Il prologo del racconto di Napoli-Crotone esula dalla cronaca di quanto accaduto al San Paolo per sfociare nell’indignazione, elevata all’ennesima potenza. La Juve ha vinto il campionato e non è questa la sede per ricordare tutte le “attenzioni” riservate alla potenza finanziaria e politica del calcio italiano dalla Lega e dalla classe arbitrale. Odiosi sono cori razzisti della sua tifoseria quando il Napoli l’ha sconfitta grazie a un monumentale gol di Koulibaly: insulti da topi fuoriusciti dalle fogne. Ieri i festeggiamenti dei bianconeri per la conquista dello scudetto e il solito rito del pullman scoperto tra la folla. Si è distinto per signorilità e correttezza!!! il calciatore bianconero Douglas Costa, che in diretta Instagram ha inquadrato il cartone con l’immagine della bara di Insigne che i tifosi juventini hanno mostrato “orgogliosi” dell’ignobile trovata. Douglas Costa e con lui Pjanic e Benatia hanno anche immortalato striscioni offensivi e perfino una maglietta con la scritta “Napoli merda”. Cosa ne pensa il presidente della Juventus, erede di una persona perbene quale è stato Gianni Agnelli? E come pensa di reagire la Lega? E anche questa è l’Italia di Salvini e Casa Pound.
Ora la partita, con il San Paolo gremito, per ringraziare il Napoli e il suo allenatore di un’impresa così vicina al terzo scudetto. La ragnatela di passaggi a firma di Maurizio Sarri, incontra una squadra senza nerbo e non a caso destinata a un’amara discesa nel purgatorio della serie B. Zenga ha fatto quanto gli ha concesso il modesto tasso tecnico del Crotone e gli azzurri hanno scelto di non infierire. Controllo agevole della partita, conferme dello stato di grazia di un immenso Insigne, un’altra performance ineccepibile di Mario Rui (e chi ricorda più i timori per il knock out di Ghoulam, dopo il grave incidente del motore di incursioni sulla fascia sinistra spacca difese? Conferme di buon auspicio per il futuro da Milik, uno che entra e segna, presenza non solo fisica nella zona nevralgica d’attacco, eccellente la prestazione di Allan, monumentale nell’interdizione e nel recupero palla. Su standard normali Albiol, Jorginho e Zielinski a centro campo, un po’ deconcentrato Koulibaly, sicuro Reina, quasi disoccupato. Prezioso il doppio lavoro in attacco e difesa di Callejon, su standard abituali Hysaj. In campo nel secondo tempo anche Hamsik, Mertens (un palo al 29°) e Rog, senza infamia e senza lode. E Sarri? Incomprensibile che abbia consentito agli azzurri di rilassarsi per tutti e 45 minuti della ripresa, a risultato acquisito grazie al due a zero del primo tempo. O chissà, l’intenzione accettabile di non infierire sul Crotone, mentre non è condivisibile la rabbiosa reazione al gol di Tumminello (minuto 46 della ripresa, due a uno), in fase di “tutti sotto la doccia” degli azzurri. Doveva richiamarli prima a un maggiore impegno. Perfino un rimprovero per il mancato riconoscimento a Maggio, che dopo una vita nel Napoli ha messo fine oggi alla carriera di calciatore. Perché non regalargli gli ultimi minuti della partita e gli applausi dei tifosi. Perfino l’arbitro Banti è stato comprensivo e in due occasioni ha tenuto nel taschino il cartellino giallo, meritatissimo da un paio di giocatori calabresi.
Minuto 23 della prima frazione di gioco: Insigne, imprendibile riceve da Mario Rui e inventa l’assist della perfezione per la testa di Milik. Uno a zero. Il raddoppio, al 32° è un'altra magia di Lorenzino che pennella un cross morbido, capace di scavalcare il difensore di Callejon. Al volo lo spagnolo mette in rete alle spalle del bravissimo Cordaz. Due a zero, fine delle ostilità, record di punti del Napoli, novantuno, il grazie composto ma entusiasta dei tifosi azzurri e tanto rammarico. Con maggiore prodigalità della società (leggi De Laurentiis) il traguardo dello scudetto con molta probabilità sarebbe stato tagliato dal Napoli.
Luciano Scateni.
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