Oggi il quotidiano di Agnelli-Fiat-Juventu si consacra platealmente sull’altare della impossibile missione, che lo pone in via definitiva nella prigionia della dipendenza ‘dal padrone’. Chi segue queste note sa che dalla vendita di Repubblica, assorbita dall’impero editoriale di Gedi, ovvero dalla Fiat, anche il racconto del calcio obbedisce ai suoi interessi, non solo sportivi di Agnelli e della quadra bianconera quotata in borsa e dunque interessata alla pubblicità dei media. Una delle consegue è l’oscuramento di notizie, anticipazioni e resoconti delle partite del Napoli, del tutto ignorate o relegate in poche righe, in angoli sperduti delle pagine. Oggi, per ovvie ragioni, cioè perché il Napoli ospita la Juventus, all’evento è dedicata da Repubblica l’intera pagina 36, nella sezione notizie sportive. Favorevolmente stupito, si fa per dire, ho letto ogni riga dell’articolo in questione, che si sviluppa su molte colonne. Bene in tutto lo scritto, lo giuro, non c’è mai la parola Napoli o quella di un giocatore, di qualunque cosa che riguardi gli azzurri. Zero, più zero. Un vero capolavoro di ‘benevolenza’ per la proprietà Fiat.
Non è un assunto ufficiale, ma si può scommettere: l’esito di questo interessantissimo incontro-scontro Napoli-Juventus e il Granada-Napoli di giovedì prossimo, ha tutto il sapore di esame di ammissione a tempo calcio a tempo indeterminato in casa azzurra del simpaticissimo, sanguigno, Ringhio Gattuso. Purtroppo il tecnico di Corigliano Calabro, accolto dai napoletani con palese simpatia, deve sostenere il test di permanenza in azzurro con il perdurare della iella, che lo ha privato nel momento peggiore della collaudata coppia Koulibaly-Manolas e di Ghoulam. Macksimovic e Rrahmani, tandem di sostituzione, non è certo garanzia di pari qualità, se tra l’altro è alle prese con la micidiale prolificità di Ronaldo e la pericolosa intraprendenza di Chiesa. Benché imputato della trasformazione negativa degli azzurri, Gattuso non desiste dalla fiducia in un appannamento solo temporaneo di Insigne e compagni. Smista le critiche sulla disdetta, che ha ridimensionato il potenziale dell’organico a sua disposizione. Troppi gli infortuni (ultimo Demme) e come conseguenza del ritmo di due partite a settimana, anche la stanchezza di mezza squadra. Allo stadio Diego Maradona, forse è una circostanza non del tutto negativa, manca da mesi il calore della tifoseria. Il Napoli in difficoltà avrebbe potuto subire contestazioni e fischi. 4-2-3-1 di Ringhio è il modulo imposto dalla situazione infortunati o comunque assenti. Pirlo sembra debba fare a meno di Dybala e Arthur, mentre deciderà in extremis se schierare dal primo minuto Morata o Kulusevski. Napoli e Juve sono separati da cinque punti in classifica. Se avessero la meglio gli azzurri il divario si ridurrebbe a due punti e potrebbe diventare sorpasso in caso di vittoria a Torino nel match del girone d’andata non disputato per le note vicende Covid. Come non bastassero le assenze che ghigliottinano l’organico degli azzurri, le ultime vicende di gioco hanno sottratto a Gattuso anche Hysaj e Demme. La speranza degli azzurri è che Osimhen abbia smaltito completamente l’inattività di tre mesi. Dunque lui punta centrale d’attacco, finalmente, come pivot in gradi di andare in gol e di dialogare con Insigne, Lozano, il prolifico Politano. In bianconero il fenomeno Chiellini, 400 partite in serie A, se sarà in campo con gemello calcistico Bonucci. Non convocati Arthur, Ramsey e Dybala.
Dirige la gara il romano Doveri, uno dei buoni fischietti. Quale onore! La scelta è un altro segno di soggezione alla cosiddetta ‘Vecchia Signora? Pronti…via.
