L’avidità senza freni dei petrolieri entra poco nella formulazione del costo di benzina e affini che cresce come una pianta sempreverde, innaffiata con tenace regolarità dai promulgatori di nuove tasse. Si deve a Mussolini, anche questo, il primo ritocco sul prezzo del carburante con il “nobile” e disastroso fine di finanziare la conquista dell’Abissinia. Il sistema è poi piaciuto a governi di ogni fede politica. L’escamotage per fronteggiare l’onere di spese considerate straordinarie conta una ventina di aggravi fiscali che hanno contribuito a fare della benzina una sorta di rapina in danno degli automobilisti. I rincari hanno finanziato guerre, alluvioni, terremoti, missioni belliche, contratti di lavoro, acquisto di autobus, la cultura, costi dell’immigrazione. E passi per chi può concedersi auto di gande cilindrata, perché agiato tanto da sopportare con disinvoltura il costo di un pieno. Il peggio è per chi è portato a ridurre al minimo l’uso dell’automobile e per esempio, per i lavoratori pendolari, per chi lavora la terra con trattori e altri macchinari. Di stangata in stangata, l’ultimo “ritocco” va duro sulle tasche degli italiani: +9,2% sulla benzina, +13,7% sul gasolio in un anno. “Così non vale, è troppo facile così”…, canta Roberto Vecchioni, poeta della musica italiana in “Luci Sn Siro” e il verso si sposa felicemente con la disinvoltura delle nuove tassazioni della benzina, addossate agli utenti per coprire i costi di interventi eccezionali come il terremoto.
Falsi, bugie e battibecchi
Vecchia, quasi quanto il mondo: la tecnica dell’attacco, anche se privo di motivazioni plausibili, è lo strumento per distogliere da sé attenzione e contestazioni. Un classico di questi giorni è la traballante presidenza Trump, imputata di megalomania bellica, rapporti affaristici ambigui con la Russia di Putin, sbugiardata, contestata per le scelte di ministri in conflitto con interessi personali, noti guerrafondai, arruolati per minare alla base la roccaforte della democrazia americana. Nell’angolo, contestato anche da repubblicani del suo stesso partito, Trump il bugiardo ha inventato l’ingerenza istituzionale di Obama che avrebbe ordinato di intercettare le proprie conversazioni. L’ex presidente accusa Trump di falso con l’obiettivo di distogliere l’opinione pubblica, non solo americana dalla propria, devastante pochezza.
In tema di cortesi e amichevoli scambi di opinione, dilaga l’uso di armi improprie che consente ai titolisti dei giornali di non affaticarsi per attirare i lettori. Di questo segno è l’ultimo round di un conflitto politico, verbale, Pd-5Stelle. Prende spunto e lena dalla vicenda che vede al centro della scena il padre di Renzi. L’ex premier dice “Se fosse accertato un comportamento illegale del babbo, nessuno sconto” E il comico pentastellato “Che fai, rottami tuo padre?” Renzi: “Come ti permetti?”. Manca poco al lancio del guanto per la sfida a colpi di pistola nello spiazzo antistante il convento delle Carmelitane scalze.
Luciano Scateni
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