Articolo pubblicato il: 08/10/2020 09:09:53
Italia in formazione molto sperimentale (chi si rivede, El Shaarawy) con giocatori di seconda fascia, anche in considerazione dell’avversaria che occupa il posto numero 175 nella classifica delle Fifa e che ha perso nove delle ultime dieci gare disputate, quattro con l’Italia (zero gol in sette gare su nove). Il match con la Moldavia era programmato per Parma, ma con l’obiettivo di evitare spostamenti a rischio Covid si è giocato a Firenze, al Franchi. La squadra, che Mancini mette in campo, non ha nulla in comune con la nazionale che della Nations League se la vedrà con Polonia e Olanda. L’unico, facilissimo, scontatissimo obiettivo è vincere per puntare a una buona posizione nel raking Fifa, che assicura di essere testa di serie ai mondiali in Qatar. Mancini pronostica per stasera un modulo di gioco simile a quello adottato con la Bosnia, squadra difensivista, ma fa sul serio avendo consapevolezza dell’estrema modestia della Moldavia? In campo tre giocatori di qualità del Sassuolo, Locatelli, Berardi e Caputo, centravanti di 33 anni. Il commissario tecnico non trascura di alimentare la polemica sulle restrizioni imposta dal Covid al calcio. Cita con rabbia i diecimila spettatori che domenica a Danzica, assisteranno alla partita Polonia-Italia e si rammarica per la presenza al Franchi di solo mille spettatori, tra l’altro invitati dalla FGCI. Che dire, forse il Ct non legge i giornali e non ascolta l’informazione televisiva, dunque non è informato sul preoccupante trend di positivi in crescita, di ricoverati e deceduti. Comunque, l’Italia è in testa nel girone di Nations League con quattro punti e conta sulla lunga striscia positivo della gestione Mancini: tre pareggi e 13 vittorie, ultima sconfitta con il Portogallo nel lontano settembre del 2018.
Arbitra Siebert. Lo dichiaro subito, sono uscito dalla frequenza televisiva di Rai 1 qualche minuto della ripresa.
Gli azzurri raggiungono gli spogliatoi con il risultato parziale di 5 a 0, segnano il sesto e per quanto riguarda chi ama il bel calcio è anche il momento di vagare con il telecomando alla ricerca di tv attraente. Non senza due o tre domande destinate a rimanere senza risposta. La prima: che razza di motivazione c’è nell’invito alla Moldavia di immolarsi come vittima sacrificale di una gara fasulla, molto simile al 18 a 1 che mi rimanda la memoria, inflitto dalla squadra della facoltà di Architettura ai derelitti di Lettere, in un lontano torneo universitario? Quale utilità Mancini ha supposto di ricavare dal confronto con una squadretta che batterebbe anche una nostra formazione del campionato ‘Pro’? Perché scomodare gli slavi se identico risultato era garantito dalla partitina di allenamento con avversari i nostri under 18? Perché umiliare il signor Firat, turco Ct dei moldavi? Detto dei 6 gol rifilati con estrema facilità al povero portiere Koselev tutto il ‘resto è stato noia’, per dirla alla Califano. Le reti nel primo tempo: al 19°, Cristante, indisturbato, segna di testa su cross di calcio d’angolo. Difesa evanescente. Al minuto 23 va in gol Caputo, libero da marcature in area di rigore. Minuto 30. El Shaarawy si avvantaggia della decisone dell’avversario diretto di andare in vacanza ‘premio’ ed è 3 a 0. Non c’è tre senza quattro. Per non farsi mancare nulla, gli avversari degli azzurri confezionano il gol number four ed è uno splendido autogol l’imparabile fiondata all’incrocio dei pali di Posmac. Mister Firat, impassibile come una mummia, dovrebbe spiegare come mai per tutti e 45 minuti non ha posto rimedio alle determinanti incursioni di un ottimo Lazzari sulla fascia destra. In tempo di recupero, al minuto 46, su una sua conclusione irrompe El Sharaawi. Aggancio magico e gol numero 5. Ne abbiamo abbastanza di essere presi in giro da Mancini, che applaude soddisfatto come la sua ‘sperimentale, stesse subissando il Brasile. Alla ripresa, al 71esimo il 6 a 0 è di Berardi. Finalmente va in gol anche lui.
Clic sul canale Sky ‘Arte’ e per il risultato finale il vostro cronista promette di consultare le news on line, che puntualmente racconta l’esito del match: 6 a 0, senza infierire ulteriormente. Mai successo di abbandonare la visione di una partita di calcio dopo i primi minuti della ripresa.
Luciano Scateni