Articolo pubblicato il: 17/12/2016 16:32:36
Anticonformismo: è il canone interpretativo del mandato che incautamente gli ha consegnato il conclave con la fumata bianca. Francesco ha fatto brillare mine ad alto potenziale alla base del sistema che il clero ha messo su nei secoli con l’intento di edificare una piramide di potere non solo ecclesiastico, sostenuto da decaloghi dogmatici estranei al dettato di Cristo. Uno per tutti il voto di castità dei preti, in antitesi con il precetto divino del “crescete e moltiplicatevi”. Chi c’è sotto le spoglie di successore del dimissionario Ratzinger? Sicuramente un capo fuori schema dell’immenso stuolo di cattolici soggiogati prima di lui dalla leadership tirannica di pontefici estranei all’evoluzione della società mondiale, protervamente chiusi a ogni attenzione per la vorticosa spinta al cambiamento, fermi all’opposizione nella disputa sul grande tema di diritti per tutti.
Un fenomeno del nostro tempo è il dono della natura che adeguatamente aiutata dal progresso regala aspettative di vita in crescendo e spazi di sorprendente lucidità mentale fino e oltre i cento anni. Ne è fedele testimone lo spirito giovanile di Francesco, più innovatore che mai. Tempo fa Bergoglio, in un giorno evidentemente gravato da nubi minacciose. disse di avere davanti a sé vita breve come pontefice. Lo ha ripetuto di recente. Premonizione, consapevolezza della possibile vendetta dei poteri forti all’interno del Vaticano, di oppositori intolleranti espropriati da Francesco del potere soggiogante si fedeli esercitato in epoche lontane, ma traslato fino al pontificato in corso. Compie ottant’anni il Papa della misericordia e mette tutti (o quasi) d’accordo sulla politica del donare solidarietà tangibile a chi ne ha necessità, sull’ostilità alle guerre, sul sì all’estensione dei diritti civili, alla sobrietà, alla condanna delle degenerazioni del clero e della pedofilia, alla fine degli illeciti bancari dello Ior. Bergoglio, non più re di un impero a propulsione temporale, induce il clero system a masticare amaro, a opporsi tenacemente a Francesco con atti di sabotaggio delle riforme che rallentano il processo di ricongiunzione della Chiesa con il popolo dei credenti di ogni religione. Parte del clero osteggia la fine di proprie ossessioni nel delicato capitolo della sessualità che include divorzio, anticoncezionali, convivenze extra matrimoniali, rapporti omosessuali. Tutti tabù per i peggiori nemici della rivisitazione che Bergoglio compie ogni giorno con coraggio, talvolta rischiando le conseguenze della guerra condotta dalle alte gerarchie ecclesiastiche alla sua linea riformista. Tra i maggiori artefici della campagna di delegittimazione, il cardinale Burke. La conduce apertamente con la parte del clero decisa a sventare l’ipotesi di successori di Papa Francesco interpreti come lui del rinnovamento della Chiesa. Per capire ancora meglio di che si parla è utile sfogliare le pagine di Famiglia Cristiana, periodico portavoce di Bergoglio che condanna il comportamento della sindaca Raggi tenacemente avvitata alla poltrona di sindaca dopo la bufera generata dal caso Morra, potente e fedelissimo della prima cittadina di Roma finito in manette per corruzione.
La previsione di guidare la Chiesa ancora per pochi anni, più volte enunciata da Bergoglio, ha in sé un’aura di mistero: preannuncia la replica dell’abdicazione inaugurata da Ratzinger o paventa attentati alla propria vita commissionati da mandanti interni al Vaticano? Di qui un augurio laico: per il bene del cattolicesimo in linea con i tempi c’è da sperare che si tratti solo di pessimismo, non sostanziato dalla ragione.
Luciano Scateni