È l’appuntamento clou del girone C di Europa League, in palio la qualificazione diretta per i Mondiali del Qatar e l’opportunità di evitare lo spareggio per accedervi senza strascichi di fatiche supplementari. L’Italia a guida Mancini sfida i cugini d’oltralpe della Svizzera. Azzurri ed elvetici svettano, appaiate a quota 12. Con la vittoria di questa sera alla nostra nazionale sarebbe sufficiente il pari tutt’altro che improbabile di lunedì contro l’Irlanda del Nord. Stadio Olimpico, 52 mila spettatori (Mancini commenta: “Ci daranno una grande mano”). Azzurri privi di Immobile, ma con Barella al fianco di Jorginho e Locatelli. Inutilizzabile il potenziale offensivo del centravanti della Lazio, sono in pausa da acciacchi Chiellini, Zaniolo e Pellegrini, Verratti. Convince l’alternativa Belotti punta centrale (cambi possibili in corsa Scamacca, Raspadori), con Chiesa e Insigne a destra e sinistra. Serio il forfeit di sette giocatori svizzeri: Zhaka, Sefeovic, Embolo, Fassnacht, Kobel, Zuber. Okafur è l’unica punta, a sostegno Yakin ha pensato a Steffen e Shakiri. La probabile strategia dei nostri avversari: atteggiamento di marcata prudenza, insomma difensivismo a oltranza e contropiede, appenane lo consente il recupero palla, con la difesa azzurra sbilanciata in avanti. In tribuna d’onore la presidente del Senato Casellati e il neo sindaco di Roma Gualtieri, Arbitraggio e Var sono affidati agli inglesi Taylor e Attwell. 52mila tifosi, 1500 svizzeri, il via e la speranza di assistere a buon calcio, oltre che al successo degli azzurri. I primi minuti del match smentiscono la previsione di una Svizzera difensivista a oltranza. Altro che difesa, al minuto undici gli elvetici conquistano palla, lunga sgroppata sulla fascia sinistra, cross a rientrare per l’accorrente Widmer. Conclusione dalla distanza imprendibile per Donnarumma e uno a zero per i nostri avversari, che pochi minuti dopo sono di nuovo molto pericolosi con un paio di conclusioni, una di Okafor, di poco a lato. Ci prova anche Shakiri e l’Italia è decisamente a disagio, vulnerabile. Molta imprecisione negli scambi degli azzurri, perfette le manovre degli elvetici, partita molto ben impostata dal tecnico Yakin. Al minuto 22 grande opportunità di pareggiare dell’Italia, ma Chiesa si fa parare da Sommer un tiro dalla distanza di soli tre metri. Ci riprova dopo un paio di minuti la nostra ala destra, parata non facile ma efficace di Sommer. Ora l’Italia è costantemente in attacco, ma con poco costrutto. Le sortite offensive della Svizzera creano sempre problemi alla difesa azzurra e Donnarumma salva un colpo di testa da un metro di Shakiri. Un mezzo miracolo. Panico, o quasi quando i nostri avversari manovrano con precisione, velocità e incisività. Insigne, sempre lui, al minuto 35 batte una punizione come solo lui sa fare. Il lungo lob è perfetto, sale in cielo Di Lorenzo, non nuovo a queste imprese, colpisce di testa, nonostante una evidente spinta di Sommer. 1 a 1 confermato dal Var. Plusvalore del terzino del Napoli. Spogliatoi e un primo commento: la sorpresa si deve alla Svizzera. Elegante e produttivo il possesso palla degli elvetici, idee molto chiare in fase di attacco, notevoli le personalità di Vargas, Shakiri, Okafor. Complessivamente un’avversaria di tutto rispetto. Azzurri in tono dimesso, imprecisi, lenti e poco concreti, per tre quarti del primo tempo, poi la testa di Di Lorenzo sovrasta in elevazione il pacchetto difensivo degli elvetici e spedisce in rete il cross morbido di Insigne. Si prevede una ripresa ad alta tensione agonistica. Berardi e Tonali per Belotti e Locatelli. Venti minuti decisamente noiosi i primi della ripresa, nessun tentativo di andare in gol. Ci prova Emerson, pallone oltre la traversa al minuto 68. Garcia per Rodriguez, Imeri per Steffen e Cristante per Barella. Nervosismo giustificato di Mancini a bordo campo, non c’è l’Italia campione d’Europa. Prova con un destro a giro Insigne, deviazione di un difensore, para Sommer. Miracolo. Tre corner consecutivi per l’Italia, senza esito. Ancora cambi: Frei e Sow per Okafor e Shakir, Svizzera più difensiva. Escono Insigne ed Emerson per Raspadori e Calabria. Dieci minuti al 90esimo, Chiesa spedisca in curva un tiro da buona posizione all’85esimo. Zeqiri per Vargas tanto per perdere un po’ di secondi. Il Var deve decidere di un fallo in area della Svizzera su Berardi. Rigore, la buona stella protegge gli azzurri. Sul dischetto Jorginho che manda il pallone alle stelle, terzo errore per lo specialista dagli undici metri perché non Bonucci, altro specialista? Fatti di Mancini. The end e tutto da rifare per la qualificazione diretta ai mondiali. A cominciare da Irlanda del Nord-Italia.
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