Non è dato sapere se la mission possible del governo gialloverde è coperta dal segreto di Stato, ma francamente è un’informazione secondaria. Importante, ai fini della scelta di questa riflessione quotidiana, è l’oggetto della missione e anche di più il dettaglio logistico. Dunque, l’esecutivo di Palazzo Chigi valuta di interesse nazionale rendere visita al ministro della Giustizia dello Sri Lanka (!), al presidente e al suo vice del parlamento. A chi affidare il compito decisivo per il futuro dell’Italia? Nessun dubbio: a Laura Bottici, senatrice questore di Palazzo Madama e fervente suddita di re Di Maio. La signora pentastellata potrebbe mai rifiutare? Mette in valigia camicia da notte, necessaire trucco e lavadenti, convoca i due accompagnatori e va. Ma come va? S’imbarca con loro su un jumbo Ethiada, in classe economy, per coerenza con il rigore del grullismo? Il terzetto vola comodamente in business e il viaggio gode dei tutti i comfort della categoria. Coppa di champagne di benvenuto, pranzo e cena special, cabina letto da sogni d’oro. Madame Bottici compie il suo dovere nei cinque giorni della missione, incontra i rappresentanti cingalesi. Per assorbire fatica e stress del viaggio diplomatico è necessario ritemprarsi e i tre inviati assecondano l’esigenza in quattro notti all’Hilton Colombo, che una locanda per viandanti proprio non è. La pentastellata è una grullina praticante, generata dal Movimento 5Stelle, come fargli torto? La scelta dell’albergo è obbligata: Hotel a 5 Stelle. Conclude la cronaca del viaggio l’Appello agli esperti di ragioneria, avvezzi a tirare le somme. 6 biglietti aerei, (andata-ritorno) euro 10.800, quattro pernottamenti per i tre inviati 3.000 euro, 300 euro al giorno di missione per i tre inviati 4.500 euro. Mancano le voci taxi, pranzi e varie: 1000 euro. Totale 20.000 euro più, euro meno. Il popolo dei cittadini pentastellati manifesta legittima curiosità per l’esito della missione, ma specialmente per la compatibilità delle spesa con uno dei principi fondanti del Movimento, ovvero con la morigeratezza. Condannata o assolta dovrebbe essere ininfluente per i grullini la conseguenza del processo a cui è stata sottoposta Virginia Raggi, che a prescindere dai reati contestati esemplifica alla perfezione quanta improvvisazione, superficialità e incompetenza goliardica abbia proiettato il Movimento del comico genovese alla guida del Paese. Un pizzico di furbizia grullina non fa però difetto ai suoi esponenti più in vista e soprattutto all’“Incompiuto” Di Maio. Alla vigilia della sentenza, quasi a farsene un merito, ha dichiarato “Se giudicata colpevole la Raggi deve dimettersi”. Come a dire: “Visto che alto senso di correttezza istituzionale?” E in caso di assoluzione: “Sputtanato il complottismo, era ben risposta la nostra fiducia nella sindaca di Roma”. Questa vince, questa perde, questa vince…funziona sempre il gioco delle tre carte.
Luciano Scateni
GoldWebTV è anche su WhatsApp! Iscriviti al canale per avere le ultime notizie direttamente sul tuo telefonino!