Stupisce (o forse no) un ambiguo commento del Fatto Quotidiano al proliferare di episodi molto preoccupanti che preludono al sempre più frequente rialzare la testa di singoli e collettivi nostalgici del ventennio, ad espliciti rigurgiti mussoliniani, spavaldi, quasi sempre impuniti. La riflessione sull’esordio dell’articolo basterebbe a capire di che parliamo. Si legge sul Foglio: “Ho sempre votato per partiti che avevano l’antifascismo nei loro principi di base, ma non ho mai considerato utili leggi che sanzionassero manifestazioni esplicite di fascismo”. In risposta: dov’era e quanti anni aveva l’autore di questa bravata politico-letteraria quando i reduci del ventennio hanno provato a coinvolgere militari e uomini di governo, parlamentari, in progetti di golpe fascisti? Giorgio Simonelli, docente di Storia della televisione e di Giornalismo televisivo, rincara la dose: “Sarebbe meglio lasciare quegli episodi nella loro insignificanza (su quale dizionario ha trovato questo termine inesistente, ndr). Persino la legge che considera il negazionismo un reato mi lascia qualche perplessità”. Certo, alimentiamo la tesi criminale di chi sostiene che il nazismo non ha sterminato sei milioni di ebrei! Il Simonelli si avvia subito dopo in un’elucubrazione pertinente alla sua specializzazione di giornalista televisivo. Scrive che certe manifestazioni di ignoranza (ignoranza?) si combattono con le armi dell’ironia, “per esser chiari prendendole per il culo”. La tesi balorda cerca alleanze nel caso del gestore fascista della spiaggia di Chioggia che ha trasformato il lido in un sacrario mussoliniano. E riduce l’evidente, sfacciata apologia del regime, in banali e innocui inviti ai frequentatori perché rispettino educazione e pulizia. Aggiunge che i comizi fascisti proclamati al megafono non sono più fastidiosi della musica di Laura Pausini o Eros Ramazzotti. Ma certo, perché non diffondere i farneticanti discorsi di Hitler, musica per le orecchie di Scarpa, gestore della spiaggia fascista di Chioggia?
Per non allontanarci dal tema, che fare, glissare sugli insulti antisemiti del parlamentare (onorevole proprio no) Massimo Corsaro, solidale con Fitto, indipendentista di Forza Italia dopo aver vagato allegramente in diversi partiti e specialmente in più varianti della destra? Si deve a questo insignificante deputato (ma chi lo ha eletto?) un “post” indirizzato al dem Emanuele Fiano, orgoglioso di essere ebreo e conviene riportarlo fedelmente: “Se le sopracciglia le porta così (folte, ndr) così, per coprire i segni della circoncisione, significa che Emanuele Fiano è una testa di c***o..”
Emanuele Fiano è proprio ebreo, perciò circonciso, aspetto dell’ebraismo che in pieno nazismo fu pagato in Italia, come altrove, con l’internamento nei campi di sterminio, dove su imprigionato anche il padre di Fiano. Ma cosa ha spinto l’inesistente Corsaro a cercare un giorno di popolarità con l’insulto razzista a Fiano? Questo, la sua proposta di conferma e inasprimento delle leggi (Scelba, Mancino) per colpire l’apologia del fascismo. Corsaro, un nome da non dimenticare al di votare per le prossime elezioni politiche.
Luciano Scateni
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