In poche righe i ‘fatti’: contate fino a 25 quanti sono i secondi del blitz fulmineo del Napoli. Di Lorenzo-Lukaku-McTominay, 1 a 0. Contate da uno a 25, quanti sono i minuti di una formidabile impresa balistica dell’argentino Paz che da venti metri colpisce il palo. Contate da 1 a 43, è il tempo che serve al Como, a Strefezza realizzare il gol dell’1 a 1 meritatissimo. Alla ripresa, minuto 52, incursione di Olivera nell’area di rigore dei lariani, sgambetto, rigore. L’esecuzione di Lukaku non è da manuale, ma è gol. 2 a 1. Intorno al fatidico minuto 75 tempo seriale dei cambi, Conte dà un’occhiata in panchina e incrocia lo sguardo triste di Neres, che sorride solo se calpesta il tappeto verde. Finalmente entra e sorride, e lo fa a giusta ragione al minuto 86. Scavalca la difesa comasca a cento all’ora, riceve un assist da favola di Lukaku, intuisce lo spazio potenzialmente coperto dal portiere in uscita. Lieve deviazione a sinistra e gol del 3 a 1. Bel problema per Conte: Politano è irremovibile, come ottimizzare il talento di Neres?
Como, Empoli, Lecce, ovvero quanto c’è nel futuro prossimo degli azzurri. Ecco, la dea bendata sembra aver deciso di puntare alla cieca il dito fatato sul golfo di Partenope, per precostituire lao condizione compatibile con il faticoso rodaggio del Napoli modello Conte, che ha ereditato una squadra demotivata, pigra, perfino sciatta, priva di due o tre eccellenze in settori chiave, di un centrale paragonabile a Koulibaly e Kim, di un centrocampista di multiforme ingegno come Fabian di un terminator come Osimhen. Mica facile, anche per il ritardo della società nel mettere mano al portafoglio e affidare per tempo a Conte i sostituti dei partenti. Alla vigilia di Napoli Como non è mancato il peccato veniale delle ‘mani avanti’ per giustificare preventivamente un molto poco probabile insuccesso del Napoli contro i lariani neo promossi. Da capire, nell’approccio all’idea calcio di Conte l’impostazione ‘ballerina’ del Napoli: 4-3-3, 4-2-4, 3-4-2-1 e il perché in chiave tecnica dell’ora ics per i cambi, al minuto 75 della ripresa. In chiaroscuro è per il momento è il potenziale offensivo di Lukaku, forse ancora in deficit di forma, per prolungata inattività, il tema irrisolto del ‘nemico’ che contrasta la straripante ‘esuberanza’ di Kvara con raddoppi di marcatura e falli intimidatori. Detto con rispetto per l’autorevolezza di Conte, ma se Mario Rui bussasse alla porta di De Laurentiis per tornare in azzurro, sarebbe scandaloso accogliere il figliol prodigo, abile esecutore di cross per la esta di Lukaku e spalla ideale di Kvara? Comunque la statistica, come la matematica è una scienza non un’opinione del Napoli da qualche tempo in qua racconta che il Napoli è squadra bifronte; un tempo ok, l’altro no. Anche contro il Como di un primo tempo prossimo alla perfezione, facilitato da un Napoli pigro, poco determinato, perfino noioso, lento, neppure un tentativo serio di far dispetto al portiere Audero. Non ci sono microfoni nascosti nello spogliatoio del Napoli, dunque si può solo supporre che Conte non abbia usano i guanti bianchi per puntare l’indice sulla ‘svogliatezza’ collettiva degli azzurri. Fatto sta che al via della ripresa il Maradona Stadio ha visto in campo un altro Napoli, non proprio perfetto, ma molto meno indolente. Insomma “oi vita, oi vita mia” per la conferma del prima in classifica, ma di lavoro ce n’è da fare perché si avveri il sogno del quarto scudetto.
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