Primo round della promettente semifinale che oppone il Napoli di Ringhio Gattuso all’Atalanta del giustamente osannato Gasperini. Stadio Maradona, ore 20 e 45 di una serata che sembra aver fermato a nord di Roma il freddo glaciale di qualche giorno fa. Tra una settimana il retour match. È interessante per chi ha confidenza con a psicologia e le informazioni del non verbale, scrutare le ‘facce’ del tecnico calabrese, in discussione per una sequenza infelice di partite all’insegna del ‘non prenderne’ e impostare il gioco sulle cosiddette ripartenze. In un clima di fuochi incrociati si consuma inopportunamente l’a tu per tu di Gattuso con De Laurentiis, che non fa niente per mascherare l’insoddisfazione per lo squilibrio tra resa degli azzurri impegno finanziario della società nel dotare la squadra di un organico da big, cioè con una folta panchina di qualità. In considerazione dei mancati incassi provocati dalla pandemia De Laurentiis innesta la retromarcia e nega di aver pensato a lasciar andare in altri lidi il tecnico e il general manager Giuntoli (questi appena confermato), ma sembra proprio un mutamento estemporaneo per mettere in freezer l’idea di costose novità al vertice. La cronaca racconta l’empatia dei giocatori con il tecnico di Corigliano calabro, ma i fatti, ovvero il livello di gioco, non dà segni di conferma in campo e il ricordo del Napoli spettacolare a guida Sarri contrasta con i difetti di gran parte di questo campionato, specialmente vistosi nelle partite teoricamente facili, contro squadre in situazione stanziale nella zona di classifica della mediocrità. Insomma, personalità opaca e pallida fisionomia di squadra da tetto della classifica. L’evento del 4 a 1 inflitto ai bergamaschi, se confrontato con sconfitte inspiegabili e gioco fiacco di altre sfide, ha molto il sapore del miracolo o forse di un buon rapporto di Gattuso con la squadra, poi incrinato. Alla vigilia di questo mercoledì, che propone il problema del tour de force imposto ai giocatori da esigenze di recupero delle gare non disputate a causa del coronavirus e dalle sfide delle Coppe, il prode Gasperini, per non scoprire le sue carte ha elogiato il Napoli: “È forte, ma vogliamo riscattare anche il pesante ko in campionato. Noi puntiamo alla Coppa Italia” Il circuito della Rai, di Rai 1, che trasmette il match, ha puntato alla dimensione internazionale della telecronaca, perciò diffusa nei cinque continenti. Ragione di più per motivare Insigne e compagni, detentori della Coppa Italia, a far bene e rammarico per le assenze di Mertens infortunato e uscito indenne da un fuori pista del suo aereo personale in fase di atterraggio, di Fabian, positivo al Covid, ma anche per il contributo parziale di Osimhen, in rodaggio dopo i due mesi di prolungata assenza. Gasperini dispone di nuovo di Romero, centrale difensivo con accanto Toli e Djimsiti, non di Hateboer. Torna al Maradona Stadio Duvan Zapata, che il club azzurro ha ceduto, forse per averne sottovalutato le qualità di bomber. Ilicic, dopo la fase depressione da coronavirus è tornato uomo squadra. A Gasperini, vedremo come e quanto, mancano l’estro, l’affidabilità e perché no, i gol di Gomez, emigrato in Spagna. Gattuso ha organizzato una difesa blindata per una maggiore copertura centrale e chance di ripartenza, ma che richiede un impegno particolare per gli esterni chiamati a coprire le fasce. Quattro in centrocampo e versione inedita dell’assetto difensivo. Arbitra il ravennate Fabbri…pronti, via. I primi minuti raccontano di un primo angolo per i bergamaschi, al sesto, allontanato dalla difesa. Insigne dalla distanza all’ottavo, para Gollini, corner. Ospina al minuto undici manda in angolo una punizione battuta da Muriel, molto pericolosa, diretta
