SCATENI. In trasferta Napoli ancora castigamatti. 1 a 0 contro l'Atalanta


Articolo pubblicato il: 21/01/2018 15:54:39

A dispetto di Carezza e Bergomi, telecronisti sudditi come gran parte della stampa sportiva della Juventus e di altri potentati del campionato, tifosi nella circostanza dell’Atalanta; nonostante qualche indulgenza di troppo dell’arbitro Orsato pro bergamaschi, il Napoli della concretezza espugna lo strano stadio dell’Atalanta, con i tifosi a contatto diretto delle panchine e conferma il primato in classifica, si libera della maledizione Gasparini, che ha fatto male agli azzurri in più di una circostanza. L’importantissima vittoria, firmata da Mertens ha un plusvalore encomiabile perché maturata senza il suo uomo guida. L’anima e il cervello della squadra è stato in campo solo negli ultimi quindici minuti e un fuori gioco discutibile gli ha negato l’esultanza per un gol di rapina. Hamsik era reduce da una brutta influenza, con poche ore di allenamento nelle gambe, debilitato dai farmaci, ma tutta la squadra ha supplito all’assenza. Molto merito ha la difesa, che Sarri ha trasformato in una diga impenetrabile, alto è stato il contributo di Jorginho, che ha costretto Gasperini a sacrificare Ilicic, suo marcatore a uomo, che ha privato la squadra dell’abituale apporto di regista creativo. Un monumento in vita è dovuto ad Allan, per qualità di cui ogni allenatore vorrebbe disporre. Allan è un gladiatore, un guerriero indomabile, una diga insuperabile, un potente cursore, ha polmoni d’acciaio e gambe possenti, determinazione e intelligenza tattica.

A Bergamo, come spesso succede in questo campionato, azzurri a due facce, una per tempo. Nei primi quarantacinque minuti, hanno contenuto la nota baldanza degli uomini di Gasperini, in tribuna per squalifica, li hanno stancati accettando di subire la pressione asfissiante a tutto campo, che comporta eccessi di energie e hanno sventato ogni rischio di subire un gol. Tiri in porta dell’Atalanta zero, due degli azzurri orfani di Hamsik. Alla ripresa gli esperti pronosticano l’impossibilità dei bergamaschi di tenere il ritmo alto del primo tempo e lo capisce anche il Napoli. Bastano pochi minuti per intuire che l’inerzia della partita è saldamente in possesso degli uomini di Sarri. Assodata la tenuta stagna della difesa, nel suo insieme, il tema diventa sbloccare il risultato e sventare l’ipotesi di sorpasso delle Juve che domani sera sarà alle prese con un combattivo Genova. Al nono sembra fatta: l’occasione gol nasce dalla magia dei cross dalla sinistra di Insigne. La parabola del pallone oltrepassa l’intera difesa atalantina e cade sulla testa di Callejon, appostato a un metro dal palo della porta difesa da Berisha. Testa dello spagnolo, manata precaria del portiere, il pallone danza nell’area piccola e a un centimetro dalla linea del gol compie una prodezza Masiello.. L’occasione fa l’uomo goleador e succede al minuto 20. Mertens, nella circostanza velocissima freccia, si lascia alle spalle l’intero pacchetto difensivo atalantino e con un gran destro rende inutile il tentativo di Berisha di intercettare il gran tiro. Rete numero 106 nel Napoli, undicesimo del campionato in corso. Uno a zero, in festa i tifosi del Napoli non residenti in Campania, un migliaio.

In novanta minuti i neroazzurri sono autori di un solo tiro nella porta di Reina, che benché freddo per la prolungata inerzia, vola all’incrocio del pali e manda in angolo un tiro micidiale, partito dal piede di Cristante, indirizzato al set della porta. Il resto è sapiente difesa del Napoli di una vittoria per nulla scontata. Sarri non vuole temere brutti scherzi e nonostante la netta supremazia provvede a presidiare la propria metà campo con innesti difensivisti. Hamsik per Insigne (che borbotta), Rog per Zielinski (piccolo problema muscolare), Maggio per Callejon. Si vede che l’Atalanta non è avvezza a progettare assalti al forte per recuperare. Per il Napoli l’impresa, contro un “nemico” dipinto a fosche tinte, si conclude al cinquantesimo con una vittoria che induce a un bene augurante ottimismo per Insigne e i suoi prodi.

 
 
 
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