellente c’è Mertens, che oramai, temuto per la sua straordinaria incisività di “finto centravanti”, è un vigilato speciale, controllato almeno da due arcigni difensori. Appena sufficiente, ma non pari al potenziale che gli è riconosciuto, la regia di Diawara. Il problema Mertens nasce dall’emergenza Milik, che in situazioni di gioco difficili per il belga sarebbe l’ovvia alternativa.

Il freddo della Germania non raffredda l’entusiasmo dei 1.200 napoletani, dodicesimo uomo in campo. Hanno spinto Insigne e compagni a uscire dal Red Bull Arena con la consapevolezza di aver cancellato il brutto ricordo della sconfitta subita al San Paolo. La cronaca racconta di numerosi tentativi del Napoli di sbloccare il risultato, di una loro netta superiorità, a parte qualche minima difficoltà iniziale per la pressione asfissiante, a tutto campo, del Lipsia. Alla lunga l’inerzia della partita è del Napoli e premia la sua determinazione al minuto 33. Un’azione corale, di quelle che hanno danno lustro alla maestria di Sarri, coinvolge mezza squadra, fino alla solita geniale invenzione di Insigne che mette in crisi la difesa tedesca. Gulacsi respinge male il suo tiro, irrompe Zielinski, uno a zero per il Napoli. Il gol intimidisce gli uomini di Hasenhutll, con l’eccezione del danese Poulse, leader indiscusso dei red.

Second time: Mertens non riesce a divincolarsi dalla morsa dei prestanti Konaté/Upmecano e Sarri chiede all’asse di sinistra, Rui, Hamsik. Insigne, di pungere in velocità e fitte triangolazioni. Purtroppo Rui deve lasciare il posto a Hysaj per un lieve infortunio e manca qualcosa alla manovra offensiva degli azzurri. Il tono muscolare del Lipsia non regge ai ritmi del primo tempo e il Napoli domina, preme a caccia del raddoppio. Il due a zero è firmato da una magia di Insigne che anticipa, da grande talento qual è, il diretto marcatore e al volo fulmina Gulacsi colpendo con forza e precisione un cross di Callejon, in campo per Hamsik. Due a zero, ma il totale gol di 3 a 3, tra andata e ritorno, non basta. Sarri suona la carica, il Napoli assedia i tedeschi e prova in tutti i modi a perfezionare una partita gagliarda, senza sbavature.

Al fischio finale deve accontentarsi della bellissima prestazione in casa dei tedeschi e conviene che ripensi alla prestazione rinunciataria del San Paolo, perché rimanga scolpita nella memoria, esempio negativo di incompresa negligenza.

Luciano Scateni