Ognuno ha i suoi guai in famiglia, panni sporchi da lavare, bubboni da estirpare: calato rapidamente il sipario sulle “marachelle” del Pd umbro, il copione delle nefandezze si replica e conferma lo stillicidio di uno scandalo al giorno, che sia corruzione, sgarro etico.. Non vale la pena sprecare più di poche righe per l’ultima rissa Lega-5Stelle. Salvini spara con alzo zero sulla Raggi, con il chiaro intento di mettere la bandiera di Pontida sulla capitale d’Italia, Di Maio risponde con la sentenza di espulsione dal governo del sottosegretario Siri, implicato in rapporti indecenti con l’imprenditore siciliano Arata, inquisito e punta l’indice su Giorgetti, alter ego di Salvini che ha “regalato” un contratto di consulente al figlio del predetto Arata. Che si scannino tra loro. Al giornalismo non soggiogato al potere gialloverde è fin troppo chiaro che seguiranno altri round della lotta libera a colpi di reciproche accuse. Il Maggio delle europee è vicino e i dioscuri Di Maio-Salvini conducono il gioco al massacro con aggressività crescente. Chi si ritroverà spalle a terra per il conteggio finale? Per la salute politica e sociale dell’Italia l’augurio è di un doppio kappao.
La crisi di governo è un rischio reale? Lo chiede Zingaretti; “Subito al voto”, lo ammettono Di Maio e Salvini, che l’un contro l’altro armati si rinfacciano l’accusa di rompere l’alleanza di governo: “È una minaccia della Lega”, accusa il vice di Conte pentastellato, “E’ solo nella testa di Di Maio” e la tesi del collega leghista”.
Dosi di veleno, somministrate con cinica, quotidiana frequenza, minano la salute fisica e mentale di chi le subisce se non dispone di potenti antidoti. Succede che il razzismo, strettamente connesso con il fascismo, s’insinua pericolosamente nella testa di soggetti labili, esposti a degenerazioni comportamentali, inculcate da spregiudicati ideologi. Che altro avrebbe indotto tale Sebastiano Sartori, squallido ex segretario dei fascisti di Forza Nuova, insegnante di storia dell’arte, all’alberghiero di Venezia, a definire la Costituzione un “Libro di merda, buono per pulirsi il culo”, a insultare la senatrice a vita Liliana Segre, italiana, superstite dell'olocausto e attiva testimone della shoah italiana. Ha detto: “Starebbe bene in un simpatico termovalorizzatore”. E poi, Erdogan?” (tiranno turco che reprime la democrazia e la libertà di stampa con migliaia di arresti) avrà anche dei difetti ma rubargli qualche idea come le purghe a stampa, sindacati e polizia non sarebbe male". L’immondo tizio, protagonista di queste ignobili ingiurie, le diffonde su Facebook e in classe. I genitori dei suoi alunni chiedono che sia cacciato, ma purtroppo qualche studente commenta con un incredibile “grande prof”. Il becero individuo è stato processato per la sua violenta xenofobia, poi assolto, con licenza di spargere odio impunemente. I genitori dei suoi allievi hanno inviato un esposto alle autorità scolastiche, alla polizia, alla Procura di Venezia e una lettera al giornale locale: “Crediamo nei valori della Costituzione, quello che esprime Sartori non è libertà di pensiero…gli insulti alla Carta Costituzionale, al papa al presidente della Repubblica, ledono i valori educativi che ispirano le nostre famiglie e la scuola italiana”. Sartori si fa fotografare in corteo accanto al leader di Forza Nuova Roberto Fiore. Ricorda la morte della figlia di Heinrich Himmler, aguzzino comandante delle forze di polizia durante il Terzo Reich e commenta: "Dal Valhalla salutaci papà". Anche in classe Sartori non risparmia esternazioni e comportamenti di chiara radice razzista. “I nostri ragazzi hanno paura a controbattere” dichiarano i genitori “perché il suo atteggiamento è aggressivo e prepotente, anche con i colleghi". Dove Salvini semina c’è chi raccoglie.
Altro che via crucis, il calvario di Mimmo Lucano, illuminato sindaco di Riace va oltre le stazioni già percorse. Il provvedimento che l’ha allontanato dalla sua terra è stato annullato dalla Cassazione che ha azzerato tutte le accuse, ma il tribunale del riesame di Reggio Calabria non se ne cura e conferma l’esilio di Lucano, candidato alle comunali di Riace. Cosa c’è dietro la disobbedienza di Reggio Calabria? Per ora no più del sospetto di un’ingerenza istituzionale
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