Siamo alle battute finali degli attori che si preparano a salutare il pubblico prima che vada giù il sipario. La durata degli applausi è simile alla pagella di fine anno scolastico, ma come auspicano studenti, genitori e docenti si preferisce il giudizio al voto da 0 a 10. Primus inter pares è ovviamente Carlo Ancelotti, approdato all’ombra del Vesuvio con un biglietto da visita da vip del calcio internazionale. È fuori valutazione Marek Hamsik, inviato speciale in Cina, emigrato di lusso con vivo rammarico dei napoletani che lo hanno ribattezzato ‘Marechiaro’. Lo slovacco mette in banca una montagna di renminbi, la moneta del gigante asiatico. Nel bel mezzo del campionato, voci del cosiddetto mercato sussurrano di un vivo interesse, nientemeno che del Paris Saint Germain, per strappare Allan al Napoli con cifre stratosferiche. Sarà un caso, ma la titubanza di De Laurentiis sembra indurre il brasiliano ad abbassare la riconosciuta qualità di centrocampista, quasi a invogliare la società a cederlo. Purtroppo, sfumata la trattativa, non ha ritrovato più estro, grinta e classe che lo hanno posizionato molto in alto nella classifica internazionale del suo ruolo. In vista del rusch finale di campionato Ancelotti rivede in campo Ghoulam, reduce dalla lunga convalescenza dopo due gravi crac del ginocchio. Tornerà mai il terzino di fascia considerato tra i migliori in Europa. Lo sostituisce il portoghese Mario Rui, non male, ma senza fare faville e a sinistra si fa notare la verve offensiva del francese Malcuit, ma con qualche imperfezione difensiva. Koulibaly è un mitico fuori classifica e il Napoli farà bene a respingere le più che probabili avance delle big europee. Albiol, infortuni a parte, è garanzia di solidità e direzione del pacchetto difensivo, il baby Luperto promette di diventare un centrale con i fiocchi. Ancelotti ha inventato per Callejon un ruolo lontano miglia dalla filosofia di gioco di Sarri e non è detto che sia stata una scelta felice arretrarlo sulla linea dei mediani. Il ragionamento si adatta anche allo spaesamento di Zielinski, mediano, mezzala, punta, difensore, in somma senza una zona di campo e compiti precisi. Fabian Ruiz ha alternato partite perfette a prestazioni ‘normali’ ma in prospettiva è inamovibile. Milik ha confermato la necessità di scendere in campo con i continuità e non a fasi alterne come è successo nel corso del campionato. Mertens e Insigne. Il belga è vincente se gli si concede di esprimere a pieno la sua geniale fantasia e Insigne deve forse sgombrare la mente da chimere di trasferimento in squadre europee di vertice, per ritrovare un buon feeling con il tecnico. In ultimo l’ok per Alex Meret, 22 anni e un futuro da nazionale, ma ancora colpevole di qualche ‘distrazione’. Bene anche Ospina che con lui si è alternato più volte e Karnezis, visto e non visto. Giudizio sospeso per Ounas, in campo poco e quasi sempre negli ultimi minuti di poche partite. E Younes? Il tedesco, out per grave infortunio, è un folletto dal dribling ubriacante, in spazi di pochi centimetri. Dovesse unire questa qualità a maggiore concretezza sarebbe l’alternativa perfetta per Insigne. Ancelotti: Smontare la perfezione costruita da Sarri si è dimostrata mission impossible e una volta perse le tracce della Juventus ha scelto il ruolo di ottimizzatore del patrimonio umano della società. Di qui alcune scelte poco condivise di inserire senza costrutto giocatori che altrimenti sarebbero finiti nel dimenticatoio. Patto segreto con De Laurentiis? Infine il presidente. Che dire, non è amore fatale con il nucleo di fedelissimi del San Paolo e dopo anni di tutto esaurito lo stadio si è presentato con larghi vuoti in tutti i settori.
Quasi dimenticavo, alle 18 di questa domenica piovosa gli azzurri, sostenuti da una curva di napoletani, dopo aver segnato con Allan, primo gol del brasiliano in questo campionato, ha permesso alla Spal di dominare nella seconda parte dell’incontro. Inevitabile di pareggio spallino, che arriva al minuto 83. Luperto sgambetta Floccari. Rigore e dagli undici metri Petagna non sbaglia. Il tema generale del match: il Napoli scende al Mazza con il doppio dei punti dei ferraresi e la differenza si vede tutta, ma non si concretizza. Molti tiri e tutti imprecisi e il primo tempo se ne va con numerosi tentativi infruttuosi di Milik e Callejon. Fuori Insigne e Martens spetterebbe a Younes scardinare la difesa biancoceleste, ma il tedesco si mette in luce solo per una serie vincente di uno contro uno. Sul fronte opposto non c’è antidoto alle scorrerie di Lazzari sul fronte destro degli azzurri e non ci vuole un raffinato stratega per capirlo e rimediare. Piove a dirotto ma tine drena bene l’acqua il fondo erboso del campo. Ci vuole una prodezza di Allan per schiodare il punteggio dallo zero a zero. Una prima bordata è ribattuta, la seconda è un missile che finisce in rete all’incrocio dei pali. Per lui è il primo gol in campionato. È il minuto 49. La Spal di Semplici non ci sta, gli azzurri concedono troppo e al minuto 83, il fallo in area di Luperto si conclude con un meritato pari. Per non dimenticare l’impegno a valorizzare tutto l’organico, dentro Verde per Younes e passi, ma sorprende che in fase di pressing per riagguantare il vantaggio esca Zielinski ed entri il difensore Ghoulam. Il Napoli va all’assalto della porta difesa da Viviani e la buona stella sorride a Mario Rui, il meno accreditato per sbloccare il risultato. Riceve da Callejon e fa partire una formidabile bordata. Il pallone, respinto, torna a portata del suo sinistro. Il missile e finisce in rete dove Viviano non può arrivare. Due a uno e ancora qualche rischio per Meret che salva un paio di conclusioni spalline destinate a entrare in rete. Lo sguardo è già rivolto alla stagione 2019/ 2020.
Luciano Scateni
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