SCATENI. Mamma mia, che impressione! Napoli 1, Verona 3


Articolo pubblicato il: 24/01/2021 22:41:26

Mamma mia, che impressione! Napoli 1, Verona 3

Il test, la scena del crimine da sventare con un a prova convincente degli azzurri ha come scenario il prato del Bentegodi, per fortuna non sovrastato dalla tifoseria veronese, tra le più becere nell’ estrinsecare la storica empatia con il razzismo leghista, che manifesta con insulti e invocazioni al Vesuvio perché distrugga Napoli. Gattuso non ha compito facile in Veneto, perché affronta una squadra coriacea, capace di corrispondere con buona sintonia all’efficace modulo di gioco firmato da Juric. Insigne e i suoi prodi si propongono da qualche tempo come il Fregoli del campionato, ovvero con rappresentazioni di trasformismo poco comprensibili, da grande squadra e il suo contrario. Verrebbe da dire che gli uomini di Gattuso le fatiche senza sosta domenicali e infrasettimanali, l’inspiegabile dislivello di rendimento di Fabian, un anno fa alle stelle, una serie di infortuni, gravi in danno di Osimhen (poi positivo al Covid) e Mertens, Insigne, Manolas, ma sono alibi di mediocre consistenza, considerata l’ampiezza dell’organico a disposizione di Ringhio. Pesano alcune idee tattiche di Gattuso, ad esempio l’eccessiva prudenza adottata contro squadre di pari o superiore livello, come la Juve, l’Inter, il Milan e la discutibile decisione dei cambi dell’ultimo minuto, quando occorre rimettere in sesto un risultato negativo (allora dentro gli attaccanti della panchina, impossibilitati a ‘entrare in partita nei pochi minuti rimasti) o al contrario, del potenziamento difensivo quando la squadra è in vantaggio (anche se non incolmabile). Tema: liberarsi delle scorie conseguenti al ko di Supercoppa, colpevole l’atteggiamento timido della squadra e ripartire. Ancora assente Fabiàn, positivo al Covid, Osimhen è appena rientrato nei ranghi, ma in condizione di giocare e Mertens ancora in fase di riappropriazione del massino rendimento, ma potrebbe anche entrare in campo dall’inizio. Con una terza vittoria consecutiva in campionato, gli azzurri punterebbero al terzo punto in classifica in attesa di recuperare il match rinviato con la Juventus, mentre l’Hellas 27 punti in 18 giornate e solo 17 gol subiti) intende concludere il girone d’andata a ridosso delle ‘big’. È la giornata numero 19, arbitra il ravennate Fabbri, pronti…via e Napoli nella maglia a strisce bianco-azzurre in omaggio all’Argentina di Maradona. Una curiosità: schierati per l’inno delle Lega calcio Insigne e Meret, uno accanto all’altro, come Golia e Davide quanto ad altezza.  Uno il doppio dell’altro. Dieci secondi e papera difensiva di Dimarco. Lozano, folletto a velocità supersonica, va in gol. Proprio così, in dieci secondi. Record? Furto con destrezza, incredibile, ma vero. 1 a 0 subito dalla squadra che finora aveva incassato meno gol nei primi dieci minuti.  In questo Napoli svetta la classe, il dinamismo, la vocazione a finalizzare di un immenso Zielinski, uomo squadra alla pari di Insigne e Koulibaly. Il capitano ci prova e guadagna un corner al 19esimo. Riceve Di Lorenzo, testa, sul fondo. Poi una conclusione di Demme, destinata al fondo della rete, s’infrange su Lozano e si perde a lato. Sarebbe stato il secondo gol. Demme di nuovo uomo gol, conclusione ravvicinata su assist di Petagna, grande risposta di Silvestri e due a zero negato per la seconda volta al centrocampista azzurro. Brividi al 28esimo per il Napoli: Maksimovic autore di un banale errore dà il via libera a un cross dalla sinistra, che passa veloce e oltrepassa due attaccanti veronesi soli in area di rigore. Occasionissima. Si manifesta la fragilità difensiva del Napoli di questo match, non la prima: Di Marco, l’autore dell’errore che ha consentito a Lozano del gol fulmineo, fa tutto da solo. Inizia e conclude in gol un’azione personale e riscatta la gaffe iniziale. Al minuto 34 è uno a uno e il Napoli deve recitare il mea culpa per dinamiche difensive imperfette.  Non si regala così tanto spazio agli attacchi avversari. Tuto da rifare. Al 38 Meret salva un gol che sembrava già fatto. Respinge sulla linea di porta un tiro ravvicinatissimo e rimedia a un errore di Hysaj in piena area di rigore.  E il Napoli dov’è? Improvvisamente smarrito, subisce l’intraprendenza dell’Hellas. Niente male questo Verona, come nelle previsioni. Vicini al riposo c’ è da riflettere sulla fase due del primo tempo degli azzurri, in evidente calo di tenuta tecnico-tattica, di iniziativa. Solo Verona nel finale di tempo e squilla l’allarme in casa Gattuso.

Second time e forse vedremo Mertens in campo. Dieci minuti di solo Napoli. Di Carmine e Magnani per Dimarco e Kalinic al minuto 57. Poi pressing altissimo dei veneti, già dai rilanci di Meret e il Verona riprende le redini del gioco. Fuori Insigne dentro Mertens. Era nell’aria: al minuto 62 contropiede dei più classici dell’Hellas, di quelli che il Napoli soffre oltre il lecito e Barak senza opposizione regala al Verona il 2 a 1. Gattuso pensa di rimontare con un doppio cambio. Fuori Petagna e Demme, dentro Politano e Osimhen. Niente di nuovo sotto il cielo del Napoli: Ringhio, in svantaggio, punta a un attacco a più voci. Poco più di venti minuti al 90esimo. L’Hellas controlla con autorevolezza la voglia di rimonta degli azzurri. Buona conclusione di Lozano, forse un cross e si perde sul fondo. Oltrepassato il minuto 70. Domanda: quale logica guida la scelta di far giocare a sinistra Politano, che è un destro puro? Il suo così apporto così è dimezzato. Minuto 79, la Caporetto degli azzurri. Perde un buon pallone Mertens, riparte il Verona, contropiede fulminante, è la solita storia. Conclude un colpo di testa di Zaccagni in perfetta solitudine. 3 a 1, difesa napoletana ad acchiappar farfalle.  Da capire l’ingresso di Elmas e Lobotka a 8 minuti dalla fine. Nel Verona Lovato per Gunter. Sinceri complimenti a Juric, ai suoi undici uomini che hanno strapazzato gli azzurri con una gara che iniziata con la beffa del gol subito al decimo secondo. riscattata ampiamente. Finale con molta amarezza: “Penso che un sogno così non ritorni mai più” (da Modugno per Gattuso).