all’incrocio dei pali. Doppio corner per i nerazzurri, nessun pericolo. Il Napoli cerca di velocizzare il possesso palla e va in percussione soprattutto sulla fascia sinistra, con Insigne. Squadre aggressive sui due fronti. Preme l’Atalanta e Zapata è come sempre pericoloso. Slalom del capitano azzurro al diciottesimo e conclusione a lato. Ci prova Zapata dalla distanza, pallone in curva. Buona l’intesa con Muriel. Più Atalanta da qualche minuto. A metà tempo occasione per gli uomini di Gasperini e Ospina rimedia a una situazione di grande rischio con una grande intervento. Si fa pressante l’attacco dell’Atalanta e gli azzurri sono costretti a scambi prevalentemente nella propria metà campo. Ripartenze difficili e comunque finora prevalenza delle difese. Si lotta su ogni pallone e ne fa le spese la precisione. Toloi entra senza avversari nell’area di rigore degli azzurri e con l’esterno destro mette a lato. Pericolo. Angolo per gli azzurri al minuto 32, senza esito. Più Atalanta, anche per troppi spazi concessi dal Napoli. Muriel al minuto 38: buona occasione, una delle tante che costruisce la formazione bergamasca. La domanda è: gli uomini di Gasperini reggeranno anche nella ripresa alla fatica del pressing ossessivo iniziato al primo minuto di gioco? Conclusione pericolosa di Demme in area bergamasca a un minuto dal 45 esimo e corner successivo. Niente over time e tutti negli spogliatoi per il riposo dell’intervallo. A nostro avviso è rilevante l’assenza di Zielinski, della sua autorevolezza a centro campo e per i tentativi dalla distanza che potrebbero ovviare alla difficoltà di incunearsi nell’agguerrita area di rigore avversaria. Forse mancano anche la qualità di Elmas dell’uno contro uno, la sua intraprendenza offensiva e il tridente leggero degli azzurri ha la peggio nel confronto con la difesa presidiata da Romero e compagni. Petagna? La sua fisicità sarebbe una delle carte da giocare per aumentare la pericolosità offensiva del Napoli. Vedremo che ne pensa Gattuso. In casa azzurra si evidenzia ancora una volta la mancanza di personalità e il disagio nell’adattarsi alle prerogative delle avversarie. Riscaldamento di Osimhen nell’intervallo, ma al via della ripresa nessun cambio. Ricomincia con piglio aggressivo la squadra di Gasperini, dove troverà tutta questa energia? Ospina a valanga su un a percussione di Muriel e rimedia un infortunio nello scontro, ma salva la rete degli azzurri. Petagna, riscaldamento a bordo campo. Altro corner per l’Atalanta su conclusione di Pessina, ma come rilevato più volte su calci d’angolo segnare è una vera rarità. Aggredisce di più il Napoli, senza impensierire Gollini. Equilibrio in campo ma lo spettacolo latita. Koulibaly salva in angolo un’incursione atalantina. Ospina blocca in tuffo un colpo di testa di Zapata al minuto 63. Conquista una punizione Insigne e cartellino giallo per Romero. Demme subisce un colpo al volto e ne subisce le conseguenze. Fuori in barella. Lo sostituisce Elmas e Petagna rileva Politano. Batte la punizione Insigne, pallone alto sulla traversa, al 67esimo. Entra Zielinski per Insigne. Boh? Per Insigne?Forse per maggiore dinamismo. Due angoli consecutivi per i nerazzurri. In campo Ilic e Pasalic per Muriel e Pessina. Dominio bergamasco in tema di possesso palla e pericolosità. È il minuto 76 e il punteggio non si sblocca. Conclusioni a rete del Napoli? Zero. Demme cammina a bordo campo e meno male, nessuna conseguenza dell’infortunio. Lammers per Zapata all’ottantesimo. Per non perde l’abitudine Gattuso, cambi in extremis. Entra Osimhen e rileva Lozano a dieci minuiti dal 90esimo. Dissenso totale su questa strategia di zona Cesarini. L’intensione ormai palese del i Ringhio è di affrontare il ritorno a Bergamo partendo dal pari di stasera. Di qui un Napoli difensivista a oltranza. Osimhen guadagna un angolo al minuto 87 ed è l’unico episodio simil offensivo degli azzurri nel secondo tempo. Koulibaly commette fallo su Ilicic, giallo e punizione da zona rischiosa per il Napoli, ma abbondantemente a lato. Ampio l’over time, sei minuti. Solo Atalanta e nelle fasi di recupero anche per la sconcertante remissività degli azzurri. Meno tre…meno due…un minuto al fischio finale. Un vero record conclude la gara, ovvero la rarità di zero azioni offensive del Napoli, rintanato nella propria metà campo per tutto il secondo tempo. Pazienza, il bel gioco forse verrà. Per il momento è un desiderio e, nemmeno pio.
Luciano Scateni.
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