SCATENI/II sorriso abbonda sul viso degli...


Articolo pubblicato il: 04/11/2018 15:42:44

L’ordine di scuderia è sorridere, sorridere, sorridere, che si parli di Stanlio e Ollio o delle vittime del Ponte Morandi, del miliardario Ronaldo, accusato di abusi sessuali o dell’Italia devastata da alluvioni e frane. E’ un idiota chiunque sia il suggeritore di questa provocazione che non rispetta il dolore e invita il manipolo di esibizionisti gialloverdi a produrre selfie con facce gioiose, lecite per chi vince il superenalotto. Sorrisi ai funerali delle vittime di Genova, sorrisi balneari (Toninelli) in piena tragedia di Genova e, per stare all’attualità, faccione sorridente del “Ce l’aveva duro” Salvini immortalato nella Venezia sommersa dall’acqua alta, in procinto di recarsi nella tragica devastazione del bellunese. Sui social: “Il maltempo e sorridi? È una tragedia, non una gita”. In riferimento alle vittime del maltempo in Sicilia: “Dieci morti e il primo pensiero di Salvini è il selfie da dare in pasto ai fan”.

Di sorriso in sorriso: gettoni d’oro in palio per chi scopre una fotografia di Di Maio e Conte in espressione seria, come richiederebbe il fallimentare governo di cui fanno parte.

E’ una notizia, non sorridono per lo scabroso tema della prescrizione dei reati, il ministro grullino della giustizia Bonafede e la ministra leghista della pubblica amministrazione Buongiorno, che anzi sfiorano la rissa. Il motivo del contendere, liberato dagli arzigogoli del politichese è esemplarmente chiaro. Premessa: migliaia di processi si concludono con il nulla di fatto sancito dalla formula assolutoria “reato prescritto”. In chiaro significa che i responsabili se la cavano prima che la sentenza li condanni.

Per capirci è perfetto il caso Berlusconi e il suo percorso segnato da 25 processi per reati accertati, per lo più impuniti e da sei iscrizioni nel registro delle indagati per mafia e riciclaggio e stragi, archiviate per decorrenza termini. In dieci processi l’ex cavaliere è risultato colpevole, ma non ha fatto un giorno di carcere grazie alla prescrizione dei reati, un paio di amnistie e depenalizzazioni dei reati. Sono cinque i processi in corso per frode fiscale, falso in bilancio e appropriazione indebita. Con i tempi attuali della giustizia e l’abilità di avvocati difensori big, è molto probabile che abbiano identico esito e cioè nuove prescrizioni. Quante ne ha ottenute la brillante avvocatessa Buongiorno? Ma poi, spetta a lei opporsi allo stop della prescrizione dopo il primo appello, visto che come ministro si occupa di pubblica amministrazione e non di giustizia? O lo fa perché titolare di un accorsato studio legale? E’ in disaccordo la Camera Penale e manifesta la sua autorevole opinione il presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone. Ricorda che quasi nessun Paese prevede la prescrizione e che in Italia equivale quasi all’amnistia, ma non concorda con la soluzione di Bonafede, perché abolirla dopo il primo appello allungherebbe i tempi dei processi.

Che la cultura sia tutt’altro che la priorità dei gialloverdi è noto e confermato dalla posizione italiana nella classifica della spesa di settore dei Paesi europei. Prima è la Svezia, seguita da Danimarca, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Belgio, Francia, Spagna, e Ungheria. L’Italia precede solo Irlanda, Portogallo e Grecia. Con questo governo è anche peggio. Taglia il bonus a favore dei diciottenni, i fondi per i musei autonomi, le agevolazioni creditizie per le sale cinematografiche, per librerie e case editrici. Il risparmio sulla cultura è di oltre cinque miliardi.

Quel che segue è un insulto all’intelligenza razionalista dell’uomo, ma rimarrebbe confinato nell’ambito dell’ingenuità popolare e del bisogno di misticismo, che tanta presa fa su parte dell’umanità, se non nascondesse obiettivi di speculatori a vario titolo: perfino la Chiesa e con colpevole ritardo, sospetta che il fenomeno della Medjugorje sia un ennesimo caso di affarismo costruito sulla presunzione di una miracolosa apparizione della Madonna, che avrebbe scelto chissà perché un remoto angolo della Bosnia-Erzegovina per dialogare con cinque ragazzini ritenuti veggenti e in date fisse, distanziate, per favorire i diversi raduni di fedeli. A credere al miracolo non sono solo folle di suggestionabili creduloni. Hanno dichiarato di crederci, l’ex giornalista Paolo Brosio, che fulminato sulla via di Medjugorje, ha lasciato il microfono del tg4 targato Emilio Fede ed è diventato organizzatore di raduni per periodiche “apparizioni” della Madonna. Tra i Vip, che a vario titolo si dicono credenti nel miracolo ci sono l’ex ministro della Lega Nord Castelli, la Madia, il funambolico deputato Antonio Razzi, Tiziano Renzi, padre d Matteo e un altro Matteo, il celebre “Ce l’aveva duro Salvini”, che con l’abituale sorriso da selfie si è fotografato con la statuetta della Madonna stretta al petto, da mettere in cornice con l’altra che lo ritraeva con il rosario sgranato tra le dita.

Tra le omissioni di Papa Francesco c’è anche questa, di non aver smascherato l’affarismo nato sul culto inverosimile di Medjugorje.

Luciano Scateni.