Poco o niente nei primi dieci minuti, ma già due corner per la Juve. Il secondo al minuto dieci. Vigila la difesa, la Juve insiste in avanti. Il Napoli fatica a ripartire, la pressione dei bianconeri è costante. Insigne alle stelle da posizione favorevole al 15esimo. Il capitano da qualche tempo ha problemi di mira. Angolo Napoli al minuto 17 e corner bis. Senza esito. In venti minuti nessun pericolo per Meret né per Szczesny. Chiesa giù, Di Lorenzo ammonito. Ronaldo frana su Meret e lo colpisce. Ci Manca solo un infortunio del secondo portiere messo in campo per l’infortunio di Ospina. Il prode Pirlo consiglia i suoi di puntare Di Lorenzo, ammonito, per procurargli l’espulsione. Non è proprio un atteggiamento da gentleman. Da Chiellini manata e spinta a Rramhani in area. Doveri non vede, ma il Var lo smentisce ed è rigore. Insigne questa volta non sbaglia ed è uno a zero. Decimo gol del capitano, centesimo personale con dedica alla moglie per San Valentino. È il trentesimo minuto di Napoli-Juve. Due minuti dopo Insigne di nuovo manda alto sulla traversa, ma che occasione! Insigne ha il compito di cucire centrocampo e attacco e lo esegue da par suo. Al minuto 36 fallo su Zielinski proiettato in avanti, classica spinta per impedire la fuga e Doveri non ammonisce Rabiot, mentre aveva estratto il cartellino giallo per un fallo analogo di Di Lorenzo. Boh? Fallaccio di Cuadrado su Lozano, finalmente un’ammonizione. È il minuto 46. Due minuti di extra time. Tiro di Insigne, direttamente nelle mani del portiere. Fallo subito da Cuadrado, esegue Ronaldo. Non succede nulla, anzi una pallonata che colpisce Bakayoko. Partita equilibrata, ma meglio il Napoli soprattutto per numero di tentativi a rete. Avanti così, nella speranza che gli azzurri smentiscano la prassi di un tempo giocato bene e l’altro meno.
Si riparte. Il Napoli ha in serbo la carta Petagna (che si riscalda) e forse l’inserimento di Lobotka, buon intercettore, se fosse necessario dare consistenza al centro campo, forse anche l’ingresso di Fabian se avesse smaltito l’inerzia da pausa Covid. Fuori Cuadrado, dentro Alex Sandro. Morata subito di testa su lancio di Chiesa, pallone di poco a lato. Poi Rolando e ancora un tiro che non arriva nello specchio della porta. Parte con la quinta innestata la Juve. Angolo dei bianconeri al quarto e Ronaldo a un metro dalla porta spedisce nelle mani protese di di Meret. Paura! Juve ancora in avanti. Al sesto pericolosa punizione guadagnata da Ronaldo, posizione pericolosa, per fortuna conclusione alta. Il Napoli deve reagire e riprendersi l’inerzia del gioco. Come immaginato, si prepara a entrare Fabian. Finalmente una buona partita di Bakayoko. Nuova punizione contro il Napoli e di nuovo da posizione pericolosa. Meret sventa una legnata terribile di Chiesa, ma ancora che paura…Solo Juve in questi primi dieci minuti e Gattuso deve inventare qualcosa per reagire. Forse è il caso di mandare in campo forze fresche. Segna la Juve, ma Chiellini era in fuori gioco. In panchina Bernardeschi al minuto 63, dentro McKennie. Elmas per Zielinski e Fabian per Politano. Gattuso pensa a blindare il centro campo, ma non deve commettere l’errore di ritenere decisivo l’uno a zero. Alex Sandro al volo sfiora il palo alla destra di Meret. Napoli troppo arretrato, favorisce l’assalto dei bianconeri. Chiesa e Ronaldo si scambiano la fascia di pertinenza. Osimhen guadagna un calcio di punizione. Sugli sviluppi angolo per gli azzurri che respirano. Kuluveski per Betancurt al minuto 71. È di nuovo Napoli, ma Ronaldo guadagna una punizione. Petagna per Osimhen, al minuto 75. Per Lozano altro infortunio, ed è soccorso a terra per un colpo ricevuto da McKennie. 15 al 90esimo. Angolo per i bianconeri e corner bis. Lozano respinge e non è la prima volta, da difensore aggiunto. Gli azzurri provano ad allentare la pressione juventina. Batti e ribatti in area degli azzurri e così si rischia molto. Gli azzurri devono alzare il baricentro del gioco. Minuto 83, bisogna resistere perché la Juve proverà fino al 90esimo e nel recupero a rimontare lo svantaggio minimo. Chiesa manda un pallone a un niente dalla porta di Meret. Altra paura. Morata a un passo da Meret, che compie un miracolo e salva l’uno a zero. Poi resta a terra, brutta notizia. Lobotka per Insigne a 3 dalla fine del tempo regolamentare. Corre il cronometro, non abbastanza per il Napoli. Sessanta secondi al 90esimo, Rolando di testa. Doveri regala sei minuti di extra time alla Juve. Sei minuti? Lozano crolla a terra su fallo di Chiellini. Messicano eterna vittima degli avversari. Tre minuti e mezzo al fischio finale. In dieci il Napoli in questo convulso finale. Nonostante l’assalto al forte del secondo tempo la Juve non lo espugna e il merito degli azzurri è collettivo. Otto in condotta da Meret a Osimhrn, con lode per Insigne, Bakayoko, il tandem di RRahmani-Maksimovic, Lozano. Il Napoli sale in classifica a due punti dai bianconeri e aspetta con rinnovata fiducia il giorno del recupero della partita non disputata.
Luciano Scateni
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