Buone o cattive, le notizie non arrivano mai sole. In una serata di fresco autunnale il San Paolo ne porta di buone e non poche. Per quarantacinque minuti il bello del calcio regala gioco vicino alla perfezione. Il Parma si fa piccolo, piccolo, arretra stabilmente nella propria metà campo e assiste alla lezione del professor Ancelotti. A tratti sembra il Napoli di Sarri. La trama di passaggi di prima, palla a terra, senza una sbavatura, tesi a sfiancare gli uomini di D’Aversa, ricordano il possesso degli azzurri dei 91 punti della passata stagione. La differenza c’è. E’ nell’intuizione del tecnico pluridecorato di offrire a Insigne il ruolo di rifinitore e risolutore. Se ne avvantaggia Milik, che cuce con il capitano trame fitte in area avversaria e affondi verticali vincenti. Reparto, per reparto il Napoli sembra rigenerato, pienamente consapevole di nuovi equilibri ed efficace interpretazione degli schemi sempre meglio assimilati. Gli azzurri, sembrano anche avviati al top della forma fisica e per di più si divertono. Non è poco. Dimostrano che la guida di Ancelotti è condivisa, appagante. E’ il terzo incontro di campionato a rete inviolata e anche se il test Parma non è probante, un interessante indice di affidabilità arriva dalla solidità difensiva garantita come sempre da Koulibaly, dalla conferma dell’efficacia di Mario Rui e dalla buona prestazione di Maximovic, ma soprattutto dalla qualità del franco algerino Malcuit, protagonista di un gara esemplare. Il centrocampo del 4-4-2 ha nel fantastico Allan l’anima di un guerriero indomito, in Diawara un regista che s’approssima alle qualità di metronomo richieste dal perfezionamento delle percussioni in verticale, nel solido Zielinski un ’infaticabile propulsore, in Fabian un prezioso e creativo tessitore, in Hamsik il capitano a tasso di efficienza garantito. Altra bella notizia è il sempre più avanzato affiatamento Insigne-Milik e la certezza di contare su alternative del calibro di Mertens, Callejon, Verdi, Ounas. Il via al galoppo del Napoli sorprende. Cambiano i ritmi della prima frazione di gioco, finora blandi, studiati per conservare energie e fiato da spendere nella ripresa. Con il Parma inversione di tendenza: partenza sparata e ritmi alti per tutti i primi 45 minuti di un Napoli stellare. Sorpreso anche il Parma che va subito ko. Ubriacante dribling di Fabian che lancia in profondità Milik. Il polacco si avventa in area e crossa per Insigne: il pallone filtra attraverso le gambe dei difensori emiliani e finisce tra i piedi dello scugnizzo, sempre più leader della squadra. A un metro dalla porta difesa da Sepe tutto facile. Uno a zero al quarto minuto. Si continua a giocare a una sola porta e se il raddoppio non arriva è per qualche errore di mira, specialmente di Zielinski, ma anche di un palo della porta parmense che respingere un tiro imparabile di Insigne. Dopo il riposo il Napoli frena, un po’ per la consapevolezza della sua netta superiorità, un po’ per risparmiare i muscoli in vista dei due impegni niente male con la Juventus (Sbato) e i temibilissimi inglesi del Liverpool (Mercoledi). L’eccellete esordio di Malcuit fa sognare l’ipotesi di una coppia di terzini di origine africana quali sono Ghoulam e appunto Malcuit, in alternativa a Hysaj.
Il Napoli continua a dominare e contiene con disinvoltura i timidi tentativi del Parma di uscire dal loro guscio difensivo, ma Ancelotti è tutt’altro che d’accordo sui ritmi lenti del secondo tempo. Si accontenta, tranquillizzato dalla seconda, precoce rete degli azzurri, al minuto 2. Il Parma si sbilancia in avanti, la difesa è sguarnita. Azione di rimessa del Napoli, gran lancio per Insigne in fuga, smistamento millimetrico per Milik, tiro potente dalla distanza di diversi metri dall’area di rigore. Gol stratosferico, due a zero. Ci si potrebbe accontentare, ma il Napoli ha in serbo un altro regalo per i trentamila del San Poalo, il tre a zero. All’ottantacinquesimo Verdi, entrato per Zielinski, irrompe nell’area di rigore del Parma. Il cross teso passa attraverso la selva di difensori emiliani. Milk, appostato sul palo più distante, deve solo spingere il pallone in porta.
Questo Napoli può e deve affrontare la Juventus con la consapevolezza di giocarsela alla pari e di poter annullare i tre punti in meno in classifica.
Luciano Scateni
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