È Salernitana-Napoli il posticipo domenicale della Serie A e cade nella delicatissima fase dei granata, che con l’esperto Colantuono provano a lasciare ad altri la pericolosa posizione di classifica a rischio retrocessione che occupano i granata con soli 7 punti in compagnia del Genoa, un solo gradino più su del Cagliari. Un insieme di fattori contribuisce all’ipotesi realistica di una vittoria netta degli azzurri, forti del doppio primato di gol realizzati e subiti, di un potenziale tecnico che Spalletti è sulla retta via di rendere ottimale. Non ultima la previsione della prova per nulla facile del Milan co-primatista in classifica, ospite della Roma di Mourinho, che ha fermato il Napoli pochi giorni fa. Non manca nulla alla forma smagliante degli azzurri per espugnare l’Arechi. Di sicuro non fa difetto la condizione tecnica e fisica che pochi giorni addietro ha consentito di azzerare l’ambizione utopica del Bologna di uscire indenne dal terreno verde dello stadio Maradona, puntando alla strategia conservativa di difendere a oltranza per imbavagliare l’attacco delle meraviglie e chissà addirittura per vincere alla lotteria di un gol in contropiede. In verità qualcosa a quel Napoli manca. Il forfeit del fenomeno Osimhen, fermo per un problema muscolare, riduce il potenziale offensivo che il nigeriano eleva e di non poco. Spalletti è costretto a ripristinare il tridente alla Sarri dei ‘piccoletti’, con Mertens finto centravanti, con l’alternativa in corso d’opera di Petagna, centravanti vero. In panchina al via anche Insigne. Problemi gastrici, come dice lo staff sanitario muscolari o stop in vista di impegni ravvicinati? Giovedì è in programma il match di ritorno con il Legia Varsavia per l’Europa League. Colantuono: “Non dobbiamo vergognarci di disporre la squadra tutta in difesa”. Ahi, ahi…partita noiosa? Tremila i tifosi napoletani sulle gradinate dell’Arechi, ma settore ospiti deserti, per disposizione della questura di Salerno che ritiene così di evitare problemi di ordine pubblico, anziché affrontarli. Peccato. 18mila spettatori, arbitra Michael Fabbri di Ravenna. In bianco gli azzurri. Le due cugine si incontrano per la prima volta dopo 73 anni. Serata calda nonostante la vigilia di novembre. Il via con 6 minuti di ritardo. Primo affondo al secondo minuto di Politano e panico dei granata in area di rigore. È subito assalto degli azzurri e come previsto salernitani ingabbiati in difesa. Finora possesso palla Napoli dell’80%. Purtroppo il gioco della prima frazione di gioco conferma la prudente previsione di un match tutt’altro che spettacolare, privo di emozioni. Ospina e Belec inoperosi, Napoli lontano dal livello standard di eccellenza. Il peso della duplice assenza di Osimhen e Insigne non è un elemento secondario per capire l’improduttività degli azzurri. Mertens si vede e non si vede, il centrocampo presidiato da Fabian non tesse trame incisive e la Salernitana difende con ordine, senza rischiare granché. E allora Demme perché no, la fisicità di Petagna, la verve di Elmas. Per fortuna il reparto dominato da Koulibaly rischia poco o niente, ma second time con sorpresa: Salernitana aggressiva nei primi minuti. Elmas e Petagna in riscaldamento a bordo campo. Entra Elmas per Lozano e Petagna per Mertens ed è subito luce al minuto 61 con un diagonale di Zielinski: il VAR conferma l’1 a 0, dopo la traversa colpita da Petagna con un tiro di testa. Colantuono cambia registro e manda in campo Simi, attaccante per Gondo. Mister Spalletti, perché Petagna non dal primo minuto? Anguissa subisce un brutto fallo: piede a martello di Kastanos e cartellino rosso. Salernitana in dieci, entra Obi per Bonazzoli. Tutto più facile per il Napoli? Koulibaly, tira la maglia di Simi, ultimo uomo e Fabbri espelle Koulibaly. Parità numerica. Punizione per i granata da posizione favorevole. Entra Juan Jesus per Politano. Batte la punizione Ribery, respinge di testa Di Lorenzo sulla linea di porta. Dieci al 90esimo. Napoli in difficoltà e Colantuono sceglie la via dell’attacco, alla ricerca del pari. Diuric per Ranieri e Gagliolo per Schiavone. L’incognita preoccupante per gli azzurri: quanti minuti di recupero? Fabbri ne concede sei. Esordio di Zanoli che entra per Zielinski. Più centimetri in area degli azzurri per contrastare Simi e Duric. Venti secondi alla fine, con il Napoli in affanno. The end, ma che fatica aver ragione della Salernitana per un Napoli non al top e comunque vetta della classifica aspettando l’esito di Roma-Milan. Prossimo impegno di campionato al Maradona Stadio con il Verona. .
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