Una bolgia, quasi un girone infernale stracolmo di anime dannate, detto con esagerazione per rendere l’idea, lo stadio Vodafone Arena di Istanbul, dove i circa 43mila tifosi turchi hanno urlato e fischiato come fossero il triplo per tuti i novanta minuti di una partita che si è conclusa con una spudorata bugia. L’uno a uno premia con esagerato eccesso i modesti meriti del Besiktas e punisce un Napoli gagliardo, in salute, che ha dominato per quasi tutti i novanta minuti Un infortunio causato da sconsiderata ingenuità regala ai turchi un calcio di rigore. Su cross di Aboubakar Maximovic apre con un gesto maldestro il braccio e interrompe il tiro. Dagli undici metri Quaresma non fallisce, malgrado l’intuizione di Reina che prevede la direzione del tiro. Un guaio serio perché quando si verifica l’episodio corre il minuto 78 ed è legittimo il timore che gli azzurri non abbiano il tempo per recuperare, dopo aver dominato l’incontro. Si fanno i conti con molto rammarico: finisse così il Besiktas salirebbe a 8 punti contro i 6 del Napoli che però moltiplica energie e determinazione. Bastano quattro minuti di forcing per aver ragione dei turchi, convinti di bissare il successo del San Paolo. Sarebbe stata una beffa. Ci pensa Hamsik, capitano di lungo corso in azzurro, a disilludere Aboubakar e compagni con un gol che si può definire solo con l’aggettivo “chirurgico”. Un quarto di merito è di Insigne che si tira dietro Beck e lo sottrae alla guardia di Hamsik. L’assist di Lorenzinho è smarcante, lo slovacco carica il destro e fulmina Fabri, number one dei turchi. L’euforia per lo scampato pericolo mette le ali al Napoli che prova a trasformare la indiscussa superiorità in meritato vantaggio. Fosse durata dieci minuti di più la vittoria sarebbe stata il giusto coronamento di un match affrontato magistralmente. L’esito del match dice che il Napoli sale a 7 punti contro i 6 del Besiktas che però ha il vantaggio di un miglior quoziente reti. Conforta la reazione degli azzurri agli ultimi passi falsi e non meno la qualità tattica di Sarri che ha impostato l’incontro con competenza. Gli tocca solo restituire alla difesa, esemplare nella trascorsa stagione, la solidità latitante in alcune fasi degli attacchi avversari, capire se Diawara è co-titolare di Jorginho e se Gabbiadini, unico centravanti assoldabile, è la soluzione migliore, più produttiva del trio di fantasisti con Mertens finta punta centrale. Anche stasera, con un attaccante di ruolo, l’esito della partita sarebbe stato largamente favorevole agli azzurri. Nel catino dell’Arena turca, assordante per gli infiniti decibel degli urlatori turchi, sono riusciti a farsi sentire i cinquecento supporter napoletani che “Marechiaro” Hamsik, dopo il gol, è volato a salutare dove si assiepavano entusiasti. Archiviato il pari di Istanbul c’è nel futuro immediato l’impegno di sabato prossimo con la Lazio che il minore degli Inzaghi ha galvanizzato e portato a livelli competitivi ragguardevoli. Non sarà facile.
Luciano Scateni
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