Senza premessa le note di Napoli–Udinese, positive per il punteggio, meno per la qualità del gioco, sarebbero monche e forse ingiuste: ma come, non contentarsi di un netto 4 a 2? Ebbene sì. E’ vero, lo score degli azzurri racconta l’exploit di un guizzante Younes, protagonista di un gol copia-incolla tratto dal repertorio fino a ora esclusività della ditta Insigne. A seguire la fortunata demi voleè di Callejon, che ha ribattuto alla meglio un assist firmato Mertens. Ma è anche vero che il discutibile senso di appagamento degli azzurri ha concesso ai bianconeri due opportunità di riscatto. Prima Lasagna, poi Fofana, le hanno ottimizzate profittando di una duplice distrazione del caposaldo difensivo del Napoli e hanno riportato il risultato della partita in equilibrio. 2 a 2. Sogno o son desto? Un’occhiata fugace alla classifica dice che i friulani hanno in carniere meno della metà dei punti di Koulibaly & Co. Di qui, un paio di pensieri impertinenti: Ancelotti, spento il sogno scudetto, riserva energie, capacità di concentrazione e rabbia agonistica all’obiettivo Europa League, vetrina che espone i gioielli di famiglia, fa lievitare il loro valore di “mercato” e consente di mettere in cassaforte un bel mucchio di euro Uefa, proporzionalmente ai successi ottenuti. De Laurentiis applaude. La seconda perplessità deriva dalla constatazione che al Napoli, in questo scorcio di campionato, fa difetto la cattiveria per infierire sul ”nemico”. Gli azzurri, dopo il due a zero, avrebbero dovuto profittare dello smarrimento dell’Udinese e spingere a mille contro un “nemico” in stato depressivo. Così non è andata e la squadra di Nicola, senza fare scintille, ha raccolto il massimo con il minimo sforzo, cioè il due a due. Gli esiti di una buona opportunità per Pussetto ha fatto trattenere il fiato a tifosi e giocatori azzurri. L’attaccante bianconero, nella fase di percussione terminale di un veloce contropiede, si è scontrato con Ospina: impatto del piede con la testa del portiere, ferita, fasciatura. Lo staff medico del Napoli si è fidato della sua scelta di rimanere in campo e ha sottovalutato il trauma provocato dallo scontro. Errore. Ospina, improvvisamente si accascia e trasportato in ospedale è sottoposto alla Tac. Non era giusto sostituirlo subito dopo la brutta botta al capo? Gli subentra Meret. Il Napoli ha comunque profittato del gap tecnico nei confronti dell’Udinese. Senza strafare, sono arrivati i gol di Milik (15esimo stagionale) con una torsione perfetta della testa su cross di Mertens. Al 12° della ripresa, tre a due. Dopo undici minuti della ripresa Ancelotti richiama Younes in panchina e manda in campo Verdi. Strano. Younes, oltre al gol, ha dimostrato di essere un interessantissimo alter ego di Insigne. E’ veloce, ha un dribling vincente un’ottima visione di gioco. Verdi? Per ora è l’oggetto misterioso di questo Napoli. Certo, deve giocare per non declassare il suo valore in caso di cessione, ma allora, Ancelotti gli conceda il rodaggio di interi novanta minuti. Festa grande in campo, e sugli spalti del San Paolo al minuto 69. “Ciro” Mertens, dopo tre mesi di inutili tentativi di sbloccarsi, trova il gol, uno dei suoi, frutto di intelligenza tattica nel ricevere il pallone, nel ritagliandosi lo spazio di cinquanta centimetri e calciare come sa, a giro. Pallone nell’angolo scoperto della porta avversaria, 4 a 2. In fase di recupero, Zielinski fulmina Musso con un tiro angolatissimo e sarebbe il gol del 5 a 2, ma il Var lo annulla per un fuori gioco di centimetri. Com’era divertente il Napoli di Sarri!
Luciano Scateni
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