Articolo pubblicato il: 25/09/2016 01:48:30
Fa male alla vista di chi ha nella memoria il tutto esaurito del San Paolo, la spinta poderosa, come un dodicesimo uomo in campo, del tifo che ha messo in soggezione grandi e non del campionato italiano: deprimenti gli spazi vuoti, le gradinate disoccupate, il sonoro ridotto degli aficionados che in soli ventimila hanno accompagnato il 2 a 0 del Napoli su un Chievo arrivato a Napoli con interessanti credenziali. Che succede? C’è che il feeling della tifoseria con il presidente non ha mai toccato grandi livelli, ma da qualche tempo è precipitato. A far traboccare il vaso della tolleranza reciproca l’ondivago comportamento di De Laurentiis nella vicenda Higuain. La rassicurazione “Non si vende” ripetuta più volte è stata contraddetta e il corrispettivo del dietro front ha infranto la promessa, dimenticata grazie ai novanta milioni messi in cassa. All’esilio del “pipita”, di suo doloroso, si sono sovrapposte trattative fantasma per rimpiazzare l’asso argentino. Nomi altisonanti hanno illuso per tempi minimi i tifosi napoletani, per sparire uno a uno. Gli acquisti del Napoli hanno puntato a giocatori di buona qualità, in gran parte da verificare, ma non eccelsi, imparagonabili ai colpi messi a segno da Juventus, Milan, Roma e Inter. Il rapporto De Laurentiis-tifoseria si è incrinato e non si è sanato neppure con il buon esordio in campionato. Alla contestazione degli appassionati il Presidente ha risposto con uno sgarbo, anzi con due: curve a 40 euro, cioè vietate per le tasche degli abituali utenti e l’idea di uno stadio per soli ventimila vip, cioè senza la partecipazione popolare alle imprese degli azzurri. Tra gli esiti di questa reciproca intolleranza anche la miseria di seimila abbonamenti e la scelta del presidente di disertare le partite, il disprezzo per lo stadio progettato da Cocchia e considerato universalmente di eccellente qualità. Questa lunga premessa prevale sulla cronaca della partita che consente al Napoli di tallonare la Juventus a un solo punto di distanza e in questo difficile momento è perfino più importante dei tre punti conquistati. Comunque: gli azzurri mettono rapidamente in parentesi la brutta pagina di Bologna e con un primo tempo vicino alla perfezione mandano in archivio l’impegno con gli uomini ben messi in campo da Maran. Si rivede il miglior Napoli che, merito di Sarri, ha incantato intenditori e detrattori in mala fede. Se il faro Hamsik s’accende, il gioco degli azzurri s’illumina e forse nessun’altra squadra, Juve compresa, è altrettanto piacevole a vedersi. In 45 minuti è solo Napoli e il Chievo, benché strutturato con sapienza calcistica da Maran, non può che assistere allo strapotere di Insigne e compagni. Reina potrebbe anche lasciare la porta incustodita e sgranchirsi le gambe con una passeggiata in tutta tranquillità. Sfiorano il gol Gabbiadini (gran colpo di testa su cross di Ghoulam), Hamsik, di nuovo Gabbiadini, Insigne. Al minuto 24 i frutti di una superiorità schiacciante arrivano sull’asse Hamsik, Callejoon, Gabbiadini. Gran sinistro del mancino a rientrare, Sorrentino trafitto. Uno a zero. L’ora ics di Hamsik coincide con il minuto 39. L’assist perfetto di Insigne offre al capitano l’opportunità per il suo gol numero 100 in maglia azzurra. Missile potente e preciso che Sorrentino nemmeno vede. 2 a 0. Come in altre circostanze il Napoli nella prima, abbondante parte della ripresa, è come impigrito, forse per presunzione di superiorità e il Chievo ne approfitta, per fortuna non troppo. Il Napoli non corre mai rischi clamorosi e la spinta propulsiva del Chievo si esaurisce senza dannki. I cambi di Sarri, per utilizzare al meglio tutte le energie, in vista di mercoledì, secondo turno di Champions League con il Benfica: Milik per Gabbiadini, Allan per Jorginho, Mertens per Insigne. Non resta che gestire il vantaggio e non è difficile perché il Chievo ha esaurito le riserve di fiato e muscolari. In attesa di vedere in campo Giaccherini, Maximovic, Tonelli, Rog e Diawara, sono aperti i pronostici sugli sviluppi del malumore reciproco che rende difficili i rapporti di De Laurentiis con Sarri e i tifosi.
Luciano Scateni