Sono partiti con un promettente avanti-march i 5Stelle e il più lesto a sposare il passo svelto è stato Luigino Di Maio, che Grillo ha eletto leader dei 5Stelle per la sua modestia, condizione preliminare per continuare a menare la danza dall’esterno senza doversi confrontare con un soggetto tosto. La “vulnerabilità” del vice premier pentastellato, indotto dal “ce l’aveva duro” Salvini a innestare ripetutamente la marcia indietro, ispira il nuovo attributo con cui di qui in poi, lo citeremo: Di Maio sarà il signor “Dietrofront”. L’ultimo suo exploit è il via libera alle trivellazioni in oltre duemila chilometri nel mar Ionio, che fa esplodere una nuova contraddizione della sua personalità dissociata. Da capo del movimento si è opposto alle trivellazioni di un’azienda americana, come ministro firma l’autorizzazione e per placare l’incazzatura dei grullini pugliesi dichiara che la decisione di cercare il petrolio lungo le coste pugliesi si deve al governo precedente. Omette di dire che sarebbe bastato un decreto legge per fermare le trivellazioni. L’ondivago ministro della salute, che solo per caso si chiama Grillo come il comico genovese, una ne fa dieci ne pensa. Nota per aver tollerato la discrezionalità nel vaccinare i bambini, ha esternato di aver vaccinato la sua prole. Ora è stata scoperta come mandante di un’indagine che plagia iniziative analoghe del fascismo. Ha sguinzagliato i suoi 007, spulciato i curricula dei 30 membri del Consiglio Superiore della sanità e li ha licenziati. Avesse potuto, avrebbe limitato l’epurazione a sei componenti, ma avrebbe rivelato clamorosamente il perché politico dell’inchiesta. L’indagine, tipo gestapo, non intendeva accertare la loro qualità scientifica, ma simpatie politiche estranee al governo gialloverde. Epurato tra gli altri il famoso farmacologo Garattini. La Grillo grullina è tra quanti del movimento sbandierarono lo slogan “siamo il governo del cambiamento”. Aveva ragione, più cambiamento di così…Ecco un suo elevato pensiero: “Il passato politico dovrebbe far parte per legge (!) del curriculum”. Il “go home” include Francesco Bove, docente alla Sapienza, reo, agli occhi della Grillo di essere giornalista (pubblicista), e soprattutto collaboratore dell’odiata Repubblica. Falso. Ha scritto negli anni 70 per Paese Sera, L’unità, il Secolo XIX. La Grillo raggiunge il culmine della discriminazione con il licenziamento del chirurgo Colombo, che a suo giudizio ha sulla coscienza il peccato mortale di aver operato Berlusconi. Trieste, a nome dell’Italia dell’accoglienza risponde al vice sindaco leghista Polidori, titolare di iniziative razziste seriali contro i migranti. L’ultima bravata è di questi giorni di freddo intenso, particolarmente critici per i senza dimora. Il soggetto in questione si è impossessato della coperta e di vestiti di un clochard e li ha gettati in un cassonetto dei rifiuti. La città ha reagito nel più intelligente e generoso gesto di riparazione. Ha donato al “barbone” coperte e abiti. Moltiplicate per 30 il milione di cittadini napoletani e il totale dirà quanti sono gli abitanti cinesi di Shanghai, la città più popolata del mondo: sono trenta milioni di anime. Solidarietà convinta ai suoi amministratori, alle prese con i problemi del traffico, dello smaltimento dei rifiuti, delle scuole per tutti. Il consiglio ai sindaci di città italiane che amministrano trentesimo o poco più dei cittadini della città cinese, è di organizzare stage per imparare come fanno o Shangai a liberarsi della spazzatura, a garantire l’asilo a un esercito smisurato di bambini, ad affrontare il problema sicurezza e dell’accoglienza. Un suggerimento ad personam è per la sindaca di Roma: affidi il governo della città a vice sindaco e assessori, si conceda un anno sabatico e si trasferisca a Shanghai, partecipi a corsi intensivi di aggiornamento, con specifica attenzione alla strategia di una megalopoli contro l’effetto gruviera delle sue strade.
Luciano Scateni
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